Gennaio 2002
a cura di Stefano Finesi
 
     
venerdì 25 gennaio
Dinocittà, il complesso di stabilimenti cinematografici fondato negli anni sessanta da De Laurentiis e oggi in disuso, dovrebbe tornare a vivere in breve tempo. L'annuncio è stato fatto dalla Studi Cinematografici Pontini srl, una società creata appositamente da Riccardo Pisa, che affiderà la gestione degli stabilimenti alla Roma Studios srl di Raimondo Lagostena, produttore televisivo e titolare di Profit, una società impegnata in vari progetti per Mediaset. L'obiettivo sarebbe non solo riattivare nuovi studios ma riciclare anche il vecchio progetto approntato più volte per Cinecittà: costruire un multiplex da 20 sale, un museo del cinema, un parco a tema, ecc. Come già per Cinecittà, ovviamente, la replica di registi infuriati (Lizzani in testa) contro una Disneyland pontina non si è fatta attendere.

giovedì 24 gennaio
L'Anica presenta la relazione annuale sui dati campione Cinetel, rivelando una mezza ripresa al botteghino del cinema italiano: la quota di mercato dei film nazionali è passata nel 2001 al 19,4% rispetto al 17,5% del 2000. I tre campioni d'incassi si confermano L'ultimo bacio (oltre 13 milioni di euro), Chiedimi se sono felice e Merry Christmas, mentre si addensano le solite polemiche sui finanziamenti alle opere di interesse culturale nazionale: "E' vergognoso - afferma Gianni Massaro, presidente dell'Anica - che film finanziati con circa cinquanta milioni di euro ne abbiano incassati poco più di dieci. Basta alle sperimentazioni senza senso". Ma questi sfrenati avanguardismi anticommerciali, tra l'altro, chi li ha visti?

mercoledì 16 gennaio
Secondo il Los Angeles Times la Metro Goldwin Meyer sta per andare sul mercato. Il colosso americano, ora controllato da Kirk Kerkorian, avrebbe contattato la banca d'affari Goldman Sachs per sollecitare le offerte, su un prezzo che si aggira intorno ai sette miliardi di dollari, due in più rispetto alla valutazione espressa da Wall Street. Malgrado i 4000 titoli di listino che farebbero gola a chiunque, nessuno tra i papabili acquirenti (Vivendi Universal, la News Corp. di Richard Murdoch, la Oal-Time Warner) si è finora fatto avanti. Il leone continua a ruggire per conto suo.

Luciana Castellina martedì 15 gennaio
Nelle aule dell'Alta Corte di Londra si consuma la scontro tra Hollywood e un gruppo di società assicurative inglesi. Negli anni novanta, infatti, quest'ultime avevano inventato una speciale polizza-blockbuster, per tutelare i produttori americani dagli eventuali fallimenti dei loro film: l'offerta è andata a ruba, ma a conti fatti i flop sembrano aver superato i successi e ora le assicurazioni fanno di tutto per non pagare i premi pattuiti. Il caso attuale, che dovrebbe fare da apripista per molti altri ricorsi, riguarda una decina di film tra cui L'amore ha due facce di Barbra Streisand, con Jeff Bridges e Pierce Brosnan.

lunedì 14 gennaio
"Disney, Invader. Inside the ultimate culture machine": con questo titolo di copertina, la rivista americana "Wired" fa il bilancio della più penetrante macchina di globalizzazione culturale a stelle strisce, che, in crisi negli Stati Uniti proprio nei giorni del suo centenario, cerca nuovi mercati all'estero. Fulcro dell'operazione dovrebbe essere la costruzione della prima Disneyland asiatica, ovviamente con sede ad Hong Kong: mentre, così, i negozi americani del marchio Topolino chiudono uno dopo l'altro, il network Abc perde entrate pubblicitarie e gli attentati di settembre hanno decimato i turisti dei parchi di divertimento, la Cina sembra l'unica possibilità di sopravvivenza all'orizzonte, con un mercato ancora fresco e entusiasta (già testato dalla non casuale distribuzione di Mulan). Bisogna prepararsi al compagno Paperone?

lunedì 14 gennaio
Ritrovato un filmato inedito a colori con Charlie Chaplin protagonista: il materiale, circa 25 minuti di pellicola, è stato girato dal fratello Sidney sul set de Il grande dittatore, per poi rimanere a dormire per 60 anni in una valigia nella casa svizzera di Charlot. L'importanza della scoperta, che forse verrà mostrata al festival di Berlino, sta nel fatto che dimostrerebbe come Chaplin avrebbe preferito un finale diverso per il film, spesso criticato proprio per l'ampia retorica conclusiva.

Luciana Castellina sabato 12 gennaio
Dopo le discussioni ingaggiate con Gabriella Carlucci, responsabile di Forza Italia per lo spettacolo (v. Diario di dicembre), Luciana Castellina si dimette da "Italia Cinema" in anticipo di quasi un anno sulla scadenza del mandato. Il motivo ufficiale sarebbero nuovi, imprecisati impegni, ma le polemiche del mese scorso sicuramente devono aver avuto qualche conseguenza.

mercoledì 9 gennaio
Giuliano Urbani, ministro della Cultura, designa Francesco Alberoni presidente della Scuola Nazionale di Cinema a partire dal 7 aprile prossimo, quando sarà scaduto il mandato di Lino Miccichè. Il totonomine del centrodestra, seguito con grande apprensione dal settore, ha raggiunto insieme il vertice del tragico e del ridicolo: come replica giustamente Lizzani, "Alberoni è un ottimo sociologo, ma trovo anomala la sua designazione alla Scuola di Cinema: è come se al Dipartimento di Italianistica venisse nominato un astrologo". Il neo-presidente (per capirsi: quello dei libri sull'amore, che ogni tanto va al Costanzo Show) non solo non ha alcuna referenza professionale o accademica a riguardo, ma non risulta neanche essere un generico appassionato di cinema, questa curiosa disciplina che si conferma l'unica di cui tutti si sentono e vengono autorizzati a parlare, come se per farlo non ci fosse bisogno di alcuna competenza. La sollevazione dell'Anac, associazione degli autori cinematografici, non smuove Alberoni, che dichiara serafico che il suo obiettivo sarà "realizzare una scuola che sforni veri professionisti da inserire nell'industria audiovisiva. Pertanto punterò a sviluppare il settore delle nuove tecnologie e degli effetti speciali, con un occhio anche al settore televisivo". Una sola domanda: e il cinema?

lunedì 7 gennaio
Esce finalmente nelle sale Usa Dancing at the Blue Iguana, il film di Michael Radford sul mondo delle spogliarelliste con Daryl Hannah protagonista. Il film sconta un prolungato boicottaggio puritano, che, come dichiara il regista amareggiato, ha visto succedersi "la mancanza del visto censorio dell'American Motion Picture Association, l'uso deviante del film su tutti i siti porno e l'ostracismo (dopo un visto "restricted" ottenuto in un secondo tempo) dei circuiti delle sale che lo hanno subito ritirato". Si consoli Radford con il destino toccato in sorte anche a La stanza del figlio di Moretti, che, distribuito dalla Miramax con il titolo The Son's Room, esce in America anch'esso con un bel "restricted", ossia vietato ai minori di 17 anni non accompagnati.