Resident Evil

Alice fra gli zombi
di Donatella Valeri

 
  Resident Evil, USA, 2002
di Paul W.S. Anderson, con Milla Jovovich, Micelle Rodriguez, Eric Mabius, James Purefoy


Che gli zombi, nell'immaginario collettivo, rientrino fra le creature più orrorifiche non vi è dubbio: una sorta di squadroni della morte, mossi dal puro istinto "famelico", una deviazione non prevista e inarrestabile nello sviluppo della creatura umana. Eppure a lungo sono stati dimenticati. Romero ha dato il via, sviluppandoli nella sua trilogia-culto, a esseri che incarnano uno dei peggiori incubi dell'uomo: la malattia che nasce e si propaga "animalescamente" dall'uomo stesso, privato di ogni pensiero se non la fame. E lo stesso Romero era stato chiamato inizialmente a sviluppare questo progetto di adattamento cinematografico del videogioco al momento più famoso (ora alla sua quarta serie). Giudicata "brutta" la sceneggiatura di Romero, il progetto è stato delegato al regista Paul W. S. Anderson (già autore di Mortal Combat e Punto di non ritorno), che ne ha tratto una pellicola sicuramente fra le più riuscite nell'ambito degli adattamenti dai giochi, ma che lascia ancora non del tutto soddisfatti.
Se i venti minuti di apertura del film fanno fede alla promessa di "uno spaventoso terrore" (la sequenza degli scienziati rinchiusi nell'ascensore lascia veramente con il fiato sospeso...), il resto della pellicola scivola molto velocemente nell'action-movie più tradizionale. La struttura è quella pedissequamente ricalcata sul videogioco: dall'architettura claustrofobia dell'Alveare (un immenso laboratorio sotterraneo di proprietà dell'Umbrella Corporation), all'avventura dei protagonisti, costretti a superare, come a tappe, mostri via via più numerosi e difficili da abbattere (cani zombi, Licker...). Sicuramente uno dei tratti specifici della suspence legata agli zombi è il perenne reiterarsi della medesima minaccia: l'incubo delle braccia protese e dei morsi laceranti, quindi il terrore di vedere il proprio corpo ridotto a semplice pezzo di carne. Diversa è la suspence legata a una mente (una voce) priva di corpo, la Regina Rossa, occhio onnipresente che uccide, inganna, ma può anche salvare. L'idea di una mente superiore, meno gestibile dell'armata degli zombi, ha radici ben lontane, dal punto altissimo di 2001: Odissea nello spazio a quello di The Cube, quindi niente di nuovo... Ma funziona, e Resident Evil, nello spaventare lo spettatore, ha deliberatamente scelto di non ricorrere a nuovi espedienti, basti pensare che uno dei precedenti narrativi più immediati è Alice nel paese delle meraviglie, collegamento, tra l'altro, reso palese dal nome dato all'eroina del film, Alice (Milla Jovovich), che si sveglia in un'ampia casa persa nei boschi da cui inizia la sua discesa all'interno della terra, fra specchi, scacchiere e Regine.
Curatissimo in ogni dettaglio, dalle luci che sono parte integrante della scenografia, ai movimenti degli zombi, ballerini professionisti guidati da una coreografia dettagliata (fra i mostri compare anche il produttore Jeremy Bolt), alle location (per la ferrovia sotterranea che porta all'interno dell'Alveare è stata scelta la fermata metropolitana berlinese di Reichstag, che sarà aperta solo nel 2004), ci si domanda quale sarebbe stato l'esito se realmente il progetto fosse stato portato a termine da Romero. Per ora si può solo leggere la sua possibile sceneggiatura... forse il futuro quarto episodio della saga dei morti viventi?

Link esterni
sito ufficiale italiano
www.residentevil.it
la sceneggiatura di George A. Romero
dailyscript.com