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l'Incredibile Hulk
The Incredible Hulk, Usa, 2008
di Louis Leterrier, con Edward Norton, Liv Tyler, William Hurt, Tim Roth

Wrestling digitale
recensione di Antonello Sammito



A cinque anni dall'Hulk di Ang Lee, il Golia Verde della Marvel torna sul grande schermo in un'avventura meno cerebrale e programmaticamente più commerciale, ma dagli esiti non disprezzabili.
Seconda produzione dei Marvel Studios, branca cinematografica della famosa casa editrice di fumetti statunitense, a poche settimane dall'uscita di Iron man, l'Incredibile Hulk riporta sullo schermo il personaggio nato dalla penna di Stan Lee e dalle matite di Jack Kirby nel 1962, ispirandosi in egual misura al mostro di Frankestein e al Dottor Jeckyll con il suo alter ego Hyde. Consci che l'approccio intellettual-psicoanalitico del film del 2003 diretto dal regista di Lussuria - seduzione e tradimento, benché affascinante e ricercato, aveva annoiato il pubblico dei teenager, quello di riferimento per il genere di prodotto, si decide questa volta di affidarsi a “mestieranti” più a loro agio con il cinema d'azione, come il regista francese Louis Leterrier, già alle redini dei due film sul Transporter. A convincere la produzione pare essere stata in particolare la prova registica di Danny the dog, in cui Leterrier aveva dimostrato di saper gestire attori di una certa levatura e di trovarsi a suo agio con la figura di protagonista reietto. Alla macchina da scrivere viene chiamato Zak Penn, già veterano di trasposizioni di fumetti Marvel, che decide di innestare scene dalle migliori storie disegnate ad una struttura che ricalchi quella della serie televisiva di fine anni '70, forse l'incarnazione del personaggio più conosciuta ed amara dal grande pubblico. Dopo una efficace scena di meno di un minuto in cui viene ricreata l'origine del personaggio, ritroviamo quindi Bruce Banner, lo scienziato alter ego del colosso verde, solitario ed in giro per il mondo alla ricerca di una cura per liberarsi dalla sua maledizione, proprio come in gran parte degli episodi del telefilm. A nobilitare il materiale agli occhi del pubblico meno adolescenziale, qui come in Iron man, vengono chiamati attori blasonati come Tim Roth, William Hurt e il protagonista Edward Norton, già preso in considerazione per il ruolo nella pellicola di Lee, il quale accetta di interpretare la parte di Banner solo a patto di poter mettere mani alla sceneggiatura e di poter rendere più corposa la caratterizzazione dello scienziato.
Un vero peccato che gran parte del suo lavoro sia finito sul pavimento della sala di montaggio, tra quei (pare) 70 minuti di materiale tagliato al fine di rendere il film più vicino al gusto della “massa”; tra le scene eliminate una in testa al film, con un tentativo di suicidio da parte di Banner bloccato dalla sua parte più irrazionale, Hulk appunto. Quello che rimane è un onesto popcorn movie, che si sforza di essere qualcosa in più, di non regalare subito la visione del mostro ma di farcelo solo pregustare nelle prime sequenze, come nella migliore tradizione degli Alien o de lo Squalo. E la cosa funziona anche perché, per quanti passi abbia potuto fare la tecnologia degli effetti digitali (e qui si sperimentano tecniche nuove di performance capture), le creature digitali umane come Hulk, con l'eccezione del Gollum del Signore degli anelli continuano a sembrare finte, esseri di un videogioco in libera uscita nel mondo reale. E la cosa diventa particolarmente fastidiosa nel finale, l'inevitabile lotta tra due giganteschi wrestler in computer grafica, che per quanto ben coreografata, non emoziona nel momento in cui non si riesce a suscitare empatia verso qualcosa di evidentemente finto. Si ha quasi nostalgia delle lotte tra mostroni in costumi di gomma dei film anni '60 di Godzilla e parentame vario. Continua inoltre in questo film, la costruzione di un universo Marvel filmico, in cui come accade nei fumetti, i personaggi possono incontrarsi e in cui costruire sottotrame e creare riferimenti incrociati tra pellicole parallele. Qui tornano lo Shield e Iron Man, già visti nel film di Jon Favreau, ci sono blandi riferimenti a Capitan America, si assiste alla nascita del cattivo del prossimo film di Hulk e si gettano i semi del film in cui gli eroi si uniranno tutti insieme al grido di “Vendicatori uniti”. Ma non si scopre niente di nuovo: in Italia negli anni '60 già giravamo Zorro contro Maciste.