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La stroncatura radicale espressa
dal teschio qui sopra non va attribuita tanto alla pellicola - comunque
piuttosto deludente - quanto allautore, che ormai da troppo tempo
continua a produrre una quantità industriale di cinema scotto
e fatalmente ripetitivo. Chi scrive considera ormai Woody Allen una
continua delusione, che non sforna un vero capolavoro dallo sfolgorante
Ombre e nebbia, quindi da ben
più di quindici anni. In tutto questo tempo il cineasta ha vivacchiato
di alcuni lavori azzeccati - su tutti lo scoppiettante la
Maledizione dello scorpione di giada, qualche battuta riuscita e
tanta, troppa fama acquisita. Anche il suo lungometraggio più
acclamato di questi ultimi tempi, Match Point,
è stato a nostro avviso totalmente sopravvalutato, in quanto
riproposizione annacquata e vagamente superflua di un capolavoro come
Crimini e misfatti, targato 1989. E questo suo ultimo,
sonnolento noir getterà probabilmente una nuova luce anche sullaltro
film, come questo ambientato a Londra anche se in un contesto sociale
più basso e popolare. Storia di fratellanza, di ascesa sociale
e della solita, ormai forse trita dicotomia tra libero arbitrio ed etica
individuale (basta, Woody!!!), Sogni e delitti si muove
traballante nella sua impalcatura da melodramma distaccato, trovandosi
come era già accaduto a Match Point
a metà strada tra tessuto narrativo giallo e rappresentazione
frivola di un ambiente sociale e culturale. Per di più la sceneggiatura
propone situazioni accademiche e personaggi che vengono presentati come
potenzialmente intriganti - vedi la misteriosa e bellissima Angela /
Hayley Atwell. Anche gli attori scelti a formare il cast, pur essendo
nomi di primissimo piano, non contribuiscono ad innalzare al qualità
dellopera: se Ewan McGregor mantiene uno standard recitativo accettabile,
a franare sotto limpulso dellistrionismo fine a sé
stesso sono Tom Wilkinson e soprattutto Colin Farrell, il quale dimostra
di avere costantemente bisogno di essere tenuto a freno da registi che
ne sappiano sfruttare lindole burrascosa. Mann cè
riuscito, Allen decisamente no.
Senza nessuna ragione apparente allultimo festival di Venezia
la Filmauro, che per la prima volta distribuisce nelle nostre sale un
film di Woody Allen, decise di cancellarne due proiezioni delle tre
previste. Con enorme fortuna ed un minimo di sagacia siamo riusciti
ad agganciare lunica visione possibile di Sogni
e delitti al festival, e questa recensione è il frutto
dunque di una visione della pellicola che data ormai qualche mese. Sicuramente
il giudizio complessivo sullopera non cambierebbe attraverso una
visione più recente: il film è indiscutibilmente scentrato,
non riuscito. Resta il fatto però che unanalisi più
accurata di meccanismi narrativi e scelte estetiche difficilmente può
prescindere da unanalisi più fresca (scusate
il termine) di quanto non labbiamo noi. Il fatto è che
la Filmauro, che per la maggior parte dei casi distribuisce pellicole
che non hanno bisogno del plauso della critica, ha furbescamente evitato
il più possibile di far vedere Sogni e delitti
probabilmente intuendone la scarsa possibilità di piacere agli
addetti alle recensioni. Centra forse anche lidea commerciale
di farlo passare come un thriller dalla suspence altissima e dal ritmo
forsennato? Probabile, visto come è stato montato il trailer
che si vede in Tv. Scelte di marketing che spesso premiano, non cè
che dire. In quanto al rispetto di chi paga il biglietto per vedere
un determinato spettacolo, o di chi svolge questo lavoro di critica
con passione e dedizione, beh, è tuttaltro discorso
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