Aprile 2003
a cura di Stefano Fines e Massimo Raso
 
     
venerdì 25 aprile
Pensavamo di essere abituati ai danni prodotti dalla censura, ma le sorprese non finiscono mai. Ararat, l’ultimo film di Atom Egoyan, non esce in sala come previsto perché manca il visto della censura: non è questione di tagli, scandali e via dicendo, è una questione squisitamente burocratica, dal momento in cui la riunione della commissione che doveva visionare il film è saltata, e quindi niente pellicola in sala, malgrado i flani sui giornali. “In vent’anni di attività – afferma Franco Ugolini della Bim – è la prima volta che incappiamo in un incidente simile. Da parte del ministero e delle commissioni sarebbe stata sufficiente una maggiore disponibilità ed elasticità per evitare un disguido che, oltre a penalizzarci direttamente, rappresenta comunque un danno per tutta la macchina cinema”. Stessa sorte era toccata qualche settimana fa anche al coreano Oasis, ugualmente annunciato e poi rimandato per la consueta riunione impossibile. Domanda: con un film di Spielberg o Cameron e una distribuzione di Warner o Columbia, potrebbe mai succedere una cosa del genere?

giovedì 24 aprile
Armi di masturbazione di massa. Mentre cadono le statue di Saddam, Baghdad riscopre il piacere del cinema: alla sala Star, 400 posti, la prima a riaprire i battenti, gli iracheni fanno la fila per vedere nientemeno che l’intramontabile La liceale (1976), con Gloria Guida, assaporando le prime gioie del capitalismo e confermando, se qualcuno ancora ne dubitava, le grandi potenzialità del cinema italiano sul mercato internazionale. Prezzo del biglietto: 20 centesimi di dollaro.

Mercoledì 23 aprile
Nella sorpresa generale, malgrado il David alla regia, Il cuore altrove di Pupi Avati è l’unico film italiano in concorso a Cannes e dovrà vedersela con gentucola come Eastwood, Gus Van Sant, Sokurov, la Makhmalbaf, Greenway, Lars von Trier, ecc. Assistiamo però nel frattempo a una vera e propria “morettizzazione” della croisette, con Nanni impalmato di fresco che si permette di presentare un breve documentario girato negli Usa (The Last Customer) e nientemeno che 27 minuti di materiale tagliato dal suo Aprile, con il titolo Il grido d’angoscia dell’uccello predatore… Senza contare che, nella sezione “Un certain regard”, sarà proiettato La meglio gioventù di Marco Tullio Giordana, serie televisiva prodotta dal fido Barbagallo per la Rai, ma mai andata in onda per motivi non ancora chiariti. A viale Mazzini, con inquietante faccia di bronzo, proclamano “grande soddisfazione per un evento straordinario”. Quindi, probabilmente, impraticabile in Italia.

  martedì 22 aprile
Non c’è pace per I supereroi della Marvel: ora tocca ad Elektra, spin-off di Daredevil, prodotto dalla New Regency, la Fox e la Marvel, e adattato per lo schermo da Stu Zicherman e Raven Metzner. Nei panni di Electra ancora Jennifer Garner che si dice entusiasta del progetto. Il film, basato su “La Saga di Elektra” scritta da Frank Miller, spiegherà come ha fatto Electra a salvarsi dalla pugnalata di Bulleye in Daredevil e di come ha inizio la sua carriera di killer della Mano, l’organizzazione criminale che le ha insegnato i segreti delle arti marziali. Visto il successo del primo episodio (100 milioni di dollari al botteghino Americano) parte anche il sequel di Daredevil. Confermati per ora Ben Affleck ed il regista Mark Steven Johnson. E non è finita qui: nonostante un già ricco 2003 con X-men 2, The Hulk e l’attesissimo sequel di Spider-man, il 2004 si annuncia di nuovo denso di eroi in calzamaglia, tutti classici Marvel. Mentre le più importanti produzioni cercano di mettere le mani su una fetta di torta nessuna sembra temere la saturazione del mercato ed il superamento del genere: la Paramount prepara l’adattamento di Deathlok, l’uomo-macchina; la Columbia è in preproduzione di Ghost Rider, il motociclista posseduto da un demone, regia di Mark Steven Johnson, protagonista Nicolas Cage; la DreamWorks ha ingaggiato il regista Yuen Wo Ping e lo scrittore Bruce McKenna per dirigere The Hands of Shang Chi, il grande e spietato maestro di Kung Fu; l’ Artisan ha cooptato Thomas Jane come protagonista del suo The punisher (già portato sullo schermo da Mark Goldblatt nel 1990, col volto di Dolph Lundgren), ex veterano del Vietnam che diventa giudice giuria e giustiziere della criminalità.

martedì 22 aprile
La storia sembra non avere insegnato nulla alla Warner bros, che ha appena ingaggiato Chris Wilkinson e Steve Rivele per adattare Kleopatra, il bestseller di Karen Essex sulla regina di Egitto. Nonostante la Cleopatra di Joseph L. Mankiewicz, dal un costo complessivo di 44 milioni di dollari, nel 1963 portò la 20th Century Fox sull’orlo della bancarotta, segnando il crollo e la fine del genere peplum, la Warner ha deciso di riprovarci “alla grande”, arrivando ad anticipare 1,5 milioni di dollari al duo di scrittori per il solo trattamento, con l'intenzione di dar vita ad un epico rilancio dell’intero genere. Il film questa volta metterà in secondo piano il complotto storico politico per concentrarsi sull’aggiornata figura di Cleopatra, le sue relazioni da ragazza, le sue vicende di donna e poi di madre, la sua influenza di Regina da viva e di Dea reincarnata da morta. Il produttore Adam Schroeder non ha fatto parola di possibili scelte di cast, ma sicuramente sarà necessaria una coppia contemporanea che sostituisca nell’immaginario collettivo l'immagine mitica di Elizabeth Taylor e Richard Burton. Attualmente le coppie ufficiali sotto contratto alla Warner sono Brad Pitt-Jennifer Aniston e Michael Douglas-Chatrine Zeta-Jones.

lunedì 21 aprile
La Revolution Studios scalda il motore della macchina più famosa degli anni 80, ingaggiando gli sceneggiatori David Elliott e Paul Lovett per scrivere l’adattamento cinematografico di Supercar (Knight Rider). Si tratterà di una commedia d’azione tratta proprio dalla serie televisiva di successo trasmessa la prima volta dalla NBC nel 1982 con protagonista David Hasselhoff ed una lucente Pontiac nera dal design avveniristico. Mentre all’ormai ultra 50enne David Hasselhoff dovrà accontentarsi della figura di produttore esecutivo, non si hanno ancora indiscrezioni sui candidati al ruolo di Michael Kinght. Il creatore della vecchia serie, Glen A. Larson, affiancherà invece i lanciatissimi Mark Ciardi e Gordon Gray (The New Guy e The Rookie) nella produzione.

lunedì 21 aprile
Mentre è stata fissata per ottobre l’uscita di Scary movie 3 in America ed in Europa, la Dimension film ha già annunciato il quarto episodio della serie. Le riprese di Scary Movie 4 inizieranno a giugno 2003 mentre l’uscita è prevista per l’inverno 2004. Il regista David Zucker e gli sceneggiatori Craig Mazin e Pat Profit, nonché buona parte del cast del terzo episodio, sono stati confermati. Oltre ai nuovi classici dell’orrore, Scary Movie 4 seguirà la linea della parodia prendendo di mira i film dei supereroi che affolleranno la prossima stagione cinematografica americana. Special SuperGuest nei panni di eroe mascherato Lesile Nielsen. “Siamo così certi del successo di Scary movie 3”, ha detto Bob Weinstein, vice presidente della Dimension “così entusiasti del gruppo di lavoro, così compiaciuti di quello che abbiamo visto, che abbiamo deciso di cogliere l’attimo e di iniziare la produzione del 4 immediatamente, senza pensarci troppo.

sabato 19 aprile
Il Giffoni Film Festival, istituzione con 33 edizioni alle spalle, negli ultimi anni è cresciuta a dismisura, fino a poter annunciare, grazie a dei finanziamenti europei, la nascita a Salerno della Giffoni Multimedia Valley: un progetto da 15 milioni di euro, destinato a realizzarsi verso il 2008, che vedrà la costruzione di un’avveniristica cittadina del cinema, con una sala da 750 posti, un’arena, uno spazio formazione, una cineteca, un museo, una sala Imax 3D, uno spazio produzione e post-produzione. Basteranno 15 milioni?

  venerdì 18 aprlie
Monica Bellucci sarà il maestro di cerimonia del 56simo Cannes Film Festival. Il Festival sarà inaugurato dal remake di Fanfan la Tulipe (fuori concorso), interpretato da Penelope Cruz. La Bellucci (che riveste il ruolo che fu di Virginie Ledoyen, Charlotte Rampling, Jeanne Moreau e Isabelle Huppert) sarà a Cannes anche come protagonista della seconda parte della trilogia di Matrix, in concorso il 15 maggio. Presidente della giuria, il regista Patrice Chereau. Sotto la guida del nuovo direttore Veronique Cayla, il festival mira quest’anno alla conquista di un pubblico di più vasto, trasferendo molte delle iniziative legate al festival fuori dal Palais, come il progetto a lungo coltivato da Cayla del Cannes Film Festival Museum.

giovedì 17 aprile
Dopo il via libera dell’Antitrust, il magnate australiano Rupert Murdoch si appresta a sbarcare in Italia riunendo Stream e Tele+ nella piattaforma unica Sky Italia. A quanto sostengono gli operosi manager coinvolti, al lavoro per riuscire nel miracolo di far fare due lire alla pay tv in Italia, tra i primi tagli ci sarà quello del glorioso canale CineClassics, oasi prediletta di ogni cinefilo, dedicato ai grandi capolavori del passato (preferibilmente in b/n) del cinema mondiale. Ma come Murdoch sa bene, i cinefili (anche per fortuna dell’umanità) sono una minoranza poco redditizia.

mercoledì 16 aprile
Richard Gere interpreterà Bruno P. Zehnder, il fotografo del National Geographic che ha dedicato la sua vita alla ricerca e lo studio dei pinguini imperatori. Regista del film Gregory Hoblit (Schegge di paura, Frequency). L’idea nasce da un articolo pubblicato sull’edizione americana di Vanity Fair, in cui si racconta l’appassionante storia d’amore fra l’acclamato fotoreporter ed una dottoressa newyorkese che decide di abbandonare il lavoro e seguirlo nei suoi viaggi in giro per il mondo. Gere inizierà le riprese del film non appena finito il remake di Shall we dance (Voglio danzar con te, 1936), classico del cinema musicale americano prodotto dalla Miramax sull’onda del successo di Chicago. Sarà Jennifer “Ginger Rogers” Lopez ad affiancare il neo Fred Astaire nei panni di Linda Keene-Ginger, l’immaginaria cantante di successo in crociera sull’atlantico.

martedì 15 aprile
Bersagliato, sbeffeggiato, perquisito, valeriamarinato, Vittorio Cecchi Gori sembrava ormai essere dato per sconfitto su tutti i fronti, quando inaspettatamente è arrivata l’ora della riscossa: l’indomito tycoon è accreditato infatti per produrre il prossimo film di Carlo Vanzina (soldi più o meno sicuri) e la sua vecchia squadra di registi sembra addirittura rimpiangerlo. “Sì, abbiamo parlato con Vittorio di un film da fare insieme”, conferma Vanzina, “conosco Vittorio da trent’anni: i nostri padri erano amici e lavoravano insieme. Mio padre, Steno, girava film prodotti da suo padre, Mario. Se c’è una cosa di cui sono sicuro, è che Vittorio il cinema ce l’ha nel sangue. E’ un produttore vero, che parla la lingua del cinema. Con lui ci si capisce al volo. Non è vinto né abbattuto. In questi mesi tremendi per lui, ha sempre pensato di fare il cinema. E adesso sta per tornare a farlo. Ma le dico di più: non sono l’unico regista che potrebbe tornare con lui. Lo chieda a Rubini, a Tognazzi, a Verdone, a Salemme, allo stesso Benigni…

sabato 12 aprile
Riportiamo, intatto nella sua fragranza, il comunicato stampa che annuncia l’inizio delle riprese del nuovo film di Tinto Brass:
Inizio riprese del nuovo film di TINTO BRASS: FALLO!
Le ilari e disincantate schermaglie amorose del nuovo film prenderanno le mosse lunedi 14 Aprile da Cap d’Agde, la nota località naturista-scambista della Costa Azzurra, per approdare via via a Casablanca, Malaga, Londra, Alto Adige, Roma ecc., in una allegra sarabanda di sotterfugi, inganni, tranelli, bugie e malizie, spie del sempre più prepotente, spavaldo, perfino sfacciato erotismo femminile.
Le protagoniste del film, ad episodi, sono: MARUSKA ALBERTAZZI, SARA COSMI, ANGELA FERLAINO, FEDERICA PALMER, RAFFAELLA PONZO, SILVIA ROSSI e GRAZIA MORELLI”.
Chi, non contento, volesse saperne di più, si rassegni pure, giacché se andate sul sito di Brass troverete semplicemente una parata di culi con gli auguri per i suoi settant’anni: volendo, però, si può riempire un form per spedirgli il proprio buon compleanno. Fatelo!!

giovedì 10 aprile
All’indomani della sconfitta di Muccino, la Medusa, la più grande casa di produzione italiana, lancia un comunicato a dir poco demenziale, di cui riportiamo il primo stralcio: “La giuria del David di Donatello è di 381 membri. La stessa che ha votato Pinocchio miglior film italiano, nel mezzo dello scorso novembre, tanto da spedirlo a rappresentare il cinema italiano all’Oscar. E forse glielo ha fatto apposta. Sta di fatto che quella stessa giuria, under influence – come diceva Cassavetes – per via delle oscillanti percezioni che hanno sempre fatto sbandare il cinema italiano, ha deciso in un soprassalto di coerenza che Pinocchio non era più il primo della lista, e neanche il secondo, il terzo, il quarto o il quinto. Per fortuna cerano cinquine e non decine, altrimenti lo staremmo ancora a cercare. Ma il danno maggiore lo hanno subito i titoli, diciamo così, esortativi o imperativi. Prendimi l’anima ha avuto un’accoglienza inversamente proporzionale al consenso di pubblico e critica, non necessariamente influente – come lo sono le oscillanti percezioni - sui 381. Ricordati di me era un caso a parte. Perché oltre all'esortazione generica, aggiungeva l’invito diretto. E per questo, forse, toccava gli animi irritabili”. Per chi fosse “under influence” e volesse continuare, vada sul sito .

mercoledì 9 aprile
Assegnati i David di Donatello, durante una stantia diretta televisiva dall’Auditorium di Roma: la sorpresona che avrebbe fatto trepidare milioni di spettatori (che forse qualcuno pensa spartiti in tifoserie con striscioni) è il trionfo di Ozpetek su Muccino, rimasto nientemeno che a bocca asciutta malgrado dieci nomination. Scontro di titani. Un po’ Fellini e Visconti, un po’ Coppi e Bartali. Fatto sta che Ozpetek, David in pugno, rivela di pensare a Cannes, dove “andrei solo se mi invitassero in concorso”. Pupi Avati, premiato per la miglior regia, confessa d’altra parte di aver passato cinque anni soffertissimi in cui addirittura pensava di dover rinunciare al cinema (anche se ha sotto il sedere più poltrone istituzionali che qualunque altro regista). Due David postumi (Girotti e Donati), omaggio postumo di rigore a Sordi, patetico videomessaggio di Benigni che ribadisce che “il cinema è pace, è poesia, è parole”. Probabilmente anche quello italiano.

lunedì 7 aprile
Viene annunciata per fine maggio l’apertura in Gran Bretagna del primo multiplex del gruppo EasyCinema, inventato (come già EasyJet, EasyCar, e via facilitando) dal magnate dell’hard discount Stelios Haji-Ioannou. La trovata, destinata probabilmente a rivoluzionare il consumo dei film, prevede l’azzeramento dei costi di gestione: arredamento scarno, pochissimo personale, casse automatiche. Il risultato è misurabile dal fatto che chi ha la forza e la costanza di prenotare i biglietti tre settimane prima, pagherà circa 30 centesimi di euro per vedere un film di prima visione, in un paese in cui un ingresso costa in media 7 sterline… Per conoscere meglio il multiplex dei nostri sogni (e delle nostre tasche),

sabato 5 aprile
Nel più o meno compatto fronte hollywoodiano anti-Bush a fare “outing” a favore del presidente americano è un insospettabile Jack Nicholson: “Io sono un vecchio democratico, ma lo sbaglio che fanno in tanti è di non rendersi conto che George W. Bush è un grande politico, non c’è dubbio. Io a suo tempo stavo nelle organizzazioni dei volontari per la pace in Vietnam e non ero mai arrivato al punto di desiderare la morte di Nixon, come tanti altri che erano lì con me. In fondo era il presidente degli Stati Uniti, che io avessi votato per lui o no! E anche oggi in molti non pensano a questo”. Se Bush è il Nixon del terzo millennio, noi invochiamo un altro Watergate.

sabato 5 aprile
La Distant Horizon ha ingaggiato Rob Cohen, il regista di XXX e di Fast and Furious, per girare la versione in carne ed ossa di Kite, cult animato giapponese ideato e diretto da Yasuomi Umetsu. Kite è la storia di una giovane adolescente adottata subito dopo la morte dei genitori da una coppia di spietati malviventi: terminato un duro addestramento e con la copertura di insospettabile liceale, la ragazza viene usata dai due come una vera macchina di morte. Sarà l’amore per un coetaneo ragazzo di strada a risvegliare la coscienza di Kite ed ad aiutarla nella vendetta… La Distant Horizon, guidata da Anant Singh, sembra essere una delle case di produzione più prolifiche del momento, e dopo il film autobiografico su Nelson Mandela, Long Walk to Freedom, con Morgan Freeman nei panni del protagonista, tocca ora al remake hollywoodiano di Pulse, film dell’orrore giapponese per la regia di Kiyoshi Kurosawa. Regista della nuova versione, nientemeno che Wes Craven.

venerdì 4 aprile
L’infaticabile Miramax si conferma la major americana più attenta agli stimoli del mercato internazionale. L’ultimo colpaccio dei fratelli Weinstein è stato concordare una percentuale sui diritti di distribuzione home video per il mercato anglosassone con la Celestial Pictures di Hong Kong: la Miramax distribuirà quindi in esclusiva tutti i film prodotti dai fratelli Shaw, che includono molti dei classici più popolari del cinema cinese e di Hong Kong. “I film dei fratelli Shaw sono un’esauribile fonte di idee per nuovi film” ha detto Harvey Weinstein, “ho puntato alcuni di questi titoli da decenni e sono fiero che la Celestial si sia fidata della Miramax per far arrivare questi capolavori ai loro fan nel mondo, pronti a conquistare un nuovo pubblico internazionale”. La leggendaria collezione di film di Run Run Shaw , è considerata fra le più grandi filmografie di cinema cinese, con 760 titoli tra cui Le Furie umane del kung fu (1978), Bruce Lee lotta di titani (1978) Io... Bruce Lee (1976) , La Leggenda dei 7 vampiri d'oro (1974), I 13 figli del drago verde, (1970) e molti altri. Non contenta, la Miramax ha anche opzionato 50 titoli per futuri remake: l’urlo di Chen, probabilmente, terrorizza ancora l’occidente.

venerdì 4 aprile
La polmonite killer miete vittime anche nel cinema, svuotando le sale di Hong Kong. Soprattutto dopo il monito degli uffici sanitari, che invitano esplicitamente a disertare le sale come possibile veicolo di contagio, in due settimane il calo del pubblico ha toccato il 50% delle presenze, costringendo molte case di distribuzione a bloccare le uscite previste. Le stesse majors hollywoodiane fanno dietro front: a Pasqua nessun bambino di Hong Kong potrà vedere Il Libro della Giungla 2. E non c’è mascherina che tenga.

venerdì 4 aprile
Paramount Pictures ed MTV Films stanno negoziando il trattamento cinematografico sulla vita del principe delle tenebre Ozzy Osbourne: Sharon e Ozzy Osbourne, dopo il successo americano della serie televisiva che vede protagonista di un reality show l’intera famiglia, hanno già acconsentito a vendere i loro diritti sull’immagine, ma il progetto è ancora in fase iniziale. La Paramount è impegnata per ora nella ricerca di uno sceneggiatore e di un regista, mentre i rispettivi uffici stampa osservano un religioso silenzio sul soggetto.

mercoledì 2 aprile
Gustosa disputa sulle pagine dell’Espresso, con botta e risposta tra Marco Giusti e Gabriele Muccino. Oggetto del contendere: il cinema italiano fa cagare o no? Giusti sostiene di sì, ma lo fa, a differenza di tanti altri commentatori, senza nessun rancore e con un certo fair play, denunciando l’incapacità delle pellicole nazionali di avere un’effettiva presa sulla realtà e di suscitare uno straccio di dibattito culturale. Riportiamo alcuni passi che sposiamo con tutto il cuore: “I registi italiani si muovono secondo i modelli degli spot della Telecom, della Banca di Roma, delle Pagine Gialle, del cacciucco Barilla. Che loro stessi hanno girato. Pensano che un montaggio moderno, con il jump-cut continuo, cioè il taglio in asse durante una stessa sequenza, sistemi i problemi di linguaggio. O che un direttore della fotografia alla moda, soprattutto in una commedia, possa risolvere i ritmi di un film. O che una canzone anni ’60 di Mina, di Patty Pravo o di Nada possa dare poesia a una scena. (…) Ma i veri problemi rimangono le storie, i soggetti, le scritture, la credibilità dei personaggi. I nostri film, anche i più riusciti, sono sospesi in una realtà che non esiste. (…) Rimane il fatto che non c’è un film italiano, a parte Aprile di Nanni Moretti e una battuta in My Name is Tanino di Virzì, dove si sia sentito nominare Silvio Berlusconi. (…) Ma neanche con la sinistra nessuno ha osato fare un film sul rapporto tra potere e media. Né tantomeno un film su Mani Pulite”. Standing Ovation. La replica di Muccino è patetica, soprattutto perché tira fuori la vecchia storia dei critici che odiano a prescindere i film che hanno successo di pubblico, rivolgendola a uno dei maggiori conoscitori e sinceri appassionati di cinema trash-popolare all’ennesima potenza. Ma probabilmente l’attuale cinema italiano sta un paio di gradini sotto lo statuto del trash.

martedì 1 aprile
L’allarme pirateria si sposta dalla musica al cinema, raggiungendo anche in Italia cifre decisamente allarmanti. A quanto riporta il Giornale dello Spettacolo, il 30% del mercato video e dvd è illegale, con un giro di affari stimabile intorno agli 80 milioni di euro: a far impennare le cifre sembra essere la diffusione sempre crescente di ADSL e fibra ottica, che permettono di scaricare sui computer domestici (e in tempi ragionevoli) i film di prima visione, soprattutto tramite il sistema del peer-to-peer, il libero scambio tra singoli utenti. Fabrizio Ferrucci, presidente della federazione anti-pirateria nonché amministratore delegato della Columbia, lancia un appello proprio alle case di distribuzione: “Purtroppo molti soggetti coinvolti non vogliono versare contributi maggiori per allestire campagne più efficaci. Un’azienda che lavora nel cinema arriva a spendere anche dieci milioni di euro in pubblicità. Se si autotassasse anche solo del 2% potrebbe, insieme alle altre, fornire fondi sufficienti per la gestione di campagne di sensibilizzazione e di iniziative in supporto alle operazioni di polizia.

martedì 1 aprile
Muore ieri Alberto Farassino, storico e critico del cinema a cui si devono libri memorabili (le monografie dedicate a Godard e Bunuel su tutti) e una militanza cineclubbistica e festivaliera di grande valore. Collaboratore di Repubblica fin dalla nascita del quotidiano, nel ’76, Farassino è anche stato tra i fondatori del cineclub Brera a Milano, oltre che programmatore a Torino, Locarno, Pesaro, fino alla direzione di Riminicinema. Tra le sue opere ricordiamo gli studi su Ruiz, Doillon, De Sanctis, sul neorealismo e sulla Lux di Ponti e De Laurentiis.