Marzo 2002
a
cura di Stefano Finesi |
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domenica
31 marzo
Spike Lee frena gli entusiasmi sui tanto strombazzati Oscar neri.
Parlando agli studenti dell'università di Toledo, nell'Ohio,
il regista puntualizza un dato di fatto: "Non ci eccitiamo
troppo. Non perdiamo il controllo per pensare: adesso siamo arrivati.
Quando Poitier ha vinto per I gigli di campo
la gente probabilmente ha pensato la stessa cosa, ma poi ci sono
voluti altri quarant'anni prima che Denzel vincesse." |
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mercoledì
27 marzo
La Commissione per i Lungometraggi, i Cortometraggi e i Film
per ragazzi ha deciso l'assegnazione dei premi di qualità
per il primo semestre del 2001. A beneficiare di questo bollino,
di cui non si capisce bene il senso e lo scopo, sono I cavalieri
che fecero l'impresa di Pupi Avati, Concorrenza sleale
di Ettore Scola, Domenica di Wilma Labate, Le fate ignoranti
di Ferzan Ozpetek, I giorni dell'amore e dell'odio di Claver
Sallizzato, La luce negli occhi di Andrea Porporati, Il
mestiere delle armi di Ermanno Olmi, Se fossi in te di
Giulio Manfredonia, La stanza
del figlio di Nanni Moretti e L'ultimo
bacio di Gabriele Muccino. La commissione consultiva per
il Cinema, intanto, riunita venerdì 22 marzo, riconosce
come opere di interesse culturale nazionale undici lungometraggi:
Il cuore altrove di Pupi Avati, Eden di Fabio Bonzi,
Volevo solo dormire addosso di Eugenio Cappuccio, Vaniglia
e cioccolato di Ciro Ippolito, Maledetta libertà
di Valerio Jalongo, Non a caso di Daniele Luchetti, Cantando
dietro i paraventi di Ermanno Olmi, Mine - Haha di Werner
Schroeter, Passione di Giosué l'ebreo di Pasquale
Scimeca, E lucean le stelle di Margarethe Von Trotta, Tre
giorni di anarchia di Vito Zagarrio. |
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martedì
26 marzo
C'era qualcosa che non tornava. I banchieri di Dio, di Giuseppe
Ferrara, esce tranquillo nelle sale italiane, con la sua ricostruzione
(più che documentata) del crack del Banco Ambrosiano e del
ruolo avuto da Calvi, Andreotti, dalla P2 di Licio Gelli, dal Vaticano,
dalla camorra, ecc., e nessuno dice niente. Ovviamente basta aspettare
un paio di settimane e i quotidiani titolano che il film verrà
ritirato dalle sale, dietro richiesta e denuncia di Flavio Carboni,
il faccendiere coinvolto nell'inchiesta ancora in corso sulla morte
(suicidio o omicidio?) di Calvi. La sentenza emessa dal giudice
Marzia Cruciani, che riconosce a Carboni come il film possa essere
lesivo della sua immagine, corregge tuttavia il tiro imponendogli
di versare un milione e mezzo di euro come misura cauzionale di
risarcimento ai produttori, qualora il film, a processo finito,
non risultasse diffamatorio. Ferrara reagisce intanto portando in
aula il materiale documentario su cui ha basato la ricostruzione
e rinfaccia a Carboni i rapporti con l'imprenditore Ciarrapico e
con altri poteri forti che avrebbero fatto pressioni per il sequestro
del film, beccandosi di rimpallo da Carboni un'altra querela. To
be continued (ma almeno il film resiste nelle sale). |
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lunedì
25 marzo
Assegnati gli Oscar, prevedibilmente prevedibili. Ad inquietare,
quest'anno, è stata la furiosa lotta delle major per imporre
il proprio film, che ha portato ad un aumento medio del 20% nelle
spese di promozione più o meno lecita (il costo totale si
avvicina ormai a quello della campagna per l'elezione del sindaco
di New York), e all'inutile foga diffamatoria verso A
Beautiful Mind della Universal, colpevole secondo molti di sorvolare
sulle presunte tendenze omosessuali, paternità illegittime
e tendenze antisemite di John Nash. Il politicamente corretto, però,
è l'inarrestabile padrone di casa: gli Oscar neri, Ryan O'Neal
sul palco con la leucemia, Woody Allen convertito che celebra New
York, "Viva l'Italia!" di Pietro Scalia. Come quest'anno
agli 'Independent Spirit Awards', per la prossima edizione candidiamo
almeno John Waters come presentatore. |
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giovedì
21 marzo
Ex gioiello liberty (fu costruito negli anni '10), ex-cinema porno
(il Pussycat), possibile futura sala Bingo. Con l'acquisto da parte
del Campidoglio, però, il cinema romano Apollo potrà
rinascere come cinema d'essai a tempo pieno, colmando una lacuna
(si fa fatica a crederlo) che ancora pesa sulla capitale: in programma,
cinema asiatico con un occhio alle minoranze etniche del quartiere
Esquilino, pellicole introvabili, maratone notturne, superclassici
della Hollywood del tempo che fu. L'ambizioso e succulento progetto
sarebbe gestito dall'associazione Apollo11 e da Enrico Ghezzi, ma
potrebbe entrare nell'organizzazione anche Procacci della Fandango.
Aspettiamo fiduciosi.
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giovedì
21 marzo
In arrivo in Italia, dopo il lancio a settembre negli Usa e quello
recentissimo in Francia, il Dvd Superbit, nuovo standard
digitale messo a punto dalla Columbia. La trovata è di una
semplicità sconcertante: niente più extra o speciali,
dietro le quinte o colonne sonore, poiché tutta la capienza
del disco (circa 4,7 gigabyte) viene dedicata al film, permettendo
una riduzione della compressione e un sensibile aumento di qualità
dell'immagine e degli effetti sonori. Tre per ora (e non esaltanti...)
i titoli pronti per il mercato italiano: Il patriota, Godzilla,
Il destino di un cavaliere. |
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giovedì
21 marzo
Moritz De Hadeln è il nuovo direttore della Mostra del Cinema
di Venezia. Ex fotografo e documentarista, prima direttore di Locarno
quindi per vent'anni alla Berlinale, era stato licenziato nel 2000
tra le polemiche, anche politiche. Neanche in Italia, ovviamente,
sarà tutto rose e fiori e noi per primi (benché le
prospettive fossero inizialmente molto più lugubri) ci accodiamo
al disappunto espresso dal sindacato dei giornalisti cinematografici:
"Al di là delle indubbie capacità professionali
che il nome di De Hadeln esprime, è inimmaginabile che il
nuovo Consiglio di amministrazione della Biennale non abbia individuato
nel mondo del cinema, della cultura e perfino della migliore industria
cinematografica nazionale una personalità italiana alla quale
affidare la guida della manifestazione più importante della
nostra cultura cinematografica". |
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domenica
17 marzo
Dopo la misteriosa rinuncia di Celli, la poltrona veneziana di direttore
della Mostra è ancora vuota: una decisione va presa entro
giovedì, quando si riunirà per la prima volta il Cda
della biennale e il toto-nomi è ormai impossibile da arginare:
saltano fuori Enrico Ghezzi, Marco Muller, Isabella Rossellini,
salta fuori l'ennesimo ricorso allo straniero, Moritz De Hadeln,
ex-direttore del Festival di Berlino.
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giovedì
14 marzo
I quotidiani riportano con dovizia di particolari l'ultimo colpo
di scena della telenovela veneziana: Pierluigi Celli è il
nuovo candidato alla direzione, affiancabile (va da sé che
di cinema non capisce nulla) dall'esperta Piera Detassis. La direttrice
di Ciak (mensile edito da Berlusconi) smentisce di essere
stata contattata per il ruolo di fiancheggiatrice, mentre Celli,
che del presidente della Biennale Bernabè era amico quando
erano entrambi all'Eni, si mostra disponibile, ricordando tra l'altro
che lui "al cinema ci va spesso, con moglie e figlio".
In Italia, per dirigere uno dei più grandi festival del mondo,
è più che sufficiente. |
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domenica
3 marzo
Oltre all'annunciata riedizione di E.T.,
prevista per il 29 marzo e purtroppo ritoccata da Spielberg con
spirito post-11settembre, le sale si preparano ad accogliere altre
celebri pellicole: Valerio De Paolis della Bim distribuirà
Jules e Jim di Truffaut; la
Warner tirerà fuori dal cassetto Amadeus, di Milos
Forman, con colonna sonora ovviamente rimasterizzata e venti minuti
in più; infine, vedrà di nuovo la luce del proiettore
Il grande dittatore di Chaplin, arricchito di ben trenta
minuti di girato. Solo una domanda: quanto queste consistenti integrazioni
sono frutto di ripensamenti estetici o scrupoli filologici e quanto
lo sono di strategie di marketing simili a quelle che fanno accompagnare
ogni greatest hits da un nuovo singolo?
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