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id., India, 2001 di Mira Nair, con Naseeruddin Shah, Lillete Dubey, Shefali Shetty, Vijay Raaz Ce lo meritiamo Monsoon Wedding! Il presunto Nanni Moretti vs. Jerry Skolimowsky show, andato in onda nelle stanze segrete della giuria, si risolve in un incauto pareggio. E ad agguantare un immeritato Leone D'oro tocca così a Mira Nair e alla sua commediola corale, spigliata e variopinta. I conflitti intrafamiliari in atto durante la preparazione di un matrimonio combinato nella globalizzata Nuova Delhi seducono la sempreverdi fregole modaiole del pubblico, che si lascia ammaliare da spezie, dècor, abiti multicolorati e riti nuziali ballerini. In extremis dall'album di famiglia sbuca il pedofilo di turno, che, come l'albero di Natale, sta buono buono dentro lo sgabuzzino finché non serve. Ma non basta: sotto la pioggia monsonica appare come uno spettro il cugino avvenente e lontano, pronto a soddisfare le bramosie coniugali della zitella frustrata. La Nair confeziona una soap opera hollywoodiana per raccontare con un ottimo ritmo, ma con un'eccessiva dose di croccante piaggeria, uno spaccato di India borghese e benestante dei giorni nostri, che parla in inglese, hindi e punjabi; una scelta interessante che sarà vanificata, ahinoi, dalla mannaia del doppiaggio. Una regista donna, un film convenzionale, accortamente snob, e tutti i mostri chiusi nell'armadio: una ricetta equilibrata per lusingare il presidente e firmare un verdetto conservatore e pure un po' pusillanime. |