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La prima inquadratura: la mdp si
accosta ad unauto che corre nella notte. Al volante cè
Ray Liotta, che guida annoiato; al suo fianco De Niro sonnecchia sul
sedile abbassato; dietro sta Joe Pesci, pure lui mezzo addormentato.
Si ode un rumore sospetto, che continua a ripetersi. I tre rimangono
sorpresi, ed accostano in una radura nascosta. I rumori arrivano dal
porta-bagagli: Liotta apre circospetto e... dentro cè il
corpo ancora vivo della vittima. Uno di loro mormora infastidito: Che
figlio di puttana, ancora non è morto.... Allora Pesci
gli pianta tre o quattro coltellate al cuore, e De Niro lo finisce a
revolverate nello stomaco. Liotta richiude il portabagagli: parte sparato
uno zoom dal basso verso lalto, ad inquadrarlo in primo piano;
poi un fermo immagine su Liotta che guarda in lontananza. Sua la voce
fuoricampo: Sin dalletà della ragione, volevo
essere un gangster. Stacco verso il nero, poi sfreccia il
titolo del film. Così comincia Quei Bravi Ragazzi.
Parte in maniera quasi sfrontata, con la mdp che, malferma su una macchina
in corsa, inquadra unaltra automobile. Sembra quasi di essere
tornati a Mean Streets, al suo stile volutamente
diretto, quasi approssimativo. Niente di più fuorviante.
Dopo infatti ci sono una sequenza di inquadrature rigorose, taglienti,
dallo zoom lento verso lauto che nasconde il corpo a quello fulmineo
ad inquadrare Liotta. Poi il fermo-immagine alla fine dello zoom, che
arriva come una sentenza definitiva. Cinema accaldato. Cinema fatto
di ritmo, di montaggio. E ci chiediamo subito: Scorsese sarebbe stato
lo stesso senza quellautentico genio di Thelma Schoonmaker? In
fondo non ci interessa. Questa scena non solo apre un capolavoro, ma
si presenta come vero e proprio manifesto estetico di Scorsese, che
da Quei Bravi Ragazzi in poi partirà allassalto
dellinquadratura, dellimmagine, del cinema in tutta lestensione
del suo significato.
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