E.T. l'extraterrestre
Adventures on Earth
di Giuliano Tomassacci

 
  Colonna sonora originale di
E.T. the extraterrestrial (E.T. l'extraterrestre, USA, 1982)
un film di Steven Spielberg, musica di John Williams

Main titles
Il 16 marzo 2002, presso lo Shrine Auditorium di Los Angeles, in occasione dell'anteprima americana, E.T. The Extra Terrestrial - Special Edition è stato proiettato con la colonna sonora eseguita 'live' da un'orchestra di 100 elementi diretti dall'autore John Williams. Oltre a rappresentare un primato nella storia del cinema moderno (nessun'altra opera cinematografica sonorizzata ha infatti mai ricevuto questo particolare trattamento), questo avvenimento non può che essere la migliore, e meritata, celebrazione di uno score che ha segnato e formato indelebilmente l'immaginario musicale multigenerazionale mondiale. Il famoso "Flying Theme", non solo ha formidabilmente accentrato in sé l'anima e lo spirito dell'intera pellicola, ma ha saputo tenerla viva e presente attraverso un ventennio adempiendo così eccellentemente ad ogni funzione di cui si fa carico qualsiasi degno leit-motiv.
Il ventesimo anniversario della superlativa opera di Spielberg (che ritorna nelle sale con un restauro dell'immagine, effetti visivi rielaborati e audio rimasterizzato) sembra allora il pretesto più consono per una rilettura integrale del commento di Williams che, lungi dal voler aspirare a qualsiasi pretesa di esaustività, possa rivalutare la partitura nella sua interezza e conseguente funzionalità, senza, naturalmente, trascendere dal main-theme che anzi, da ibrido, isolato simulacro 'esterno' al film (non a caso il già menzionato 'tema del volo' fu registrato a posteriori del missaggio finale per motivi squisitamente discografici) - logicamente denaturalizzato nell'abusato citazionismo - riacquista la sua originaria e genuina valenza narrativa proprio all'interno della tessitura musicale da cui nasce e si sviluppa.

L'artista
"Noi tutti lo ammiriamo. Ha riesumato l'idea che l'orchestra è la scelta migliore nella musica da film. Ha enfatizzato le possibilità tonali, l'eccitazione di un centinaio di musicisti intenti a suonare." Michael Kamen

Nato a New York nel 1932, John Towner Williams è arrivato al cinema dopo aver studiato come pianista alla Julliard School e composizione con il maestro Nino Castelnuovo-Tedesco.
La sua prima occasione nella musica da film, maturata a seguito di esperienze con Franz Waxman e Dimitri Tiomkin (tra gli altri) e composizioni per programmi televisivi, è per il film Daddy-O del 1959, a cui faranno seguito varie commedie e plot catastrofici.
Nel 1977, con la colonna sonora di Star Wars - episode IV: A New Hope Williams ha reiterato eloquentemente nella nuova Hollywood i canoni musicali dell'epoca d'oro ( Korngold, Rozsa, Steiner ), imponendo una massiccia rivalutazione di un linguaggio altisonante, riccamente melodico e, il più delle volte scrupolosamente basato sulla struttura wagneriana del leit-motiv. Un linguaggio che ben presto è diventato la sua massima cifra stilistica e che molti altri compositori della 'seconda generazione' hanno abbracciato senza remore. Nell'arco di più di quarant'anni il musicista ha messo mano ad ogni genere cinematografico, collaborando con registi come Hitchcock, Altman, Stone, Miller, Annaud, Lucas e, non ultimo, Spielberg, con il quale ha stretto una vera e propria alleanza artistica che ha prodotto, ad oggi, ben 18 film. Direttore ufficiale della Boston Pops Orchestra dal 1980 al 1995, Williams si è anche addentrato in esperienze di musica 'assoluta' scrivendo vari concerti. E' stato insignito con cinque Academy Award, su un totale di quarantuno nominations.

Adventures on Earth
NOTA: Ad oggi sono state pubblicate tre registrazioni dello score originale di E.T., tutti su etichetta MCA. I titoli delle tracce presenti nell'analisi fanno riferimento alla più recente, che, in occasione del ventesimo anniversario, ripropone quasi integralmente il commento nella sua forma originaria, così come nella riedizione del 1996, ma con in più 4 brani inediti. La prima famosa pubblicazione del 1982 contiene invece i pezzi "concertistici " rielaborati dallo stesso Williams e orientati ad una maggiore facilità d'ascolto.
Sesta collaborazione tra Spielberg e il settantenne compositore del Queens (che ai tempi avevano già largamente qualificato il loro sodalizio conIncontri Ravvicinati del Terzo Tipo, Lo Squalo e I predatori dell'arca perduta), E.T. si veste di un commento musicale variegato e composito, articolato in cinque fondamentali idee tematiche, sviluppate e gradualmente stratificate in un attento e puntuale progetto di corrispondenza referenziale intra/extradiegetica, dove, nella maggiorparte dei casi , diversi materiali musicali interagiscono in un discorso contrappuntistico (anche se nel caso di un cineasta come Williams il termine è quantomai riduttivo) di magistrale efficacia.
Di pari passo all' incedere narrativo - scandito dalle fasi di iniziale diffidenza, consecutiva conoscenza e amicizia, infine reciproco aiuto e simbiosi che si instaura tra Elliot ed E.T. - procede la maturazione della partitura, nonché il principio di orchestrazione (a cura di Herbert W.Spencer); la composizione segue infatti una strumentazione ascendente : da povera ed essenziale a ricca e magniloquente.
Ecco dunque, dopo l'abbozzo sinistro e dissonante dei titoli di testa (Main Titles), che la musica prende da subito le mosse, sul totale del notturno stellato, con la presentazione del primo, fecondo, tema di sette note affidate ad un flauto solista. Questa semplice frase rappresenta l'enunciazione 'dell'ignoto alieno', della presenza extraterrestre e, come si vedrà nell'evolversi del racconto, fungerà da matrice per la caratterizzazione del fondamentale tema di E.T.
Legato a doppio nodo a questo motivo, soprattutto in questo epilogo dove gli alieni si aggirano scrutatori nella foresta terrestre, è quello, molto più altisonante e cerebrale, della cultura e intelligenza aliena (sarà infatti riproposto anche più avanti, quando E.T. con il dito puntato verso la finestra della camera di Elliot pronuncerà per la prima volta il suo sofferto "telefono casa"). Il segmento preso in considerazione (Far from home/E.T. alone) si carica d'ulteriore importanza musicale quando, a seguito dell'arrivo di una squadra di 'umani' che spaventano gli alieni costringendoli alla fuga, presenta anche il terzo frequentissimo tema (ripetitivo ed ottuso) del film : quello della ricerca spasmodica da parte degli uomini della sicurezza , tema che , per estensione, più volte sarà usato in toni più leggeri anche nella ricerca di Elliot (Bait for E.T.) e in quella del fratello Mike (Searching for E.T.).
Proprio a proposito di quest'ultime composizioni, sarà giusto notare come all'interno di queste , tra le ritmate ed energiche sferzate orchestrali che accompagnano i personaggi nelle loro ricerche in bicicletta, emerga un inciso rilassato, tranquillizzante, associato alla piccola località dove la narrazione ha luogo e quindi anche alla vita e all'ambiente quotidiano in cui i bambini vivono le loro giornate. Questa "quotidianità" infantile, da vicinato (sicuramente argomento caro all'opera di Spielberg) si fa esemplare dimostrazione di sensibilità musicale applicata al mezzo cinematografico da parte del regista americano se comparata ai titoli iniziale di Poltergeist (di Tobe Hooper, 1982, stesso anno di E.T.), altro film di volontà e produzione spielberghiana, dove, in una simile ambientazione diegetica (un uomo attraversa in bici un isolato paesaggio di villette a schiera : un tipico "neighborhood" americano) la musica di Jerry Goldsmith si affaccia emblematicamente ad una scrittura simile, per spirito e impronta ritmica, alle citate soluzioni di Williams.
La tenera e sincera amicizia tra l'alieno ed Elliot che da subito si rivela importante e simbiotica, ha stimolato il compositore nella creazione di un tema, il quarto, che nella sua dolcezza ed efficienza, rappresenta uno dei momenti più profondi dello score. Il motivo che lega i due bambini, presentato per la prima volta nella scena 'speculare' in cui i due ripetono i propri gesti (The Beginning of a Friendship) e sviluppato durante tutto l'arco del lungometraggio (Toys - At home) da un sentito e delicato fraseggio d'arpa su un tappeto d'archi, culmina nell'efficace utilizzo che il compositore ne fa durante il monologo di Elliot difronte all'amico "morto" (Losing E.T.), prima della magica resurrezione. Ed è proprio dalla magia di E.T., dalla sua straordinaria capacità extraterrestre, che nasce il quinto, celeberrimo tema, il più delle volte ormai associato direttamente alla piccola creatura. Come si è prima accennato, questo motivo non è altro che una forte caratterizzazione dell'iniziale tema dell'ignoto alieno, più consonamente armonizzato e strumentato. A questo proposito è esplicativa la scena in cui E.T. per la prima volta fa rifiorire il vaso nella stanza dell'amico: il tema della 'magia' viene tratteggiato e, in chiusura, quasi a fungere da controcanto, la schematica melica compare, figurando così quasi come un vero e proprio calco generatore. Prima il tema era stato accennato brevemente soltanto a commento della 'fluttuazione' dei pianeti di plastilina, rispettando così la progressiva presentazione musicale regolata dal graduale manifestarsi degli eventi e, in questo caso dai poteri di dell'alieno. Il primo volo in bici al termine della sequenza di Halloween (The Magic of Halloween), rappresentando la più grande manifestazione (perlomeno visiva) del potere di E.T., è proprio la prima occasione per Williams d'inserire il famoso tema nella sua forma integrale : l'impianto orchestrale è al suo massimo (con la prima significativa comparsa delle percussioni) e la melodia portante è ripetuta due volte con un incisivo trasporto che, letteralmente, assorbe il fruitore, in una saturazione dell'identificazione filmica di pregevole efficacia (non stupisce quindi che proprio da questa pagina dello score sia stata tratta, con minime variazioni, la versione concertistica entrata nell'immaginario collettivo).
La seconda ed ultima esecuzione del tema si trova all'interno del lungo e complesso backtrack (Escape/Chase/Saying Goodbye - maggiormente conosciuto come Adventures on Earth) che accompagna i protagonisti nella fuga in bici, dopo la rinascita di E.T., fino all'epilogo, con lo straziante addio e il decollo dell'astronave. Registrata, su consiglio di Spielberg, separatamente dal fotografico, svincolata quindi dalle costrizioni sincronistiche, il pezzo è la quintessenza dello stile Williams, con un uso ragionato dei principali materiali tematici ad inseguirsi in un perfetto gioco di incastri. L'addio dell'alieno ai bambini e l'ultimo abbraccio con Elliot sono incorniciati in una solenne e altisonante variazione del motivo alieno (la giusta familiarità al tema dei cinque toni di Incontri ravvicinati del terzo tipo è innegabile) che enfatizza l'ormai esplicita saggezza di E.T. (il collo allungato in questo caso è più che mai rappresentativo) ed il suo porsi a protezione dell'innocenza e dell'infanzia, di quegli unici piccoli terrestri che hanno saputo accoglierlo, liberi dal peso della discriminazione (notare come gli adulti in questo segmento siano infatti sempre confinati dietro i bambini).
Dopo una lirica riproposizione della melodia del volo - a commento dell'ultimissimo sguardo tra Elliot ed E.T. divisi dalla grata dell'astronave che man mano si richiude - la musica adotta un tipico registro di fanfara, accompagnando il film al suo termine. A conclusione è imperativo osservare come l'intero score, per propria natura, non si limiti mai ad una banale e semplicistica presentazione matematica delle tematiche portanti, quanto invece riesca egregiamente a fondere e a modellare - alle volte lavorando in sintonia, alle volte per contrasto - questi materiali in un corpus unico e dinamico, con il risultato di regalare la perfetta profondità, in senso pasoliniano, alla costrizione bidimensionale dell'opera di Spielberg.