Cannes 59 - 2006

Luci ed ombre della Croisette
di Adriano Ercolani

 
  ^ Ken Loach

Chi conosce il mio lavoro come critico e più in generale come innamorato di cinema, sa che l’ultima delle accuse che possono essermi rivolte è quella di difendere senza motivo il sistema organizzativo ed economico che regge l’industria (?) cinematografica italiana. Questa mia integrità di fondo dovrebbe quindi difendermi nella mia affermazione che, nel complesso, il festival di Venezia è al giorno d’oggi superiore a quello di Cannes. Tale considerazione non è tanto data dalla qualità artistica delle opere presenti in concorso e nelle selezioni collaterali - è quasi scontato ribadire che questo fattore è dovuto principalmente alle pellicole che gli organizzatori hanno a disposizione, le quali non sempre riescono al meglio o sono pronte per le date specifiche - ma soprattutto dall’organizzazione e dalla gestione dell’intero festival. Pur avendo a disposizione attrezzature, sale e luoghi decisamente superiori a livello tecnologico rispetto al Lido, quella che a mio avviso è decisamente deficitaria a Cannes è l’attenzione verso gli utenti. Un esempio per tutti: se a Venezia gli “accrediti cinema” possono, con qualche sforzo dovuto a molte ore di fila, accedere alla visione di tutte le opere presentate, i corrispondenti “cinephiles” francesi hanno quasi del tutto interdetto il concorso principale, ed addirittura non possono accedere al prestigioso Palais du Cinema, riservato al mercato ed alla stampa. A questo punto mi sembra logico ipotizzare che tutti gli appassionati preferiscano pagare i 50 euro dell’accredito e gustarsi l’intero cartellone, piuttosto che ricevere il “cinephile” gratis e poi doversi sbattere per chilometri e chilometri alla ricerca delle briciole da vedere. O sbaglio?
Passando ad argomenti più propriamente critici, quello che quest’anno il festival di Cannes ha offerto è stata una selezione piuttosto variegata, quindi abbastanza complicata da decifrare: la qualità media dei lungometraggi visionati è stata senza dubbio rilevante, senza però riservare quello che probabilmente ci aspettavamo di più, e cioè la scoperta di qualche esordiente o giovane autore in grado di folgorare con qualcosa di valore assoluto: a parte il bello e duro esordio della coraggiosa Andrea Arnold con Red Road – poi segnalata con il Premio della Giuria – gli autori che si sono messi in mostra sulla Croisette sono stati quelli alla vigilia più attesi. Anzi, la delusione più cocente è arrivata proprio dall’”enfant prodige” Richard Kelly, che dopo Donnie Darko ci ha consegnato un Southland Tales imbarazzante e presuntuoso. Voglio segnalare invece il ritorno sulfureo e viscerale di un “maestro” come William Friedkin, che nella “Quinzaine” ha presentato lo splendido e disturbante Bug, psico-horror da camera che ci riconsegna tutte le grandi capacità estetiche del suo realizzatore.
Del palmares finale c’è probabilmente poco da commentare, a parte l’assurdo Gran Premio della Giuria al bruttissimo Flandres di Bruno Dumont – ma quando verrà smascherato quest’impostore che si finge un intellettuale contro? Tre erano i grandi film in concorso: Volver di Almodòvar, il Vento che accarezza l'erba di Loach e Babel di Inarritu: il fatto che alla fine si siano spartiti i premi più importanti è sicuramente più importante del fatto che uno dei tre abbia poi prevalso sugli altri. Se però alla fine è stato il grande regista inglese ad ottenere la Palma d’Oro, non posso che rallegrarmi nel vedere finalmente e giustamente riconosciuto il lavoro coraggioso di uno dei più importanti cineasti della nostra epoca.


Top Ten Cannes 2006
(in ordine alfabetico)
Babel di Alejandro Golzàles Inàrritu
Bug di William Friedkin
il Caimano di Nanni Moretti
Lights in the Dusk di Aki Kaurismaki
il Regista di matrimoni di Marco Bellocchio
Shortbus di John Cameron Mitchell
United 93 di Paul Greengrass
Volver di Pedro Almodòvar
il Vento che accarezza l'erba di Ken Loach
X-men 3- Conflitto finale di Brett Ratner


Altri film recensiti
il Codice da Vinci


Premi

Palma d’oro
il Vento che accarezza l'erba di Ken Loach

Gran premio della giuria
Flandres di Bruno Dumont

Premio per la regia

Alejandro Gonzàlez Inàrritu per Babel

Palma d’oro al miglior attore
il cast di Indigènes di Rachid Bouchareb

Palma d’oro alla miglior attrice
il cast di Volver di Pedro Almodòvar

Premio per la sceneggiatura
Pedro Almodòvar per Volver

Premio della giuria
Red Road di Andrea Arnold

Camera d’Or
12:08 East of Bucarest di Corneliu Poromboiu