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Adriano Ercolani Non è un paese per vecchi La più radicale e precisa affermazione della poetica dei Coen, che hanno fatto dellassenza di logica / significato il loro fulcro drammatico ed in questo film lhanno incastonata in unopera dalla visione superba. Di gran lunga il film più bello dellanno. la Guerra di Charlie Wilson La capacità sardonica di Nichols, la bravura di Hanks e la penna straordinaria di Aaron Sorkin per un piccolo gioiello che risolve positivamente un quesito annoso: si può ancora fare satira politica in America? Volendo Nella valle di Elah Il più lucido atto di denuncia nei confronti di una guerra che sta minando le basi sociali più povere di una nazione quantomeno confusa. Formalmente prezioso, il miglior film di Haggis. E la scena finale è la più commovente dellanno. In amore niente regole Delizioso omaggio al cinema di Capra, Lubitsch e Preston Sturges. Clooney conferma di essere il divo più intelligente dello star-system contemporaneo, in un lavoro che racconta in filigrana anche le tensioni sociali di oggi. Lars e una ragazza tutta sua Come una sceneggiatura di grande sensibilità può trasformare unidea da commedia ridanciana in unopera agrodolce che avrebbe meritato ben altra attenzione. Grande Ryan Gosling. Sorpresa Suxbad Il miglior prodotto della scuderia Apatow, dove la volgarità parossistica diventa specchio deformato di una condizione esistenziale precaria, inquieta, quella degli adolescenti. Bluff E venne il giorno Il primo film veramente brutto di Shyamalan sembra un telefilm, un episodio di Ai confini della realtà approssimativo ed affrettato. Bruttissima caduta, sopratutto di stile. Emanuele Boccianti In ordine quasi casuale [REC] in un momento in cui uno avrebbe detto che di zombi no grazie, non si sente la mancanza, arriva Balaguerò zitto zitto e ti frigge sulla sedia. Into the wild A caccia di unutopia, per trovarla, a guardare bene, laddove non la si era cercata. E lAlaska è tutta intorno a noi. Tideland Un film per pochissimi. Gilliam se ne frega del botteghino, e tira fuori una versione lisergica di Alice nel paese delle miserie. Are you child enough? il Treno per il Darjeeling Poesia policroma di unIndia come estroflessione caotica e meravigliosa dellaffettività familiare. Per tutti quelli che si vogliono bene ma si spruzzano il pepe in faccia. la Promessa dellassassino Cronenberg prosegue indisturbato il suo viaggio nella mutazione antropologica/morfica. Il perfetto Viggo è lultimo stadio di questa metamorfosi, luomo senza identità. La mutazione si fa, infine, esistenziale. Pur validissimi Non è un paese per vecchi Gomorra American gangster Cloverfield Gone baby gone Sorpresa Lars e una ragazza tutta sua Genio puro, pamphlet sociale, corrosione degli archetipi affettivi comuni, grande Gosling, nuova icona dellattore trasformista (ora che Norton si è prepensionato e Thornton è scappato alle Cayman). Bluff un Bacio romantico Fuffa americanoide di un grande maestro del cinema che se perdeva il volo per gli USA era meglio. Caro Wong, nel prossimo film mi ci metti Shakira, per favore? E venne il giorno Per dirci di non maltrattare le piante non serviva far fare la figura del coglione a Mark Wahlberg. Occhio Shyamalan: qualcuno qui ha esaurito la pazienza. Piero DAscanio in ordine di uscita in sala Nella valle di Elah Haggis mutua la lezione di Mastro Clint, e licenzia il suo capolavoro. Opera devastante e lucidissima, ci lascia negli occhi tante lacrime e un finale straordinario. Rischia dessere il film dellanno. la Promessa dellassassino Il grande autore canadese ha definitivamente scoperto la vena aurifera del classicismo. Noi ce ne rallegriamo. In questo Eastern Promises egli imprime ad un soggetto esplosivo un passo narrativo inarrestabile e terribilmente necessario. Due, tre, quattro scene da antologia. Suggerire tutto a partire da un dettaglio: guardate il momento in cui la macchina del protagonista si ferma ad un passo dalla moto della Watts, allinizio del film. Cronenberg ormai maneggia il cinema come un samurai la spada. Capolavoro. Into the wild La condivisione, le persone, il senso ultimo delle cose. Non la fuga, non la ribellione. Le terre estreme sono già qui. Ipnotico, viscerale, profondamente selvaggio. Gone baby gone l exploit registico dellinsospettabile Ben Affleck dovrebbe a buon diritto svettare tra le Sorprese di questa stagione. Ma è un ambito che gli si rivelerebbe immediatamente stretto. Gone baby gone è uno dei grandi film dellanno: noir spietato e taglientissimo - la storia è desunta da un Lehane dannata -, interlocutorio nella prima parte, mozzafiato nella seconda, sempre benissimo ambientato, si avvale di una mirabile stringatezza narrativa e di caratterizzazioni di assoluta classe. Malamente distribuito, e per questo relegato in proiezioni da oratorio. Che scempio. il Treno per il Darjeeling Lultimo approdo del cinema di poesia andersoniano è una sinfonia di musica e colori che lascia abbagliati, quasi storditi, inevitabilmente commossi. I Tenenbaum nellIndia di Renoir. Uno di quei film che dopo si sta un gran bene. Di certissima riuscita, e degni di figurare in cima alle più impervie Top Five (ma non nella mia, per questanno) American gangster Non è un paese per vecchi Cloverfield Sorpresa Across the universe Emozione urlata, e (inaspettatamente) travolgente. Lars e una ragazza tutta sua Emozione sussurrata, e (clamorosamente) commovente. Bluff E venne il giorno Più dellormai preventivato Argento - geniale creatore di efficacissime parodie horror -, o dellinnocuo Francis Lawrence, la stagione in via di conclusione ha registrato le sonore cadute di gente come Tim Burton, Night Shyamalan, Bob Redford. Il razzie lo assegneremmo tuttavia allindiano, colpevole di aver sacrificato il suo poderoso stile sullaltare del blockbuster; laddove nella netta non riuscita di Sweeney Todd sintravede ancora la filigrana del grande autore. Talmente complesso da non esserne ancora venuto a capo il Petroliere Non visto ma ugualmente straordinario (se lemozione per un film sta anche nella sua attesa) il Cavaliere oscuro Giuliano Tomassacci American gangster Scott si affida alla potente sceneggiatura di Zaillian e argina, invece di tracimare; mormora anziché eccedere in acuti; organizza piuttosto che abbandonarsi allenfasi tumescente. E gestisce una della sue migliori regie di sempre. Washington e Crowe sbaragliano. il Divo Un altro cinema (italiano) è possibile. Snocciolando Petri, Rosi e Fellini come codici vissuti e non alla stregua di semplici emanazioni velleitarie, laffresco surreale di Sorrentino arriva ad ipnotizzare. Il dosaggio estremo tra audio e visivo segnala il grottesco attraversamento di nuovi confini estetici. E quel cristallo di lacrima sofferta, pendente dallocchio di Servillo negli ultimi fotogrammi sancisce la possibilità di fare cinema anche senza inondare la platea. Onora il padre e la madre Anatomia di una tragedia. La parola ai giurati come sarebbe stato con i flashback al posto dei dialoghi. Il maestro Lumet, anche nel confronto con la farraginosa frammentazione temporale, non mostra il fianco. Camerawork sublime, messinscena senza alternative, sguardo impietoso. Finney, nellultimo segmento, ritrae il folle baratro dellumanità. Gomorra Il tabù dellirriproducibile, del non svelabile e dellimpossibile da credere diventa fantascienza sul grande schermo. Mondi alieni pedinati incessantemente. Ma il neo-melodismo in saturazione, le lampade solari e il cemento connivente delle vele non sono propaggini di musica mutante, teletrasporti o bastioni di Orione. Qualche volta la camera a mano eccede, lo stile esagera, ma ancor di più si naviga tra straniamento e nausea. Indiana Jones e il regno del teschio di cristallo Tra i migliori sequel tardivi mai realizzati. Spielberg costruisce un film che è tutto lopposto delle promesse fatte e scansa le facili (troppe) aspettative. Per una volta il muro di riservatezza sul plot ha funzionato decentemente e il solo fatto di riuscire a stupire genuinamente vale il prezzo del biglietto. Sorpresa Cloverfield Bluff Non è un paese per vecchi Stefania Leo il Divo Oltre il biopic, oltre la Storia: ritratto dell'eccellenza del male nella natura umana. Gomorra Il cinema torna a essere verità 24 volte al secondo. In amore niente regole la commedia romantica ha ritrovato l'ironia. Iron man i supereroi tornano a stupire. Non è un paese per vecchi lo sguardo dei fratelli Coen sull'America di Cormac McCarthy: una combinazione esplosiva. Sorpresa l'Anno in cui i miei genitori andarono in vacanza Lars e una ragazza tutta sua Bluff un Bacio romantico Marco Giallonardi lo Scafandro e la farfalla Into the wild Giorni e nuvole Molte emozioni convinte in mezzo ad alcuni difetti (tutto sommato trascurabili) Cous cous il Divo Genialità al lavoro con qualche piccola sbavatura Cloverfield Grande spettacolo (a buon mercato) con piccoli mezzi il Treno per il Darjeeling lAbbuffata Il peggio del peggio spacciato per cinema dautore Paranoid Park Molto compiacimento ma anche le più coraggiose sperimentazioni Purtroppo non visti ma di sicura riuscita In Bruges Alexandra gli Acchiappafilm Luca Di Natale 1) Into the wild Perché tutti abbiamo desiderato fuggire, almeno una volta. 2) Lars e una ragazza tutta sua Amore di plastica, sincero e commovente. 3) Nella valle di Elah La guerra negli occhi del padre di un soldato. 4) American gangster Scott/Crowe come dovrebbero essere, lontani da ottime annate... 5) Cloverfield La rinascita del monster-movie con annessa nausea da giro sulle montagne russe. Sorpresa Lars e una ragazza tutta sua Perché poteva scivolare nei pressi della farsa alla Alvaro Vitali e invece... Bluff Indiana Jones e il regno del teschio di cristallo Brutto, inutile, incoerente e con un titolo già troppo lungo. Koepp, lascia perdere... Luca Persiani In ordine alfabetico American gangster Cinema classico a narrazione forte. Crank Cinema di serie b come s'usava ai tempi miei. Grindhouse - planet terror Cinema di zombi e gente che si scioglie. Nella valle di Elah Cinema classico minimale ma fico. Shine a light Cinema di vecchie rockstar in fiamme. Sorpresa the Kingdom Cinema di guerra controverso e intenso. Bluff Cloverfield Cinema di marketing non corrisposto. Indiana Jones e il regno del teschio di cristallo Cinema legnoso, palloso, troppo parlato. Non è un paese per vecchi Cinema di intellettuali snob sadici. la Promessa dellassassino Cinema di corpo ma senza scheletro. il Treno per il Darjeeling Cinema di Vuitton e iPod. |