John Carpenter

Biografia
a cura di Luca Persiani


John Carpenter
  Lei ha scritto, diretto, musicato, montato e prodotto molti dei suoi film. Come si barcamena fra tutte queste responsabilità?
Con grande difficoltà.

Infanzia e cinefilia
John Howard Carpenter nasce il 16 gennaio 1948 a Carthage, New York da Milton Jean Carter e Howard Ralph Carpenter, e cresce a Bowling Green, Kentucky, dove il padre è a capo del dipartimento musicale della Western Kentucky University. Iniziato alla composizione dal genitore (sessionman prestigioso per Roy Orbison, Frank Sinatra, Brenda Lee e altri), Carpenter curiosamente disimpara col tempo a leggere la musica, pur realizzando, in collaborazione con Alan Howarth, le colonne sonore di tutti i suoi film.
Fin da giovanissimo è avido spettatore dei classici del cinema di fantascienza, e in generale dei b-movie americani anni '50 e i western di John Ford e Howard Hawks. In particolare ricorda quali esperienze di grande impatto pellicole come Destinazione… terra! (1953, in 3D), Il mostro della laguna nera, entrambi di Jack Arnold, e Il pianeta proibito (1956), di Fred Macleod Wilcox, nonché Un dollaro d'onore, di Hawks (1959). Affettuosi omaggi indiretti a questo cinema si ritrovano nell'uso di pseudonimi - sotto cui si cela lo stesso Carpenter - come John T. Chance (il personaggio di John Wayne in Un dollaro d'onore), accreditato come montatore di Distretto 13, o Martin Quatermass (il protagonista dell'omonima serie), sceneggiatore de Il signore del male; il Sam Loomis di Halloween (il personaggio interpretato da Donald Pleasance), ha lo stesso nome del fidanzato di Janet Leigh in Psycho.
Dal 1961 Carpenter comincia a realizzare cortometraggi in 8mm dai titoli inequivocabili: Revenge of the colossal beasts, Terror from space, Warrior and the demon, Sorcerer from outer space, Gorgo versus Godzilla, Gorgon, the space monster, Firelight. Parallelamente fonda un'attiva fanzine dedicata al cinema fantastico, "Fantasy Film Illustrated", e canta e suona il basso in una band locale, i "Kaleidoscope". Più tardi farà parte, con il regista Tommy Lee Wallace, dei "The Coupe de Villes" che compaiono in 1997: fuga da New York e ne Il ragazzo che sapeva volare (1986) di Nick Castle, altro membro del gruppo.

John Carpenter, filmmaker
Nel 1968 si iscrive alla University of Southern California (USC) di Los Angeles dove frequenta i corsi di regia, fotografia e montaggio. Si appassiona al cinema di Sergio Leone, Fritz Lang e Roman Polanski, incontrando come studente numerosi filmmakers, tra cui Hitchcok, Ford, Welles, nonché il suo idolo Hawks: "...era piuttosto freddo. E raccontava sempre le stesse vecchie storie. Un sacco di frottole, oltretutto". Realizza circa undici cortometraggi, fra cui Lady Madonna e il soggetto, il montaggio e le musiche di The resurrection of Broncho Billy, di James R. Rokos (oscar 1970 per miglior soggetto di cortometraggio).
Un altro corto di fantascienza in 16mm dal taglio umoristico intitolato Electric dutchman (poi Cosmic dutchman, Night of the cold sun, The planet fall, The planet smashers) e scritto con Dan O'Bannon (Alien), inizialmente pensato come saggio di diploma, viene gonfiato a lungometraggio - con una spesa complessiva di 60.000 dollari - e distribuito al cinema nel 1974 col titolo Dark star. Carpenter descrive la lavorazione, piena di contrasti personali con O'Bannon e legali con l'USC (sui diritti di sfruttamento del film), come "una delle più difficili, brutalizzanti, devastanti e soddisfacenti esperienze della mia vita". Il film, poverissimo e geniale apologo SF pieno di ritmo e invenzioni, dopo le reazioni positive di diversi festival non ha successo in America, dove viene malamente distribuito come un prodotto underground à la John Waters e non recepito dal pubblico della controcultura dell'epoca. Ma Hollywood ha fatto in tempo a notare il giovane cineasta.

Nell'industria
A partire dalla seconda metà degli anni '70 Carpenter scrive alcune sceneggiature fra cui "Eyes" (poi più volte rimaneggiato da altri scrittori e realizzato da Irvin Kershner nel 1978 col titolo Gli occhi di Laura Mars), Il giorno della luna nera (realizzato da Harley Cokliss nel 1985), Blood river (realizzato nel 1991 da Mel Damski ma originariamente destinato a John Wayne e Howard Hawks!) e Prey (mai prodotto, una specie di versione femminile di Un tranquillo week-end di paura).
La regia successiva di Carpenter è Distretto 13 - le brigate della morte (1976), sorta di remake-omaggio attualizzato di Un dollaro d'onore, con tematiche e suggestioni vicine a La notte dei morti viventi (1968), di George Romero. Il film mostra una compiuta, originale e intensa padronanza dei ritmi e della composizione del cinema classico, incorniciati da un uso spietato e puntuale della violenza e da un affilato cinismo. Decisiva l'attitudine di Carpenter verso il Cinemascope: "...Carpenter è uno dei pochi filmmaker che fanno vivere la forma [del 2.35:1], così come il formato 1.85 diventa un'entità viva nell'opera di Spielberg e l'1.33 in quella di Murnau e Lang" (Kent Jones). Il successo in patria è scarso, ma dopo aver partecipato al London Film Festival il film assurge rapidamente allo status di cult.

The babysitter murders
Carpenter viene quindi ingaggiato dai produttori Moustapha Akkad e Irwin Yablans (già distributore di Distretto 13), che gli affidano il progetto "The babysitter murders". Il film è un thriller su un maniaco che terrorizza una teen-ager, ispirato a L'allucinante notte di una baby-sitter (Peter Collinson, 1972) e a Black christmas - un natale rosso sangue (Bob Clark, 1974). Nasce così il titolo che darà grande popolarità a Carpenter: Halloween - la notte delle streghe (1978). Scritto in otto giorni, girato in venti, prodotto con soli 300.000 dollari (la paga di Carpenter sarà di 10.000), diventa il più redditizio fra i film indipendenti degli anni '70 (ad oggi ha realizzato 75 milioni di dollari solo al botteghino americano), il capostipite di una serie ininterrotta di sequel e il vero prototipo del genere horror slasher. Comincia con questo film il sodalizio artistico tra Carpenter e la produttrice Debra Hill, anche co-sceneggiatrice del progetto, e quello col direttore della fotografia Dean Cundey. Halloween, superbo ed effettivo esempio di horror semplicissimo e stilizzato, scrive letteralmente le regole dello "slasher", regole che vent'anni dopo verranno riprese e parodiate con enorme successo da Wes Craven e Kevin Williamson (autore, fra l'altro, del soggetto di Halloween H20) nella trilogia di Scream. Un genere tipicamente maschile che però, curiosamente, viene inaugurato da una protagonista femminile forte, la Laurie Strode di Jamie Lee Curtis, unica in grado di opporsi a Michael Myers, boogey man dalla forza cieca e dall'identità confusa - celata dietro una maschera modellata sulle fattezze di William Shatner - tanto da meritare il nomignolo "The Shape". Un'emblema del male assoluto, poi più volte messo in scena da Carpenter in altri progetti e ispirato da una misteriosa e terribile esperienza personale, legata probabilmente alla figura paterna, esperienza che il regista cita in diverse interviste senza precisarne mai la natura.

La nebbia e New York
Tra il '78 e il 79, quando ancora non è chiara la portata del successo di Halloween, Carpenter realizza due film per la TV (distribuiti anche in sala in Europa): Pericolo in agguato e il biopic Elvis, il re del rock, col divo Disney Kurt Russell, poi frequente alter ego attoriale del regista. Nel 1979 sposa l'attrice Adrienne Barbeau, protagonista di Pericolo in agguato, Fog e 1997: fuga da New York. Quando Halloween, quasi contemporaneamente all'esito felice dell'Elvis televisivo, comincia ad incassare considerevolmente, Carpenter si ritrova improvvisamente nell'empireo dei registi highly bankable, capaci di creare grandi successi commerciali.
La successiva regia, primo film realizzato per una Major hollywoodiana (la AVCO), è l'evocativa ghost-story Fog (1979), nella quale la produzione, visto il primo montato, addirittura richiede al regista di inserire un po' più di violenza. È un altro successo, che apre a Carpenter le porte della Universal. La Major da il via alla preparazione dell'ambizioso La cosa, progetto già passato senza nulla di fatto nelle mani di Tobe Hooper e altri.
Mentre la complessa produzione del film prende forma, Carpenter realizza l'epocale action di fantascienza 1997: fuga da New York, che all'epoca della prima distribuzione in sala riceve un'accoglienza fredda. La fama del film cresce col tempo, tanto da venire ormai spesso citato come "the biggest cult classic of all time". 1997: fuga da New York segna la nascita di una nuova, modernissima icona filmica, lo "Snake" Plissken di Kurt Russell. Sul set anche un giovanissimo James Cameron, direttore della fotografia degli effetti visivi.
Carpenter fonda con la Barbeau la Hye Whitebread Productions, che fra i vari progetti prende in considerazione anche Total recall, adattamento di un racconto di Philip Dick proposto da Dan O'Bannon e realizzato molti anni dopo da Paul Vehroeven (Atto di forza, 1990).

Il cinema da un altro mondo
Mentre cura alcuni aspetti del franchising di Halloween (solo per quanto riguarda il secondo e il terzo episodio: "dopo il terzo, non ho dato più alcun apporto creativo. Mi sono limitato ad incassare gli assegni"), Carpenter realizza finalmente La cosa (1982), il cui budget è il più alto mai concesso al regista (15 milioni di dollari). Ispirato al racconto "Who goes there?" di William J. Campbell e al classico La cosa da un altro mondo di Christian Nyby e Howard Hawks, il film è un visionario horror estremo ad alto budget, la sintesi mirabile e definitiva dell'originale e sobrio stile narrativo carpenteriano, l'affermazione decisa di una nuova era di realismo negli effetti speciali (di Roy Arbogast, Albert Whitlock e Rob Bottin, quest'ultimo costretto ad un urgente ricovero per esaurimento nervoso al termine delle riprese) e il più clamoroso fiasco di pubblico e critica del regista, definito addirittura un "pornografo dell'orrore". Troppo nichilista, paranoico ed esplicito nella rappresentazione dell'orrore fisico delle mutazioni aliene per le platee dell'epoca, e in diretta competizione con la meravigliosa e consolante favola spielbergiana di E.T., il film affossa le quotazioni di Carpenter.
Il quale è così costretto a realizzare nel 1983 il kingiano Christine - la macchina infernale, solido ma non troppo ispirato, e poi nel 1984 il meraviglioso Starman ("un film per signorine", come lo definisce ironicamente il regista), vero e proprio atto di scuse di Carpenter nei confronti dell'industria hollywoodiana. Sempre nel 1984 divorzia da Adrienne Barbeau, poco dopo la nascita del figlio John Cody, e proprio sul set di Starman intreccia una relazione con la segretaria di edizione Sandy King.

Grandi budget e piccoli film
Il successo di Starman consente a Carpenter di girare Grosso guaio a Chinatown (1986), geniale divertissement omaggio al cinema di Hong Kong. Ma l'originale tentativo è un fiasco, decretato da un pubblico ancora lontano dal conoscere ed apprezzare il cinema di genere orientale e il suo spirito libero e parossistico, nel periodo in cui Quentin Tarantino era solo il commesso esaltato di una videoteca di Manhattan Beach.
Carpenter torna così a realizzare piccoli horror indipendenti, direttamente ispirati dalla sua nuova passione per la fisica quantistica: Il signore del male (1987) ed Essi vivono (1988) rivelano intatto il gusto della robusta ed ispirata messinscena low-budget che aveva fatto grande Distretto 13 e Halloween. Nel caso di Essi vivono, si fa largo prepotentemente un meglio definito afflato di indignazione sociale direttamente ispirato dall'America reaganiana, in cui, per la prima volta con una più marcata dose di realismo, converge tutto lo storico anti-autoritarismo del regista.
Nel 1990 Carpenter sposa Sandy King, che a partire dal 1988 era diventata produttrice dei suoi film. Nel 1992 è la volta di un altro exploit alimentare, comunque di grande stile: Avventure di un uomo invisibile, veicolo ad alto budget per il comico Chevy Chase - in cerca di affermazione come attore drammatico - di cui Carpenter è poco soddisfatto. "Mi sembra che Avventure di un uomo invisibile sia stato smussato [dalla produzione] un po' troppo. A quel punto mi ero stancato del business. L'esperienza non era stata divertente e mi ero stancato di fare film, di tutto quello che c'è intorno. Non mi divertivo più. Mi chiedevo: che cosa ci faccio qui? Perché lo sto facendo?"
Nonostante tutto, nel 1993 Carpenter gira due episodi del film per la TV Body bags - corpi estranei, co-diretto da Tobe Hooper. E' poi la volta di un nuovo, visionario fanta-horror, Il seme della follia (1995), cupa epica lovecraftiana di grande impatto che riporta Carpenter nel cuore dei fan. Non viene accolto altrettanto bene Il villaggio dei dannati, remake convenzionale del classico di Wolf Rilla (1960), che in America ha la sfortuna di uscire in sala una settima dopo l'attentato di Oklahoma City, di cui rimangono vittima numerosi bambini.

Integrità exploitation
Nel 1996 il testosteronico, roboante e ironico "sequel-remake" Fuga da Los Angeles, male accolto da pubblico e critica, rivela una particolare evoluzione dello stile di Carpenter, che si carica di una velocità e una furia fino ad ora inediti. L'anno dopo, Carpenter gira la sua prima incursione nel genere vampiresco, Vampires (record assoluto di incassi nel weekend di Halloween), un b-movie di grande impatto e di incredibile sforzo produttivo nonostante il budget limitato (Sandy King arriva a rinunciare al suo compenso per permettere una degna post-produzione audio del film).
Dopo aver tentato in vano di realizzare un remake de Il mostro della laguna nera, il trapasso del "cineasta classico" Carpenter nel contemporaneo post-moderno avviene con il definitivo Fantasmi da Marte (2002), un titanico exploitation che incrocia con ritmo forsennato e violenta ironia tutti i generi cinematografici americani visti dalla prospettiva del b-movie. Ormai definitivamente consacrato il suo autore come regista di importanza capitale (ma in America è ancora per quasi tutti i critici un realizzatore di baracconate fanta-horror), Fantasmi da Marte viene presentato fuori concorso alla Mostra del Cinema di Venezia. Durante uno spettacolo di mezzanotte il pubblico si scatena con partecipazione, trasformando la proiezione, fino ad allora caso unico nella storia del paludato festival della laguna, in un liberatorio happening da drive-in che coglie in pieno la coerenza, la forza, la bellezza e il piacere di tutto il cinema di John Carpenter, "un altro americano solitario, che scivola fuori moda ma rimane attento a salvaguardare la sua integrità come un vecchio tesoro polveroso." (Kent Jones)

 

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