Maggio 2004
a
cura di Stefano Finesi
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domenica
30 maggio
Si preparano in tutto il mondo i festeggiamenti per i settant’anni
di Paperino, nato ufficialmente il 9 giugno 1934 come Donald Fauntleroy
Duck da un’idea di Walt Disney e dai disegni di Ferdinand
Horvarth: il debutto da protagonista arriverà otto anni più
tardi, grazie al celebre disegnatore Carl Barks, nella storia a
fumetti “Paperino trova l'oro dei pirati” e da allora
apparirà in ben 150 cortometraggi e innumerevoli strisce
sui giornali di tutto il mondo.
In Italia, oltre a un ciclo televisivo su RaiDue, i bambini potranno
partecipare all’anniversario sul sito e vincere un viaggio
alla Disneyland parigina. Un po’ pochino per cotanto compleanno,
ma meglio di niente…
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venerdì
28 maggio
Annunciata la nascita di MovieMax, nuova casa di distribuzione italiana
che apre i battenti a partire dal 25 giugno, con l’uscita
di Ripper – Lettera dall’inferno. Tante
buone intenzioni e titoli stuzzichevoli in listino, dal coreano
Natural City a Un cuore tra le nuvole,
con l’accoppiata Charlize Theron e Penelope Cruz. “Crediamo
molto nelle uscite estive e nella destagionalizzazione - sostiene
l’amministratore delegato Rudolph Gentile -. Sbloccare
l'estate vuol dire anche conquistare nuovi spettatori oltre che
gli spettatori abituali che continuano ad andare al cinema”.
La domanda spontanea, in questi casi, sarebbe ovviamente a quale
circuito di sale la MovieMax intende in linea di massima appoggiarsi,
perché è lì che si gioca realmente la partita
della distribuzione. Comunque sia, auguri di pronta destagionalizzazione. |
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giovedì
27 maggio
Fahrenheit 9/11, fresco di palma d’Oro, uscirà
nelle sale americane venerdì 2 luglio, nel weekend che solitamente
apre la stagione cinematografica Usa. Michael Moore vince infine
una battaglia importante anche se in fondo dall’esito inevitabile:
i Weinstein, comunque, ancora non sanno a chi sarà affidata
la distribuzione, se a Lions Gate, Focus Features o Newmarket, e
resta aperta la disputa sull’effettiva proprietà del
film tra Disney e Miramax, in cui ci si gioca un incasso almeno
pari ai 120 milioni di dollari di Bowling
a Colombine.
Diverse voci, tra cui il New York Daily, annunciano nel frattempo
l’incipiente divorzio delle due case di produzione, con il
trasloco dei Weinstein e probabilmente dell’intero pacchetto
dei film Miramax (500 titoli più che appetibili) nientemeno
che alla Fox. Se ci si stupisce del veto Disney su Moore, sarebbe
divertente sapere cosa avrebbe detto a proposito Rupert Murdoch |
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martedì
25 maggio
Dopo Atlantis: L'Impero Perduto distribuito dalla
Buena Vista International, Guerre
Stellari L'Attacco dei Cloni distribuito dalla 20th Century
Fox, Pinocchio distribuito da Medusa e la riedizione
di Alien dalla stessa Fox, The
Day After Tomorrow - L'Alba del Giorno Dopo è il quinto
film presentato in esclusiva in digitale all’Arcadia di Melzo,
leggendario multiplex milanese all’avanguardia tecnologica.
L’Arcadia è l’unico cinema in Italia dotato del
sofisticatissimo sistema D-Cinema, il cui utilizzo, come spiega
il sito con una certa enfasi, avviene attraverso “un server
collegato al proiettore digitale BARCO D-Cine Premiere su consolle
Cinemeccanica, unico proiettore digitale certificato THX, che utilizza
l'avanzatissima tecnologia DLP CinemaTM (Digital Light Processing)
della Texas Instruments. Il DLP CinemaTM utilizza tre microchip
DMD (Digital Micromirror Device) per il controllo dell'immagine.
All'interno di ogni DMD sono montati 1,3 milioni di microspecchi
capaci di oscillare indipendentemente gli uni dagli altri così
da riflettere i tre colori primari della luce (verde, rosso e blu)
e formare sul grande schermo le immagini cinematografiche. Ogni
microspecchio è grande circa un quarto della sezione di un
capello umano. L'unità DOLBY DMA8 completa l'installazione
digitale”
Da irriducibili (e spocchiosi) sostenitori della pellicola, perdoniamo
l’Arcadia di Melzo in quanto detiene un altro primato: è
anche l’unica sala italiana dotata di un proiettore per il
70mm, supporto analogico la cui qualità è ancora lontana
dall’essere superata.
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sabato
22 maggio
Trionfo inaspettato di Michael Moore a Cannes, con una Palma d’Oro
che le previsioni escludevano dopo le polemiche cinema vs politica.
L’entusiasmo del pubblico per il film è stato però
evidentemente contagioso e Tarantino puntualizza che il premio è
andato al film in sé, a prescindere dalle sue implicazioni
polemiche: “Quello che mi interessa - precisa - sono
i film e non la politica: se poi queste due cose si incontrano,
tanto meglio”. Tutti contenti insomma, se non fosse che
il film, venduto infine anche in Albania e quindi in tutto l’universo
conosciuto, ancora aspetta la conferma di un distributore Usa, dopo
il veto Disney alla Miramax.
Una piccola postilla al discorso sul rapporto tra cinema e politica
ce la offre comunque il lungimirante ministro Urbani, con la seguente
dichiarazione a caldo: “E’ evidente che quella di
Cannes era una giuria con una forte propensione a privilegiare criteri
politici rispetto a quelli di natura artistica. Quindi Cannes ha
scelto la strada di un premio politico a un film politico. Noi preferiamo
sempre i Festival d'arte”. Cosa siano i festival d’arte
esattamente non lo sappiamo, ma se qualcuno aveva bisogno di delucidazioni
sul senso della soap opera veneziana di questi mesi ha avuto finalmente
soddisfazione.
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giovedì
20 maggio
Una breve riflessione in margine al festival di Cannes, che non
può trovare in questo spazio il resoconto dettagliato che
richiederebbe. La battaglia più interessante di questa edizione
(ogni edizione che si rispetti porta con sé una battaglia)
sembra essere quella tra la posizione di Tarantino, il presidente-regista
“che fa il cinema sui killer”, come dice amorevolmente
Godard, e che dichiara di augurarsi un concorso fuori dalla politica,
e l’atmosfera rovente in cui si svolge il festival, con i
precari dello spettacolo che manifestano e vengono caricati dalla
polizia, guadagnando il giusto appoggio di Godard stesso, di Michael
Moore, di Sean Penn, di Ken Loach. I quali, naturalmente, portano
avanti nel frattempo anche il loro discorso politico sui tragici
eventi mondiali in corso, Moore in testa con il suo documentario
in progress applaudito per 20 minuti, seguito da uno Sean Penn che
arriva addirittura a rimpiangere Nixon se paragonato al caro George
W. Da parte nostra, comodamente seduti nella poltrona di casa, abbiamo
la spocchia per bacchettare due posizioni opposte: la faciloneria
un po’ nerd con cui Tarantino si ostina a tenersi fuori dai
sani scossoni politici che trovano nella croisette un veicolo privilegiato,
e la faciloneria inaspettatamente qualunquista con cui Godard può
liquidare il cinema di Hollywood come totalitaristico “produttore
di parole che solo loro chiamano immagini”. Ma non era
Godard il primo ad adorare il cinema americano di genere?
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mercoledì
19 maggio
Agis e Anec plaudono all’unanimità all’approvazione
della nuova legge cinema, con il suo giro di vite contro la pirateria
on line: malgrado ciò, il decreto, da come era stato inizialmente
concepito, si è nel frattempo decisamente ammorbidito, dopo
diverse proteste dal popolo web cavalcate da una parte dell’opposizione.
Ultimo gesto spettacolare di resistenza, quello di un europarlamentare
radicale della Lista Bonino, Marco Cappato, che ha nientemeno che
convocato una conferenza stampa per scaricarsi pubblicamente Blade
Runner e iniziarlo a mostrare ai giornalisti. La polizia,
intervenuta, lo ha identificato promettendo di fargli sapere come
procederà nei suoi confronti. Poi, probabilmente, hanno visto
Blade Runner tutti insieme. |
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domenica
16 maggio
Con poco clamore, a Cannes viene presentato Z Channel –
The Magnificent Obsession, documentario di Alexandra Cassavetes
dedicato alla barricadiera tv via cavo americana che dalla metà
degli anni settanta alla metà degli anni ottanta deliziò
i cinefili di ogni generazione recuperando film scartati o mal voluti
dalle major. Il fatto è che tra i vari titoli, spesso rintracciati
dal patron Jerry Harvey nei magazzini o negli scantinati degli stessi
registi, figurano le versioni director’s cut de Il
mucchio selvaggio, Novecento, C’era
una volta in America, I cancelli del cielo,
nonché film dall’uscita disastrosa poi osannati, come
Salvador di Oliver Stone, per non parlare di perle
europee come il Berlin Alexanderplatz di Fassbinder.
L’ossessione di Harvey per il cinema era tale, che quando
la sua creatura fu costretta a fondersi con un canale di sport per
sopravvivere, si sparò un colpo alla testa dopo aver fatto
fuori la sua terza moglie. |
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sabato
15 maggio
Dopo aver legato il suo nome ai più roboanti titoli del cinema
muscolare americano anni ottanta, il produttore Andrew Wajna affronta
un’impresa della massima audacia: creare i più grandi
studi cinematografici del mondo a Etyek, un comune a 30 chilometri
da Budapest. La notizia, annunciata ufficialmente a Cannes dal ministro
dei Beni culturali ungherese, Istvan Hiller, lo vede affiancato
da un uomo d'affari, Sandor Demjan, nell’obiettivo di portare
la più avanzata tecnologia da Hollywood nel cuore dell’Europa.
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giovedì
13 maggio
Nella tragicomica corsa dei vip dello spettacolo ad accaparrarsi
un seggio alle elezioni europee, c’è un caso umano
di portata veramente epica: con lo slogan “Chiamami Europa,
sarò la tua patria”, nato sull’adagio del vecchio
spot Peroni che l’ha resa celebre, la mitica Solvi Stubing
si candida per Alleanza Nazionale, con un programma tutto cultura
e famiglia. Le mani ci tremano sulla tastiera davanti alla demenzialità
globale dell’operazione.
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lunedì
10 maggio
Ancora in mobilitazione l’industria del cinema, stavolta ai
ferri corti con il rivale più temibile: il calcio. I giornali
annunciano infatti la possibilità di un decreto spalmacampionato,
da appaiare a quello tutto italiano dello spalmadebiti: in pratica,
partite non solo la domenica, ma il sabato (18.30 e 20.30), la domenica
(13.00, 15.00, 20.30) e il lunedì (20.30), con buona pace
del week-end della famiglia media, che rinuncerebbe in tal modo
a una furtiva sortita in sala. Quasi tutte le sigle del cinema,
Agis, Anica, Unidim, Anec, Anem e Acec, chiedono un incontro urgente
con il ministro alla presenza di Carraio e Galliani per discutere
la questione: quello che forse non calcolano o non riescono a mandare
giù è che in Italia il potere politico (e quindi tout
court) del cinema è nullo in confronto a quello di calcio
e televisione. Se così non fosse, Antonioni sarebbe presidente
del consiglio.
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domenica
9 maggio È una delle storie di orgoglio
cinefilo più belle dell’anno: in un bunker americano
costruito dentro una montagna, dove durante la guerra fredda la
Federal Riserve teneva stipati tre miliardi di dollari da “salvare”
in caso di distruzione nucleare (?!), verranno ora archiviati i
film del centro di conservazione audiovisiva del Congresso. Il complesso
dovrebbe inoltre ospitare sale e laboratori per il restauro e il
trattamento delle pellicole, nonché delle stanze speciali
per contenere film in nitrato, materiale infiammabile in cui tuttora
sopravvivono molti titoli prodotti prima degli anni cinquanta. Sinceramente,
Off-screen avrebbe fatto quest’uso del bunker
anche durante la guerra fredda. |
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giovedì
6 maggio
Mohsen Makhmalbaf ha visto rifiutarsi dal Ministero della cultura
iraniano l’approvazione al copione del suo nuovo film, Amnesia:
raccontando vent’anni di sofferenze della popolazione iraniana
e puntando il dito contro l’oppressione delle autorità
religiose del paese, il film ha comunque bisogno di essere girato
in Iran, cosa che a conti fatti sembra impossibile. “Sembra
- puntualizza il regista in una nota spedita ai suoi agenti di Londra
- che la nuova strategia dei censori intenda spingere gli artisti
iraniani ad emigrare in altri Paesi. O i loro film sono programmati
in maniera impropria e maldistribuiti. Un tipo di censura implicita”.
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mercoledì
5 maggio
Michael Moore stavolta deve vedersela con Topolino. La Disney annuncia
che non permetterà alla Miramax dei Weistein (per ora trincerati
dietro un silenzio stampa) di distribuire l’ultimo, esplosivo
film del regista, Fahrenheit 9/11, sui rapporti
tra la famiglia Bush e la famiglia bin Laden. Il film, che sarà
presentato in concorso al festival di Cannes, potrà forse
uscire nelle sale americane grazie a un subappalto della Miramax
a qualche casa indipendente, ma intanto crescono le polemiche, rinfocolate
dal portavoce di Moore che chiama in causa gli interessi della Disney
in Florida, dove i vari parchi di divertimento godono di succosi
sconti fiscali: il governatore della Florida, ovviamente, è
Jeb Bush, fratello di George W. |
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lunedì
3 maggio
Mentre è imminente l’approvazione in senato del decreto
Urbani sul cinema, l’Anec fa quadrato intorno alle norme antipirateria,
già ammorbidite alla camera rispetto alle iniziali intenzioni
persecutorie. “L’importanza di questo decreto per
tutto il mondo del cinema - dichiara il presidente Walter Vacchino
- è tale da far accettare, sia pure con qualche riserva
e preoccupazione, le modifiche apportate dalla Camera che comportano
un oggettivo indebolimento delle originarie norme antipirateria.
Ma sarebbe del tutto inconcepibile per gli operatori, un nuovo intervento
mirante a ridimensionare ulteriormente la tutela del diritto d’autore
che, oltre a provocare danni diretti alla lotta alla contraffazione,
rafforzerebbe l’inconsapevolezza dell’illecito, già
fin troppo diffusa presso i comuni cittadini e, purtroppo, non sufficientemente
avvertita presso le istituzioni chiamate a contrastare i trasgressori
di questo fenomeno criminale”. La camera aveva infatti
bocciato proprio la criminalizzazione del peer to peer
e dei relativi gestori di server sullo scambio di film on line da
parte degli utenti, richiamandosi alle normative europee e all’inapplicabilità
di sanzioni oltretutto sproporzionate. Il popolo di internet l’avrà
vinta anche in senato? |
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sabato
1 maggio
Già detestato da gran parte del mondo dello spettacolo francese,
il ministro della cultura Renaud Donnedieu de Vabres deve ora fronteggiare
il rischio di veder vacillare il festival di Cannes. I lavoratori
precari dello spettacolo minacciano infatti scioperi e manifestazioni
proprio durante la kermesse, per risolvere al meglio la vertenza
sulla questione del sussidio di disoccupazione, definito “un’elemosina”
malgrado le ultime proposte governative. La protesta già
aveva travolto con gravi conseguenze il festival di Avignone e quello
di Aix-en-Provence. |
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sabato
1 maggio
Dopo le ultime polemiche, Marco Muller viene finalmente confermato
direttore della mostra del cinema di Venezia con un contratto di
quattro anni. Annunciate quindi ufficialmente le novità della
prossima edizione, spostata dal primo all’undici settembre,
novità che, mettendo da parte la sfrenata ricerca del glamour,
sembrano ricalcare un salutare spirito cinefilo del tempo che fu:
il ritorno di Venezia Mezzanotte, inventata dal grande Enzo Ungari
ai tempi della direzione Lizzani come sezione riservata a stupire
gli spettatori; il ritorno di Venezia Orizzonti, creatura di Guglielmo
Biraghi cancellata dalla nascita di Controcorrente; il ritorno,
come sostiene Muller, di una retrospettiva “alla Aprà”,
dedicata quest’anno al cinema fantastico italiano di Fulci,
Bava, Margheriti. |
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