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Michael Clayton è un faccendiere
che lavora presso uno dei più importanti studi legali di New
York. Prendendo ordini dal co-fondatore dello studio Marty Bach, Clayton,
ex-pubblico ministero nato in una famiglia di poliziotti, sbriga gli
affari più sporchi dello studio Kenner, Bach e Leeden cercando
di rimediare ai guai commessi dai suoi facoltosi clienti. Pur essendo
stufo del suo lavoro, Clayton è legato a doppio filo ai titolari
dello studio perché il divorzio, la passione per il gioco dazzardo
e unavventura imprenditoriale finita male gli hanno fatto accumulare
una montagna di debiti. Al contempo Karen Crowder, capo dellufficio
legale della U/North, società che opera nel settore dei prodotti
chimici per lagricoltura, si sta giocando la carriera sullesito
di una class action nella quale la sua società viene
difesa dallo studio di Clayton. Quando lesito del processo appare
scontato, il brillante Arthur Edens, avvocato civilista di punta della
Kenner, Bach e Leeden, ha un crollo psicologico che lo porta a sabotare
lintera causa minacciando di ribaltarne lesito. A quel punto
toccherà a Michael Clayton tentare di risolvere un disastro senza
precedenti e nel farlo sarà costretto a fare i conti con ciò
che è diventato.
A scorrere i credits prima di avere visto il film, la speranza di ritrovarsi
in quei meravigliosi interstizi fra grande cinema e intrattenimento
di qualità si mescola con il timore di assistere allennesima
riproposizione di un marchio produttivo, stilistico, autoriale e tematico
che ormai produce nello spettatore la fastidiosissima sensazione di
déjà vu. Il film di esordio dietro la macchina da presa
di Tony Gilroy, uno degli sceneggiatori più in voga nel cinema
hollywoodiano (lAvvocato del diavolo, the
Bourne Identity e the Bourne Supremacy), prodotto
da Sidney Pollack, con Steven Soderbergh e George Clooney in veste di
executives, smentisce (anche se non del tutto) i timori, conferma la
speranza e va addirittura oltre. Michael Clayton è sì
modellato sul genere del legal thriller che riunisce film come il
Socio (Sydney Pollack) ed Erin Brockovich
(Steven Soderbergh). Ma non si limita affatto a quello e scava vorticosamente
in profondità. A partire dalla sequenza iniziale: sguardo teso
e frantumato nei dettagli di un mondo decostruito, seguito dalla voce
fuoricampo che getta la prima tessera di un puzzle che si rivelerà,
tuttavia, molto meno complesso di quanto ci si potesse aspettare. Attenzione:
soltanto a livello diegetico. È nel sottotesto politico e nella
dimensione autoriflessiva del testo che si dispiega la complessità
del senso. Michael Clayton-personaggio è la tematizzazione diegetica
di Michael Clayton-film, sineddoche, a sua volta, di
buona parte del cinema americano che è prima di tutto sguardo
sul mondo per il mondo, visione prodotta dai regnanti e destinata alle
province dellImpero. Spieghiamo meglio. Il protagonista, interpretato
da George Clooney, che costruisce la verità per difendere
gli interessi di clienti facoltosi, salvo poi entrare in crisi di coscienza
davanti alla verità vera e redimersi, è metafora di quel
cinema americano che, tutto sommato, continua a veicolare nel mondo
significati imposti, visioni politiche del mondo costruite a tavolino;
fino a quando non entra in crisi e si trasforma in cinema di denuncia
che, in realtà, poco denuncia, perché la denuncia allinterno
della società dello spettacolo, debordianamente intesa, è
inutile e inefficace. Il finale falsamente consolatorio diventa allora
estremamente significativo in questa prospettiva, perché è
laffermazione dellimpossibilità di un altro cinema
politico che non sia quello previsto e tollerato dentro i confini dellentertainment.
Su un gradino più in alto: chi se non gli Stati Uniti dAmerica
sono i narratori, i cantori della nuova epica oltre la postmodernità,
gli autori della grande narrazione costruita intorno alla
lotta fra Bene (lOccidente democratico e liberale) e Male (lIslam
come nuovo nazi-fascismo) che di tanto in tanto si redime e cambia rotta?
Vertigine dello sguardo, mise en abîme del senso, così
come Syriana e Babel
furono le dichiarazioni di morte definitiva dello sguardo e del senso
unitario, Michael Clayton si configura come una lucida
e sofisticata cartina di tornasole che fa esplodere la cattiva coscienza
dellImpero e evidenzia come lunica verità possibile
sia la verità della rappresentazione. Il fatto che George Clooney
sia al tempo stesso personaggio alla ricerca della verità, antieroe
noir (s)legato (d)alle convenzioni del genere, divo e icona dello star
system alla ricerca della verità attoriale (si veda il lungo
primo piano che accompagna i titoli di coda) è unulteriore
sintomo di tutto questo.
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