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^I'm not there,
di Todd Haynes Top 5 I'm not there di Todd Haynes Dal genio fino ad ora discontinuo di Haynes una biografia emozionale di Dylan, cantore disilluso e poliedrico dell’America dei “losers”. Un puzzle di grandi ambizioni che trova un incredibile equilibrio cinematografico grazie soprattutto alla messa in scena folgorante del regista ed alla musica dolorosa del protagonista. Cate Blanchett e gli altri interpreti sono perfetti. he Assassination of Jesse James by the coward Robert Ford di Andrew Dominik Dalle traversie produttive legate allo scontro Dominik/Warner è uscito un grande western crepuscolare, stilizzato ed insieme realistico, che racconta in filigrana il rapporto molto contemporaneo tra mito ed identità, sia singola che collettiva. Pitt è intenso nel ruolo meno cesellato, ma la vera sorpresa è un Casey Affleck da antologia. In the valley of Elah di Paul Haggis Definitivamente introiettata la lezione di Clint Eastwood, Paul Haggis sforna un melodramma di rara potenza espressiva, condotto con partecipazione da un Tommy Lee Jones che ormai è diventato un’icona. Questo è il vero “film politico” di Venezia 64, in quanto testimonia con amore il disperato bisogno di una guida, di un riferimento, che ha la “vecchia guardia” americana alle prese con l’irrazionalità della guerra in Iraq. la Graine et le mulet di Abdellatif Kechiche La confusione culturale di gente sradicata e non ancora a casa. Il distacco tra due culture, quella magrebina e quella francese, che ancora non sembrano trovarsi intorno ad un tavolo. Kechiche rende commovente il racconto corale, ed ha il coraggio di espandere la narrazione fino ai limiti del fastidio, per fa partecipare lo spettatore a questo incontro/scontro tra persone che vivono la diversità come primo riferimento per arrivare alla comprensione. Man from Plains di Jonathan Demme A ventisette anni dalla fine della sua presidenza, Jimmy Carter sembra essere rimasto l’ultimo vero democratico in America, l’ultimo che ha ancora il coraggio di denunciare il sistema di oppressione israeliano nei territori palestinesi definendolo come “Apartheid”. Demme segue con partecipazione questo grande statista troppo presto accantonato, che ad 83 anni ha il coraggio di rinfacciare all’America - ed al mondo intero - ciò che non va realmente in Medio Oriente. Capolavori ritrovati Blade Runner: the Final Cut di Ridley Scott Tim Burton’s Nightmare Before Christmas 3-D di Henry Selick Promossi [REC] di Jaume Balaguero e Paco Plaza Lust, caution di Ang Lee Atonement di Joe Wright Bad Detective di Johnny To The Darjeeling Limited di Wes Anderson la Zona di Rodrigo Pla Le Ragioni dell’aragosta di Sabina Guzzanti La Fille Coupee en Deux di Claude Chabrol It’s a Free World… di Ken Loach Sleuth di Kenneth Branagh Sous les bombes di Philippe Aractingi Rimandati Redacted di Brian De Palma Michael Clayton di Tony Gilroy 12 di Nikita Mikhalkov Il Dolce e l’amaro di Andrea Porporati Sukiyaki Western Django di Takashi Miike the Nanny diaries di Robert Pulcini e Shari Springer Berman Bocciati Nessuna qualità agli eroi di Paolo Franchi L’Ora di punta di Vincenzo Marra La Ragazza del lago di Andrea Molaioli Cassandra’s Dream di Woody Allen Glory to the Filmaker! di Takeshi Kitano Disengagement di Amos Gitai The Nines di John August Elenco premiati Leone d'oro: Lust, caution di Ang Lee Leone d'argento per la regia: Brian De Palma per Redacted Premio speciale della giuria: ex-aequo a the Nanny diaries, I'm not there Coppa Volpi miglior attrice: Cate Blanchett per I'm not there Coppa Volpi miglior attore: Brad Pitt per The Assassination of Jesse James by the coward Robert Ford Leone d'oro all'opera: Nikita Mikhalkov per 12 Osella per la sceneggiatura: Paul Laverty per It's a Free World… Osella per la fotografia: Rodrigo Prieto per Lust, caution Leone d'oro per il 75° anniversario: Bernardo Bertolucci Premio Marcello Mastroianni: Hafsia Herzi per the Nanny diaries |