Marzo 2003

a cura di Stefano Finesi e Massimo Raso
 
     
lunedì 31 Marzo
Peter Jackson sarà il regista del nuovo remake del classico del 1933 King Kong, gia annunciato per natale 2005. Jackson sperava in questo remake da circa dieci anni e finalmente la Universal ha dato ufficialmente il via al progetto. Già nel ’97 sembrava avercela fatta, ma poi il Godzilla della Sony fece ritirare i finanziamenti ai produttori. Jackson e Philippa Boyens (cosceneggiatrice dellla trilogia dell’anello) inizieranno il nuovo adattamento di King Kong nonappena sarà finita la post produzione del terzo capitolo della trilogia dell’anello. “Nessun film è mai riuscito a catturare la mia immaginazione piu di King Kong” ha detto Jackson in un’intervista. “Ho scelto di fare il regista quando l’ho visto a nove anni, ed è stato il mio sogno di sempre reinterpretare questo classico per una nuova era

  sabato 29 marzo
Giampaolo Sodano, presidente della Eagle Pictures, lascia il suo incarico, rimanendo semplicemente presidente dell’Unidim, l’associazione che raggruppa i distributori italiani. “Ho portato a compimento un percorso – commenta l’interessato - che avevo iniziato nel ‘99 con la partnership, da me creata, con il fondo di investimento B&S Electra. Ho concluso un’esperienza che reputo altamente positiva: Eagle in questi anni ha visto crescere i suoi ricavi da 36 a 74 milioni di euro. Ormai Eagle è una realtà consolidata, che funziona: la mia esperienza non serve più”. Il nuovo presidente sarà Luigi Sala, presidente del fondo B&S Electra.

venerdì 28 marzo
Uma Thurman, dopo l’attesissimo nuovo lavoro di Quentin Tarantino Kill Bill, interpreterà il ruolo di spietata cattiva antagonista nel nuovo film di fantascienza diretto da John Woo, Paycheck. Prodotto dalla DreamWorks e dalla Paramount, il film sarà realizzato alla fine dell’anno e avrà come protagonista Ben Affleck. Tratto da un racconto breve di Philip K. Dick il film sarà sceneggiato da per lo schermo da Dean Georgaris (Mission Impossibile 3, Tomb Raider 2).

venerdì 28 marzo
La censura di guerra, ci mancherebbe altro, mette piede ufficialmente a Hollywood. La Warner Bros ha modificato il manifesto del film What a Girl Wants in cui la protagonista Amanda Bynes fa il gesto della pace con la mano destra, facendole scendere più placidamente il braccio lungo i fianchi. “L’abbiamo cambiato – commentano alla Warner – perché non volevamo aggiungere la politica a un film che non la contempla”. D’altra parte Chris Rock, il comico nero protagonista di Head of State, sulle presidenziali del 2004, è stato invitato dalla Dreamworks a evitare battute su Bush nel tour promozionale del film. Rock, che appare peraltro anche in Bowling a Columbine con un esilarante monologo contro le armi, in passato aveva già detto la sua sul presidente, sostenendo che “non è stupido, è solo ubriaco”.

venerdì 28 marzo
Craig Zadan e Neil Meron, produttori esecutivi di Chicago, sono stati scritturati dalla Paramaunt Picture per realizzare il remake di Footloose, grande successo cinematografico degli anni 80.
Diretto da Herb Ross il film costò nel 1984 8.5 milioni di dollari e ne incassò 81 solo al botteghino americano. La nuova versione, stimata per un costo complessivo di 30 milioni di dollari, abbandonerà lo stile originale del “film musicale” per tentare la via del musical. Quattro nuove canzoni integreranno la famosa colonna sonora originale scritta appositamente per il film da Dean Pitchford, sceneggiatore e paroliere della prima versione cinematografica. Sarà lo stesso Pitchford, ingaggiato anche come produttore esecutivo, a scrivere i nuovi testi e a coordinare i nuovi arrangiamenti. L’intera colonna sonora sarà infatti adattata alle tendenze musicali contemporanee, con lo scopo di avvicinare e conquistare le nuove generazioni. “Il film seguirà la via della sperimentazione, useremo le stesse premesse ma scriveremo una nuova sceneggiatura capace di integrare le tecniche di ripresa più innovative, seguendo uno stile molto più vicino a quello di Moulin Rouge piuttosto che a quello di Chicago” ha detto Zedan in un’intervista subito dopo aver ingaggiato come direttore della fotografia James Chressanthis. Zedan e Meron sono al momento impegnati con la Castle Rock e la Warner Bros nella produzione di Fahrenheit 451, tratto dall’omonimo libro di Ray Bradbury e diretto da Frank Darabont (sceneggiatore del quarto episodio di Indiana Jones).

  giovedì 27 marzo
Pensavamo fosse solo una nostra delirante supposizione, ma a quanto riporta il Giornale dello Spettacolo, dati Cinetel alla mano, qualcuno ha capito finalmente che alla crescita abnorme degli schermi e dei multiplex non corrisponde una crescita degli incassi (e, verrebbe da aggiungere, neanche dell’offerta). Nel corso del 2002, infatti, aumenti di presenze si sono registrati solo a Genova (+17,54%) e a Torino (+2,27%), mentre tutti gli altri centri hanno fatto registrare un segno negativo: Roma –2,81%; Milano –10,94%; Napoli –8,29%; Firenze –12,95%; Bologna –6,24%; Cagliari –22,55%; Padova –10,06%; Ancona –11,03%; Bari –8,96%; Catania –1,16%.
Il problema esiste - ammette Gianantonio Furlan, presidente del Gruppo Multicinema Anec - perché ad una rapida trasformazione dell’esercizio non ha finora corrisposto un’adeguata crescita del mercato. Di fronte ad uno sforzo così intenso come quello sostenuto negli ultimi anni dall’esercizio, era lecito attendersi un copioso aumento delle frequenze e, invece, il mercato ristagna. Personalmente sono convinto che questo fenomeno negativo dipenda innanzitutto da un’offerta ancora troppo irrazionale, disordinata, concentrata in una stagione eccessivamente corta. E le prospettive per l’immediato futuro non appaiono affatto confortanti: l’estate 2003 si annuncia molto povera, soprattutto dopo una serie di ingiustificate defezioni di film dell’ultima ora”. Forse se a moltiplicarsi non fossero solo gli schermi ma anche le case di produzione e distribuzione, e, soprattutto, se a possedere quasi tutte le sale non fossero quest’ultime, il mercato sarebbe molto più libero e dinamico. E probabilmente, quindi, non saremmo in Italia.

giovedì 27 marzo
Non si hanno notizie sul “costo” della miracolosa guarigione dal mal di schiena di Tobey Maguire: comunque l’attore vestirà ancora i panni dell’Uomo Ragno nell’attesissimo sequel. Grazie ad un accordo con la Sony, l’inizio delle riprese del film slitterà infatti di un paio di settimane, per permettere a Tobey di rimettersi completamente ed interpretare senza rischi le pericolose scene d’azione del nuovo e lanciatissimo film. L’uscita annunciata per il sette maggio passa quindi al week-end del quattro luglio 2004, fine settimana di vacanza nazionale importantissimo per il box office americano. La notizia ha terrorizzato la 20th Century Fox, che aveva da tempo annunciato l’uscita per quella stessa data del suo I, Robot, diretto da Alex Proyas e con protagonista Will Smith, mentre ha giovato l’Universal che ha subito piazzato nell’ora disponibile weekend del sette maggio il suo cavallo vincente della stagione 2004, l’Horror Van Helsing, per la regia di Stephen Sommers.

martedì 25 marzo
Terminata con un Oscar la marcia trionfale di Bowling a Columbine, Michael Moore fa un bilancio e rilancia per il futuro: con oltre 40 milioni di dollari incassati dal film in giro per il mondo (è il più grande successo della storia per un documentario), con prevendite video che superano quelle di Chicago, la Icon di Mel Gibson ha offerto al nostro di produrre il prossimo lavoro, nientemeno che un’inchiesta sulla famiglia Bush, padre e figlio, e i suoi oscuri legami con un’altra famiglia, i Bin Laden. “Il nuovo film cercherà di mettere a fuoco che cosa è successo al paese a partire dall’11 settembre, - ha dichiarato Moore - e come l'Amministrazione Bush abbia usato quel tragico evento per portare avanti la propria agenda, e cercherà di capire quanto abbiano pesato su quest’ultima i legami tra Bush e Bin Laden, oltre ad altri interrogativi dei quali non esiste ancora una risposta, ma che verrà cercata in questa occasione”. Uscita prevista del film: alla vigilia delle prossime presidenziali. La sfuriata della notte degli Oscar, insomma, era solo un assaggio.

lunedì 24 marzo
Oltre ai pacifisti caricati dalla polizia fuori il Kodak Theatre, altri americani sembrano non aver gradito gli Oscar: “solo” in 33 milioni erano sintonizzati sulla ABC per la diretta televisiva, rispetto ai 42 dello scorso anno, con una perdita di pubblico del 21% (forse catturato dalle edulcorate, ma sempre accattivanti cronache dall’Iraq?). Larry Hyams, del servizio di ricerca del network, ha commentato i risultati dicendo che è stato toccato il picco più basso di ascolti degli ultimi 50 anni.

sabato 22 marzo
L’Oscar ai tempi della guerra. Alcune voci lo davano addirittura per spacciato, per motivi di sicurezza, ma gli sponsor hanno avuto ovviamente la meglio: oltre ai circa trenta milioni di dollari intascati ogni anno dagli organizzatori, la ABC, che trasmette l’evento, vende le inserzioni pubblicitarie a circa 1,4 milioni di dollari per 30 secondi. Anche per questo, ogni accenno alla guerra è stato bandito dai testi dello spettacolo, malgrado sia stato concesso agli artisti vincitori di farvi riferimento nei lacrimosi discorsi d’ordinanza con statuetta alla mano. Altre chicche: no fly zone sul Kodak Theatre, niente tappeto rosso con passerella pavoneggiante dei divi, chiusura la pubblico per un’ampia area circostante. Ma nessuno riesce ad arginare la protesta degli artisti, più o meno radicale, più o meno radical chic: Will Smith, Peter Jackson, Cate Blanchett, Aki Kaurismaki, Anjelina Jolie annunciano di dare forfait contro l’ingiustizia della guerra e la bieca amministrazione Bush, altri divi (Julianne Moore, Salma Hayek, Dustin Hoffman, Ben Affleck, Jim Carrey, Pedro Almodovar, Ed Harris, Bono degli U2) pur di non rinunciare alla loro poltrona rossa promettono di indossare una spilla con la scritta Auwww (Artists united to win without war). Che di vincere sempre si tratti è fuori discussione: potrebbe esserlo la notte degli Oscar?

venerdì 21 marzo
Il regista Wes Craven e lo sceneggiatore Kevin Williamson tornano a lavorare insieme dopo la fortunata serie di Scream, con un nuovo horror prodotto dalla Dimension Fims, dal titolo Cursed. Le riprese avranno inizio aprile, e l’uscita nelle sale americane è prevista per i primi mesi del 2004. Abbandonato il meta-horror della saga adolescenziale più famosa degli ultimi anni, il film tenta la strada classica del racconto gotico in
cui tre sconosciuti incrociano i loro destni in una notte di luna piena nella Los Angeles
contemporanea. Nel cast ufficiale Scott Foley (protagonista di Scream 3), Skeet Ulrich (il fidanzato cattivo di Neeve Campbell in Scream) ed Omar Epps (Dracula 2000). Confermata recentemente anche Cristina Ricci, ma non è ancora chiaro se per un ruolo di rilievo o un cameo.

giovedì 20 marzo
È difficile da digerire, ma come ai bei tempi del maccartismo tornano le liste di proscrizione. Il New York Post, uno dei più influenti giornali americani, invita i lettori a boicottare i film di alcune star, definendole senza mezzi termini “Saddam Lovers” e pubblicandone l’elenco: primo in classifica, va da sé, è Sean Penn, per gli amici “Baghdad Sean”, seguono Martin Sheen, il diabolico duo Susan Sarandon-Tim Robbins, Lawrence Fishburne, Samuel L. Jackson, Richard Gere (non è musulmano ma è buddista e pure vegetariano) e nientemeno che George Clooney. I sedicenti antiamericani si opporrebbero, letteralmente, “alla liberazione dell’Iraq dall’assassino di massa Saddam Hussein e dalla sua banda di stupratori”.

mercoledì 19 marzo
Anche l'attore Paul Walker dice no a Superman. Il nuovo film di Brett Ratner sul famoso super eroe sembra avere non poche difficoltà a trovare un interprete. I due no ricevuti in meno di un mese dalla Warner (Josh Hartnett aveva gia declinato qualche settimana prima) non fanno che alimentare, per molti fan, la superstizione legata alla "maledizione" di Superman. Oltre al tragico incidente che ha paralizzato Christopher Reeve, Hollywood non sembra dimenticare la sclerosi multipla che ha colpito Richard Pryor e l’esaurimento nervoso di Margot Kidder (Lois Lane). La "maledizione" avrebbe avuto inizio con Kirk Alyn, che, finito di girare il primo Superman nel 1948, viene presto dimenticato e costretto ad una modesta vita privata in Arizona causa la totale mancanza di ingaggi. George Reeves, che interpretò Superman nella serie televisiva ed in diversi film negli anni 50, muore nel 1959 per un colpo di pistola alla testa. Dichiarato suicida, le sue impronte non furono mai trovate sull’arma. L'attore aveva un relazione extraconiugale con la moglie di Eddie Mannix, produttore della MGM. Infine Bud Collyer, voce americana del cartone animato “Superman” (1942-43) e di "The New Adventures of Superman” (1966) muore tre anni dopo l’ultimo "ciak" per una misteriosa intossicazione alimentare.

martedì 18 marzo
Dopo un estenuante tira e molla, il travaso Cecchi Gori-Medusa sembra completato: L’anima gemella di Sergio Rubini e My Name is Tanino di Paolo Virzì usciranno nelle sale italiane rispettivamente l’11 aprile e il 30 maggio, ma a far parte dell’accordo sono La vita come viene di Stefano Incerti (uscita 16 maggio), A.A.A. Achille di Giovanni Albanese (6 giugno), Andata e ritorno di Alessandro Paci (20 giugno). Il commento di Cecchi Gori a proposito ha un patetismo quasi commovente: “Gli esiti dell’accordo si rivolgono anche al riconoscimento di un lavoro produttivo sempre vitale e vincente nel panorama del cinema italiano: nel segno della scoperta, della valorizzazione dei talenti, della ricerca di nuove storie nella migliore tradizione del marchio Cecchi Gori”.

martedì 18 marzo
Annunciate le candidature ai David di Donatello, gli Oscar nazionali, che saranno assegnati il 9 aprile con tanto di diretta televisiva. A farla da padrone è La finestra di fronte, di Ozpetek, seguito, con dieci candidature, da Ricordati di me di Muccino, da L’imbalsamatore, e, a ruota, da Il cuore altrove, L’ora di religione e Casomai. Pinocchio di Benigni si accaparra qualche contentino qua e là, ma a colpire (oltre alle solite scelte sciagurate, tipo la nomination alla sceneggiatura di Casomai…) è la tripla candidatura da produttore per Domenico Procacci, indice quanto mai evidente, se ancora nessuno se n’era accorto, della mancanza in Italia di una classe estesa di producers e di un’industria solidamente strutturata.

  lunedì 17 Marzo
Karyn Kusama è in testa alla lista dei registi candidati a dirigire Aeon Flux, il nuovo film d’azione prodotto da Paramount e Mtv Film, ispirato alla fortunata serie animata ideata da Peter Chung. Kusama, reduce da un grosso successo di critica e di pubblico con Girlfight, pellicola low budget sulla box femminile interpretata da Michelle Rodriguez (attrice poi immediatamente cooptata dallo star system - vedi Resident evil), ha conquistato i produttori di Mtv Film, che vogliono puntare sul linguaggio secco e la carica espressiva energetica dello stile della regista, caratteristiche ritenute molto simili all’indipendenza ed il vigore dell’eroina di Chung.

lunedì 17 Marzo
Secondo Variety potrebbero essere vere le voci che circolano da tempo sul probabile abbandono dell'attore Tobey Maguire nel sequel di Spider-man, The Amazing Spider-Man. Il - forse - ex Peter Parker ha terminato le riprese di Seabiscuit il 18 febbraio, ed ora un pericoloso dolore alla schiena - che secondo l’uffico stampa dell’attore sarebbe in via di “totale” guarigione - potrebbe mettere a repentaglio le complesse scene acrobatiche previste dalla sceneggiatura. La produzione, già slittata di tre mesi per permettere a Maguire di adempiere al precedente impegno, dovrà ora cominciare necessariamente il prossimo aprile, per riuscire ad arrivare in tempo alla prevista uscita del film nel maggio 2004. Jake Gyllenhaal (Moonlight Mile, The Good Girl, The Day After Tomorrow) sarebbe il sostituto caldeggiato dalla Columbia nel caso di un ennesimo ritardo di Maguire, che nel 2002 ha fatto guadagnare alla Sony 800 milioni di dollari al botteghino mondiale. Il rischio di insuccesso al box office nel caso di un no dell'attore sembra essere stato preso in considerazione e ritenuto accettabile dalla major, senza contare che Gyllenhaal rappresenta per la produzione una spesa molto minore al confronto dei 17 milioni di dollari pattuiti con Maguire. A far girare ancora di più il mulinello del gossip, la recente notizia di una relazione sentimentale fra Gyllenhaal e Kirsten Dunst (Mary Jane Watson in Spider-man).

Due notti con Cleopatra sabato 15 marzo
Sordi muore due volte. Distributori e cineteche si accorgono infatti dell’irreperibilità di alcuni film dell’attore romano: il caso più eclatante è la perdita del negativo di Un americano a Roma, ma manca all’appello anche quello de Lo scocciatore, de Le signorine della porta accanto (andato distrutto), mentre è introvabile Via Padova 46 e non esiste una copia a colori dignitosa di Due notti con Cleopatra, unico film girato da Sordi con la Loren. Le lacrime di coccodrillo non servono, in realtà, quando manca in Italia una legge seria che argini il macero selvaggio in cui, oggi come ieri, incorrono tutte le pellicole uscite dal circuito distributivo. Per farlo, basterebbero probabilmente i fondi impiegati per i periodici ed eclatanti restauri, o presunti tali: l’unica differenza (e in Italia non è poco) è che nessuno potrebbe farsi bello e fingersi salvatore della cultura solo con una politica tacitamente operosa di conservazione a lungo termine.

Stan Brakhage venerdì 14 marzo
Due lutti americani agli antipodi: muore Fred Freiberger, produttore e sceneggiature di serie televisive cult come Star Trek, Spazio 1999 e Starsky e Hutch, ma lo precede di pochi giorni l’alfiere del cinema indipendente Stan Brakhage, spentosi a 70 anni con più di 300 film alle spalle, a partire da Interim, girato nel 1952 a soli 19 anni, e alcuni testi chiave del New American Cinema, come “Metafore della Visione”, “A Moving Picture Giving and Taking Book”, “The Brakhage Lectures”, “The Brakhage Scrapbook”.

mercoledì 12 marzo
Anche il Giffoni Film Festival, per bocca del suo direttore artistico, Claudio Gubitosi, sposa la causa di Respiro, il film di Crialese nuovamente nelle sale dopo il successo d’oltralpe ma subito condannato a una distribuzione fantasma. Già Valeria Golino aveva acquistato alcune pagine dei quotidiani per denunciare il fatto, ma i discorsi portati a sostegno della battaglia sono vagamente aleatori: “Chiediamo a tutti coloro che credono nel buon cinema italiano – argomenta Gubitosi -, una grande collaborazione. Facciamo in modo, che questa volta, si pensi al cinema e solo a quello, facciamo in modo che si pensi al cinema inteso come arte e non, invece, solo come pura economia”. Chiedere a esercenti e distributori di non pensare ai soldi è quanto di più ridicolo possa immaginarsi, ma il dibattito sul cinema nazionale si muove ormai a questi livelli: forse bisognerebbe discutere con alcuni dati alla mano, come quelli che spiegano come negli ultimi nove anni 232 film siano stati finanziati come “di interesse culturale nazionale”, per un costo di circa 340 milioni di euro, e come gli stessi ne abbiano incassato in totale 73. Magari un po’ di assistenzialismo per distributori e esercenti, e non solo per le produzioni, gioverebbe al corretto svolgimento del ciclo di vita di un film. Inteso, va da sé, come arte e economia al tempo stesso.

martedì 11 marzo
Hollywood è più sessista del parlamento. Questa la conclusione a cui giungono le Guerrilla Girls (www.guerrillagirls.com), gruppo femminista americano che ha dichiarato guerra all’industria del cinema, colpevole di evidenti discriminazioni maschiliste. Basta fare due conti: dei cento film che hanno incassato di più nel 2002, solo il quattro per cento contava su una donna dietro la cinepresa, l’otto una sceneggiatrice, solo l’un per cento una direttrice della fotografia. Questo a fronte del fatto che la componente femminile del Senato degli Stati Uniti si attesta al 14%, già considerata particolarmente vergognosa, e nientemeno che il nuovo governo afgano ha almeno il 6% di donne deburqizzate al suo interno. Esiste la concreta possibilità che Bin Laden si nasconda nei meandri del Kodak Theatre.

  venerdì 7 marzo
Apre i battenti a Roma l’agognatissima Sala Trevi, dove dovrebbero svolgersi le proiezioni della Cineteca Nazionale, ossia l’unica cineteca del mondo a non avere fino ad oggi una sala dove mostrare il proprio patrimonio al pubblico. Il cinema, intitolato ad Alberto Sordi dopo la scomparsa dell’attore, inizia la programmazione con una serie di film italiani restaurati, tra cui 1860 di Blasetti, Boccaccio 70, Il buono, il brutto e il cattivo di Leone… Il fatto dovrebbe portare gioia tra i cinefili, anche se l’avvio è di basso profilo (questi restauri già si sono visti in giro), se la sala è ubicata in un violetto e schiacciata dall’adiacente libreria Mondadori costruita ad hoc (l’obiettivo è il solito polo culturale multimediale ecc.), se i posti sono solo 96, se l’impianto sonoro non è ancora adeguato per questioni di risparmio sul budget, se molto presto la Cineteca, reduce da cotanto sforzo, già cederà il passo al Goethe Institut, che programmerà una personale dedicata a Fassbinder…

giovedì 6 marzo
La 21° edizione del Bergamo Film Meeting, in programma dal 15 al 23 marzo, rende omaggio a George Simenon, Jack Arnold e allo svedese Roy Andersson. Il primo sarà ricordato con 25 film tratti dai suoi libri da registi del calibro di Marcel Carné, Jean Delannoy, Claude Chabrol, Pierre Melville, Patrice Leconte e Bertrand Tavernier, mentre le altre due retrospettive metteranno insieme il meglio della fantascienza americana degli anni ’50 e l’opera del regista di Canzoni dal secondo piano, Premio della Giuria a Cannes nel 2000, e teorizzatore dell’assurdismo, uno stile a metà strada tra assurdità e espressionismo. Tra le chicche sparse del passato, un paio di Bresson e il Solaris di Tarkowskij, prossimo all’uscita del remake di Soderbergh

mercoledì 5 marzo
Malgrado il generale entusiasmo pacifista di Hollywood, Sean Penn, con il suo viaggio Iraq, è l’unico riuscito a farsi terra bruciata intorno. Da un po’ va avanti infatti, la sua disputa con il tycoon Steve Bing, reo di avergli tolto senza motivi apparenti un ruolo di spicco dal film Why Men Shouldn’t Marry, le cui riprese dovrebbero partire a luglio: Penn parla di nuovo maccartismo per le sue scorrettezze politiche, Bing, che proclama l’inesistenza di un contratto, parla nientemeno che di tentata estorsione di 10 milioni di dollari. La guerra continua…

lunedì 3 marzo
Nanni Moretti continua la sua strenua battaglia per il Nuovo Sacher, dopo l’azione avviata il 24 gennaio dall’Agenzia del Demanio per rientrare in possesso dell’immobile a Trastevere dove è situata la sua sala. Il regista si è detto pronto all’acquisto, invocando il diritto alla prelazione, ma la risposta del ministero dell’Economia non nasconde un filo di acrimonia: se vuole rilevare il complesso (dove ci sono anche le sedi di alcune organizzazioni sindacali), Moretti dovrà presentarsi all’asta pubblica che sarà indetta una volta liberato l’immobile, asta che avverrà sulla base dei prezzi di mercato e senza sconti per gli inquilini. Magari se lo compra la Medusa.