Gennaio 2003
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cura di Stefano Finesi |
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venerdì
24 gennaio
Non vedo perchè il cinema europeo dovrebbe darci
spazio ora. Solo i film comici vanno bene al botteghino e si tratta
di una comicità non esportabile. A sostenerlo sulle
pagine del Giornale dello spettacolo è Gabriele Salvatores,
unico regista italiano in concorso al Festival di Berlino con Io
non ho paura. Fatto ancora più grave - continua
- è che possediamo una strana logica di sudditanza verso
gli Stati Uniti. Si decide di mandare Pinocchio di
Roberto Benigni agli Oscar e non Respiro di Emanuele
Crialese, cioè un ottimo film diretto da un autore giovane
e con tutte le carte in regola per essere compreso e apprezzato
oltre confine. Che a dire certe cose sia Salvatores, miracolato
da un Oscar grazie al quale ancora gode impunemente di credito internazionale,
fa una certa impressione; fa invece un po di tristezza sentir
glorificare un film sul quale, prima della fragorosa riscoperta
francese, nessuno osava spendere mezza parola. |
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venerdì
24 gennaio
Annunciate le candidature ai César, i riconoscimenti per
il cinema francese: spopola François Ozon con il suo Otto
donne e un mistero, che ottiene la bellezza di dodici nomination
(ma ben quattro sono per le sue divine interpreti), segue a ruota
Il pianista di Polanski e Amen
di Costa-Gravas. La scelta più coraggiosa sta probabilmente
nel premio alla carriera a Spike Lee, usualmente snobbato in Francia,
nonché snobbato in molti festival internazionali, e, in Italia
(almeno a giudicare dalla vicenda di Bamboozled)
snobbato pure dalle distribuzioni.
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mercoledì
22 gennaio
La Settima Commissione di Censura dei Beni Culturali dà il
via libera a Gangs of New York,
che potrà essere proiettato senza alcun divieto ai minori.
La decisione sembra scontrarsi con le restrizioni imposte al film
negli altri paesi (una bella R negli Usa, lo sbarramento ai 18 in
Gran Bretagna, Canada e Norvegia e via vietando) e suscita immediatamente
un vespaio di polemiche da parte dei soliti noti: Michele Bonatesta
di An, che presenta lennesima interrogazione parlamentare,
associazioni di genitori preoccupati dei figli traviati in giovane
età. Roberto Stabile dellAnica, che della Commissione
in questione fa parte, sottolinea che la decisione è stata
presa allunanimità: E vero, nel film
cè molta violenza, ma è una violenza mai fine
a se stessa, funzionale e necessaria per rendere il clima di unepoca.
Inoltre, nelle scene più cruente, tutto accade con maggiore
accelerazione, quasi che la cinepresa non voglia soffermarsi su
quei dettagli. Insomma, la brutalità mostrata da Scorsese
non suggerisce mai emulazione ma solo condanna. Pur con
un filo di inquietudine (stando a tali dichiarazioni) per quello
che passa per la testa dei censori, salutiamo con gioia il fatto
che niente stavolta gli sia passato per le forbici.
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martedì
21 gennaio
Assegnazione democratica dei Golden Globe, che fa contenti-indifferenti
un po tutti: spiccano Chicago
e The Hours (Gere e Kidman inclusi),
ma a primeggiare è uno stuolo di vecchi leoni, con Scorsese
miglior regista, Nicholson miglior attore drammatico (è il
sesto globo che mette sul caminetto), Gene Hackman premio alla carriera
e Meryl Streep miglior non protagonista (!) per Adaptation,
dopo aver lasciato il campo libero alla più giovane e rampante
Nicole. Premiati anche gli U2 per la canzone di Gangs
of New York, The Hands That Built America, con Bono
che chiosa amabilmente sul suo regista: Ci voleva un italiano
per fare un film sugli irlandesi. |
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sabato
18 gennaio
Stando a quanto riporta il Giornale dello Spettacolo, a giugno dovrebbe
essere pronta una nuova legge sulla censura cinematografica, di
cui sarà estensore, dietro nomina del ministro Urbani, lavvocato
Michele Lo Foco. Per cercare di difendere i minori senza
però intaccare la libertà artistica abbiamo pensato
argomenta Lo Foco di abolire il visto censura,
quindi di permettere agli adulti di vedere tutti i film prodotti,
ma di diversificare in modo più adeguato i divieti ai minori,
così da tutelare anche i bambini più piccoli.
Cosa intenda esattamente lavvocato per abolire la censura
rimane poco chiaro, tanto più che tra le ipotesi ci sarebbe
un primo sbarramento a 8 anni e un secondo tra i 14 e i 16 anni,
con o senza parental guidance: insomma si tratterebbe
sostanzialmente di un (salutare, certo) abbassamento di soglia,
ma dallabolizione della censura siamo lontani. Tanto più
che le commissioni saranno rafforzate e nuovo territorio di conquista
diventerebbe il far west dei Tv-movie e della fiction televisiva,
ancora incontaminati (ma sinceramente non ce neravamo accorti
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venerdì
17 gennaio
Anche il Sindacato Produttori dAmerica aggiunge la sua rosa
di nominati del 2002, nel rovente clima pre-Oscar. Oltre i prevedibili
Chicago, Il
Signore degli Anelli: Le Due Torri, Gangs
of New York, Era mio Padre
e Adaptation, spicca il
modestissimo (ma altamente redditizio) Il Mio Grosso Grasso Matrimonio
Greco. Qualunque sia stato il criterio di selezione, i 1800
membri del sindacato siedono in buona parte nellAcademy, e
niente esclude che Nia Vardalos riesca almeno a rosicchiare la sua
brava nomination da sceneggiatrice. |
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venerdì
17 gennaio
A quanto riporta il tabloid inglese The Sun, è
in cantiere il quarto episodio di Rambo, in cui il nemico
giurato di Sylvester Stallone sarà nientemeno che Osama bin
Laden. Al di là dellattendibilità della fonte,
lepisodio riassumerebbe 50 anni di politica estera Usa: nel
terzo capitolo della saga, infatti, Rambo combatteva in Afghanistan
proprio insieme ai talebani contro gli invasori sovietici, quando
(malgrado la guerra fredda andasse scemando) i cattivi di turno
rimanevano sempre e comunque i comunisti. Produce la Miramax, primeggiano
sullo sfondo le Torri Gemelle. |
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mercoledì
15 gennaio
Gli ultimi passi del valzer delle nomine vengono elegantemente scanditi
con lelezione, da parte del Cda di Cinecittà Holding
presieduto da Pupi Avati, del nuovo Consiglio dAmministrazione
dellIstituto Luce. Presidente è stato nominato Andrea
Piersanti, già a capo del cattolico Ente dello Spettacolo
e inventore di cinematografo.it, braccio telematico della dorotea
Rivista del Cinematografo. A entrare a far parte del consiglio damministrazione
ci sono anche Pietrangelo Buttafuoco, Pietro Melograni, Antonio
Morè e Luciano Sovena, indicato dal C.d.A. della Holding
a ricoprire lincarico di amministratore delegato.
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lunedì
13 gennaio
Apre oggi i battenti a Mosca lottava edizione del festival
I volti dellamore, interamente dedicato al melò:
il programma, che comprende tra gli altri lanteprima europea
del nuovo film di Thomas Dogma 95 Vintenberg, sembra
escludere a priori tematiche omosessuali, a quanto ha dichiarato
in Tv il portavoce del comitato organizzatore del festival, Mark
Rudinstein, sottolineando come lobiettivo principale
del festival è mostrare tutta la bellezza dei rapporti teneri
e naturali fra donne e uomini. Per i rapporti innaturali,
e quindi niente affatto teneri, verrà allestita unapposita
kermesse sadomaso in qualche altro angolo del globo. |
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giovedì
9 gennaio
Al fatto che il passaggio in sala sia un evento sempre più
marginale nel ciclo vitale di un film, arriva la conferma da alcune
cifre del mercato americano. Nel 2002 gli americani hanno speso
20,3 miliardi di dollari per acquistare o noleggiare Dvd e videocassette,
contro i 9,3 miliardi spesi per andare al cinema a vedere la cara
vecchia pellicola. Rispetto al 2001 cè anche stato
il superamento epocale del nastro magnetico da parte del Dvd, che
conquista ormai il 57% del mercato, mentre, secondo le previsioni
delle imprese, entro il 2004 metà delle case americane sarà
attrezzata di Dvd Player.
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martedì
7 gennaio
Dopo lexploit di Sean Penn, che ha pubblicato a sue spese
una lettera aperta a Bush sul Washington Post e ha passato tre giorni
a Baghdad suscitando le ire velenosissime dei repubblicani, il fronte
hollywoodiano contrario alla guerra allIraq si estende a macchia
dolio. La petizione Not in Our Name conta, tra
gli altri, i soliti nomi di Tim Robbins e Susan Sarandon, Robert
Altman e Oliver Stone, ma le dichiarazioni contro la politica internazionale
degli Usa arrivano inaspettatamente anche da attori come Jessica
Lange, Woody Harrelson e Charlie Sheen, fondatore dellassociazione
Artists United to Win Without War.
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lunedì
6 gennaio
Grande esplosione natalizia dei botteghini cinematografici. A quanto
riporta il Giornale dello Spettacolo, nel periodo dal 20 dicembre
2002 al 6 gennaio 2003 sono stati venduti 12 milioni 579 mila biglietti,
1 milione 252 mila in più rispetto allo scorso anno (21 dicembre
2001 - 7 gennaio 2002), con un aumento percentuale dell11,05.
Gli incassi sono passati da 68 milioni 386 mila euro a 78 milioni
83 mila euro, in percentuale +14,18. Vincitore nellagone festivo
è Natale sul Nilo, che ha incassato 26 milioni 150
mila euro contro i 13 milioni 833 mila euro incassati da Merry
Christmas, campione dell'anno scorso, ed è ormai alla
pari con Pinocchio, il film che ha ottenuto il miglior incasso
dell'intero anno 2002. Al secondo posto, La leggenda di Al, John
e Jack, con un incasso di 14 milioni 616 mila euro.
Terzo, come lo scorso anno, Harry
Potter e la camera dei segreti, con 9 milioni 400 mila euro,
al di sotto però del risultato del primo episodio che aveva
incassato nel periodo natalizio 11 milioni 450 mila euro.
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venerdì
3 gennaio
Jean-Marie Straub e Danièle Huillet hanno visto rifiutarsi
un finanziamento per il loro ultimo film, Je suis Cézanne,
dalla rete televisiva francese Arte. Malgrado la piena legittimità
della scelta, Arte, canale tematico tra i pochi apprezzati per sostenere
laudiovisivo europeo più di nicchia, fornisce tramite
il suo portavoce una spiegazione veramente inquietante a proposito:
Straub e Huillet fanno il loro cinema nel bene e nel male
da molti anni: hanno i loro spettatori, pochi ma senza dubbio affezionati,
visto anche che continuano a girare film. Non sembrano però
mai preoccuparsi di manifestare un minimo di disponibilità
ai loro interlocutori e questo è molto irritante. [...] Non
ho mai visto un film di Straub e Huillet, e devo confessare che
non ho mai avuto neppure la curiosità di vederli [...] Se
non fossero dei cineasti conosciuti avrei già gettato i loro
materiali nel dimenticatoio [...] Je suis Cezanne
è un film di Straub e Huillet, cioè assolutamente
inaccessibile alla maggioranza del pubblico [...]. Il
passaggio chiave, come avrete capito, è in quel non
ho mai visto. Non vedremo quindi neanche noi.
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