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The Hired Hand, Usa, 1971 di Peter Fonda, con Peter Fonda, Warren Oates, Verna Bloom, Robert Pratt A visione ultimata, verrebbe da reclamare una proiezione speciale di The Hired Hand per buona parte dei registi presenti alla 58° mostra di Venezia. Dopo aver assistito, infatti, a fumisterie di ogni genere, dense di velleitari silenzi e turbamenti, presunte disperazioni e nomadismi spirituali vari, ecco un film del '71 (distribuito in Italia come Il ritorno di Harry Collings) che mette su pellicola quanto molti altri hanno solo fiaccamente tentato. Fonda veste i panni di un cowboy allo sbando, che decide di tornare a casa dalla moglie e dalla figlia senza aver chiuso i conti con un passato di sangue che tornerà a ghermirlo: l'impossibilità della redenzione, la restaurazione difficoltosa di una comunicazione affettiva, l'ineluttabilità della tragedia, sono i temi di un western crepuscolare di impatto straordinario, in cui veramente i silenzi e la solitudine, la malinconica disperazione dei personaggi assumono un peso e un senso, all'interno di una scrittura ampia e distesa, ma di altissima tenitura drammatica. Qualcuno dia pure un paio di leoni a Wilmos Zsigmond, già eccelso in una delle prime prove importanti della sua carriera e capace di girare scene notturne che ancora mozzano il fiato. |