Giugno 2004
a cura di Stefano Finesi
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mercoledì
30 giugno
“Due grandi cineasti ancora in attività, che hanno
lasciato un segno profondo nel cinema del XX secolo, contribuendo
a ridefinirne la modernità”: è con questa
motivazione che la Biennale di Venezia annuncia i Leoni alla carriera
della prossima mostra, destinati a due grandi vecchi del calibro
di Stanley Donen e Manoel de Oliveira. Quest’ultimo, notoriamente
ancora indomito, coglierà l’occasione anche per presentare
in laguna l’ultima fatica, O Quinto Imperio,
un kolossal su re Sebastiano del Portogallo |
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mercoledì
30 giugno
Muore a settant’anni, presso l’ospedale romano Fatebenefratelli,
lo storico e critico del cinema Lino Miccichè. Studioso,
organizzatore, divulgatore, regista, sceneggiatore, docente universitario,
Miccichè resta una delle figure più importanti del
cinema italiano degli ultimi quarant’anni: pescando nel suo
curriculum sterminato, lo ricordiamo almeno come fondatore nel 1965
della Mostra Internazionale del Nuovo Cinema di Pesaro, che dirigerà
sino al 1988 trasformandola in una kermesse di valore internazionale,
come presidente del Sindacato Nazionale Critici Cinematografici
Italiani, come presidente della Biennale Cinema e della Scuola Nazionale
di Cinema, nonché come documentarista, autore fra gli altri
di All'armi siam fascisti, realizzato nel 1962
con Lino Del Fra e Cecilia Mangini. Un grande progetto ancora in
fase di realizzazione (e adeguato testamento) rimane la Storia del
cinema italiano in 15 volumi, di cui sono già usciti i primi
quattro |
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mercoledì
30 giugno
Un’indagine realizzata dall'università La Sapienza
di Roma e presentata alle Giornate Professionali di Genova, conferma
qualcosa che non aveva bisogno di conferme: gli italiani preferiscono
la tv al cinema. Secondo le interviste realizzate, la metà
degli interpellati ammette di frequentare meno le sale rispetto
a cinque anni fa e di preferire il piccolo schermo: il 31,1% dichiara
di non avere tempo libero, il 16,5% preferisce l'homevideo, il 15,9%
non è interessato al cinema, il 10,9% è pigro (questa
voce è particolarmente inquietante), il 5,6% ritiene che
non ci siano film interessanti e per il 5,3% il biglietto costa
troppo. Nel frattempo, malgrado le buoni intenzioni di rilancio
della stagione estiva, gli incassi registrano la consueta flessione
di oltre il 40%, malgrado Harry Potter e Denzel Washington. |
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lunedì
28 giugno
La conferenza dei vescovi cattolici americani condanna con violenza
il documentario di Anthony Thomas recentemente trasmesso dalla tv
via cavo HBO sul celibato dei preti. Il film sarebbe colpevole di
stabilire una connessione tra l’obbligo del celibato e i recenti
scandali sessuali che hanno coinvolto la chiesa negli Usa, avviando
una puntuale e inquietante ricognizione sulle conseguenze della
repressione a cui ogni prete deve costringersi: tra le interviste
mostrate, quella di un prelato che ammette relazioni con diverse
donne e quella ben più tragica di un ex-ministro di dio arrivato
ad autocastrarsi per non perdere il controllo di sé.
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domenica
27 giugno
Con 21,8 milioni di dollari incassati nel primo weekend di programmazione,
Fahrenheit 9/11 è in testa al box-office
americano, oltrepassando già l’incasso globale in madrepatria
del precedente Bowling a
Columbine. Exploit previsto e ostacolato in diversi modi, continua
a trascinarsi dietro polemiche, invettive e dibattiti: tra gli ultimi
in corso, quello riguardante l’uscita del film in Dvd, i cui
diritti probabilmente verranno tolti di mano alla piccola Lions
Gate, sembra proprio per essere recuperati dalla Disney-Buena Vista,
gli stessi che avevano rinunciato alla distribuzione del film per
motivi scopertamente politici. Nel frattempo, la casa di Topolino
annuncia tagli alle spese di circa il 20%, tagli che andrebbero
a colpire soprattutto la Miramax, secondo alcuni analisti penalizzata
proprio dall’affaire Moore.
I sostenitori di Bush e/o boicottatori di Fahrenheit 9/11
trovano comunque un antidoto nella recente uscita di America’s
Heart and Soul, di Louis Schwartzberg, toccasana imbattibile
per ritrovare fiducia nel sogno americano, messo a dura prova da
quel cattivaccio di Moore: il documentario in questione è
una specie di viaggio negli Usa alla ricerca di storie commoventi
e esemplari che testimonierebbero la generosità dello spirito
americano, in una gamma che va dal ciclista cieco che scala l’Everest
all’ex-rapinatore nero che diventa pugile olimpico. Per una
devastante coincidenza, distribuisce il film la cara, patriottica
Disney.
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sabato
26 giugno
Apre a Riccione il cinema con lo schermo più grande d’Europa,
29 metri di base per un’altezza paragonabile a quella di un
palazzo di 7 piani. L’Imax, poco celebrato in Italia, viene
rilanciato alla grande con quest’iniziativa realizzata in
collaborazione con l’inevitabile Medusa e collocata nella
caciara dell’intrattenimento romagnolo a fianco dei parchi
Aquafan e Oltremare. Il primo film che sarà proiettato è
Blue Planet, documentario girato dall’equipaggio
dello Shuttle, seguito dal sottomarino The Living Sea;
ma il vero evento sarà a settembre, quando James Cameron
presenterà in teleconferenza il suo già leggendario
The Ghost of The Abyss, girato all’interno
dei relitti del Titanic. |
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giovedì
24 giugno
Secondo la rivista americana Forbes è Mel Gibson il personaggio
famoso più potente degli Stati Uniti, dopo l’incredibile
successo de La Passione di
Cristo. Seguono il golfista nero Tiger Woods e la star dei talk
show Oprah Winfrey, che Michael Moore nel suo ultimo libro vorrebbe
addirittura candidare alle presidenziali. Tra le stelle del cinema,
Tom Cruise guadagna un dignitoso quarto posto, Steven Spielberg
e Johnny Depp si piazzano rispettivamente nono e decimo, mentre
scompaiono dalla classifica Jennifer Lopez e Ben Affleck, solo un
anno fa accreditati come la coppia più potente d'America.
Per quanto riguarda Mel Gibson, però, si fa strada una voce
di corridoio che lo vorrebbe sempre più inviso ai grandi
studios, colpevoli di non voler più sottoporgli un copione
come attore. Forse un ennesimo capitolo di Arma Letale
non si concilierebbe bene con lo spirito evangelico che ormai avvolge
il divo dalla testa ai piedi. |
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giovedì
17 giugno
Dopo le incognite della distribuzione per il veto Disney, un altro
ostacolo da saltare per Michael Moore e il suo Fahrenheit
9/11, a cui la MPAA (Motion Picture Association of America)
ha deciso di assegnare la temuta R, ossia il “restricted”
che ne impedisce la visione ai minori di 17 anni non accompagnati
e getta nel panico parecchi esercenti americani. Tom Ortenberg,
presidente della Lions Gate Films, che distribuirà il film
negli Usa in circa 1000 copie, promette di ricorrere in appello,
mentre il vecchio Mike commenta: “Sfortunatamente è
probabile che molti adolescenti che hanno 15 e 16 anni siano chiamati
e arruolati per servire in Iraq il loro Paese nei prossimi due anni.
Se hanno l'età per essere arruolati e se sono giudicati capaci
di combattere e rischiare la loro vita, meritano certamente di essere
autorizzati a vedere ciò che accade in quella terra”.
Massimo appoggio da parte nostra ovviamente, malgrado lo scetticismo
nel considerare la R una forma di censura mirata e persecutoria,
visto che la stessa sorte è toccata negli Usa a un film come
The Ladykillers, e la cosa
fa piuttosto sospettare un clima generale di crescente e inquietante
puritanesimo. |
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sabato
12 giugno
Per i primi sei mesi del 2004 è La
Passione di Cristo di Mel Gibson il film che ha rastrellato
più incassi nel pianeta, con la ragguardevole cifra di 608
milioni di dollari; segue Troy, targato
Warner Bros., con 419 milioni, di cui ben il 70% fuori dagli Stati
Uniti, e The Day After Tomorrow,
catastrofica creatura della Fox che raggiunge 398 milioni. Il contributo
italiano al successo imprevisto del film di Gibson non è
indifferente, visto che da noi La
Passione di Cristo ha incassato oltre 20 milioni di euro, non
solo battendo campioni nazionali del calibro di Boldi e De Sica,
ma piazzandoci al secondo posto degli introiti planetari, solo dopo
gli Usa ma prima di Gran Bretagna, Spagna, Francia, Messico, Brasile.
Gibson, intanto, invece di porgere l’altra guancia, fa causa
alla più grande catena di sale cinematografiche americana,
la Regal Entertainment Group, rea di non aver corrisposto alla sua
Icon la percentuale pattuita del 55% sugli incassi, equivalente
alla bellezza di 40 milioni di dollari. A dar retta alla parabola
dei talenti, però, non avrebbe tutti i torti. |
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giovedì
10 giugno
Esce nelle sale americane, con una distribuzione minima, il documentario
Control Room, dedicato al tv del Qatar Al-Jazeera,
di cui viene sfatato il mito di emittente anti-americana alimentato
soprattutto da Donald Rumsfeld e falchi associati. Probabilmente
unica voce del mondo arabo ad avere una diffusione planetaria, per
riuscire nell’impresa Al-Jazeera ha adottato uno stile e un
punto di vista mediamente occidentali, ma se il documentario mostra
uno dei suoi producer confermare che accetterebbe senza problemi
un impiego alla Fox, fa anche vedere come sia l’unica ad assicurare
una copertura obiettiva a eventi come il crollo della statua di
Saddam: mentre i media americani mostravano solo i ragazzi esultanti
intorno al monumento crollato, l’emittente araba, con una
semplice inquadratura più ampia, dimostrava come la piazza
fosse completamente deserta. |
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lunedì
7 giugno
Nei tempi della viscerale lotta alla pirateria, un conflitto d’interessi
per Steve Jobs, a capo della Apple e della Pixar, la quotatissima
casa d’animazione digitale: la questione sono i masterizzatori
Dvd di cui Jobs ha scelto di non dotare i suoi computer fino a che
non sarà messo a punto un software di sicurezza che impedisca
la registrazione dei film trasmessi in Digital Hi-Definition TV,
futuribile equivalente televisivo della qualità Dvd. Per
questo ha anche lanciato un appello a Hollywood, in modo da rallentare
l’inarrestabile cavalcata tecnologica per favorire lo sviluppo
delle tecniche antipirateria. Ragazzi, se si potesse risolvere così
ogni conflitto di interessi… |
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sabato
5 giugno
Muore a 93 anni, dopo una lenta agonia dovuta al morbo di Alzheimer,
l’attore Ronald Reagan, stella hollywoodiana minore ma molto
amata, anche grazie al talento dei registi con cui ha avuto la fortuna
di lavorare nell’arco di 25 anni di carriera, dal 1939 al
1964: brillano infatti nel suo carnet nomi come quelli di Raoul
Walsh, Sam Wood, Michael Curtiz, Allan Dwan, Don Siegel. Laureato
in Scienze Sociali, giornalista prima di iniziare a recitare e poi
presidente del sindacato attori di ovvie simpatie democratiche,
si sono perse notizie di lui quando nel 1966 si candidò inaspettatamente
come governatore della California per il partito repubblicano.
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venerdì
4 giugno
Muore a 83 anni, nell’ospedale Nuovo Regina Margherita di
Roma, Nino Manfredi, ultimo portabandiera di quella commedia all’italiana
che non c’è più. Dopo Gassman, Sordi e Tognazzi,
se ne va “l’orologiaio”, come lo amava definire
Dino Risi per la sua meticolosità, se ne va il più
commovente e popolare interprete dei perdenti, che dalle origini
ciociare e contadine aveva tratto la capacità ineguagliabile
di tratteggiare eroi destinati alla sconfitta, ma dotati di grandissima
umanità. |
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giovedì
3 giugno
Ennesima classifica dei film più terrificanti di tutti i
tempi, stavolta compilata dalla rivista britannica SFX, che riportiamo
con un certo orgoglio per la vittoria di Halloween,
di quel John Carpenter
a cui Off-screen dedica una rassegna proprio questi giorni. Seguono,
con le solite esclusioni e/o inclusioni che fanno storcere il naso,
La notte dei morti viventi, Gli Invasati
(una sorpresa, cultone di Robert Wise del 1963), Psycho,
Non aprite quella porta,
La sposa di Frankenstein, Ringu,
L’Esorcista, Alien,
Shining. |
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