omaggio a Marlon Brando
Le parole del colonnello Kurtz
a cura di Luca Persiani


Apocalypse now Redux
 
Dopo essere stato pagato un milione di dollari ancora prima della sua performance e aver poi tentato di abbandonare il progetto e tenersi l'anticipo, Marlon Brando si presenta sul set di Apocalypse now in ritardo. Ubriaco, sovrappeso di quaranta chili, non ha letto la sceneggiatura, né "Cuore di tenebra" di Joseph Conrad, il libro su cui Coppola ha basato il film. Nessuno dei costumi di scena preparati per il colonnello Kurtz è utilizzabile. Dopo aver letto lo script, Brando dichiara che non gli piace affatto. Seguono giorni di discussioni con Coppola su ogni singola battuta, fino a che non si arriva ad un compromesso. Sarà un monologo che fonde le improvvisazioni di Brando con idee della sceneggiatura originale e un estratto dalla poesia di T. S. Eliot "Gli uomini vuoti" (a sua volta ispirato da "Cuore di tenebra"). Il tutto con la garanzia che l'attore venga ripreso solo nell'ombra.
Ne nasce una delle più cupe, intense e spettacolari icone cinematografiche di tutti i tempi. Il colonnello Kurtz e le sue parole, immersi nella giungla e circondati dal suo esercito privato di indigeni, sono una sintesi psichedelica, dolente e delirante della follia della guerra. Una paradossale esplosione di distorta lucidità sul lato oscuro dell'uomo.


da Apocalypse Now, edizione del 1979
di Francis Ford Coppola, testo del monologo di John Milius, F. F. Coppola e Marlon Brando, con il frammento di una poesia di T. S. Eliot. La voce italiana del colonnello Kurtz è di Sergio Fantoni, quella di Willard di Pino Colizzi.


Ho disceso il fiume una volta, quando ero ragazzo. C’è un posto, lungo il fiume, non ricordo più. Deve essere stata una piantagione di gardenie, o forse di altri fiori un tempo. È selvaggio, invaso da erbacce, ora. Ma per circa cinque miglia si sarebbe detto che il paradiso fosse caduto sulla terra. Sottoforma di gardenie.
Ha mai preso in considerazione delle vere libertà? Libertà dalle opinioni altrui, perfino dalle proprie opinioni?

[non risponde]

Hanno detto il perché, Willard, perché vogliono porre fine al mio comando?

Mi hanno inviato in missione segreta, signore.

Non è più segreta ormai, non crede? Cosa le hanno detto?

Mi hanno detto che lei era completamente impazzito, e che i suoi metodi erano malsani.

I miei metodi sono malsani?

Io non vedo alcun metodo, signore.

Mi aspettavo qualcuno come lei. Lei cosa si aspettava?

[non risponde]

Lei è un assassino?

Sono un soldato.

Né l’uno né l’altro. Lei è un garzone di bottega che è stato mandato dal droghiere a incassare i sospesi.

[...]

"Noi siamo gli uomini cavi, noi siamo gli uomini impagliati, appoggiati l’uno all’altro, la testa piena di paglia. Ahimé, le nostre voci disseccate che bisbigliano tra loro son sorde e prive di significato, come il vento sull’erba rinsecchita, o zampe di topi sotto frammenti di vetro nella nostra cantina secca. Volume senza forma, ombre senza colore. Forza paralizzata, gesto senza movimento..."

[...]

Io ho visto degli orrori, orrori che ha visto anche lei. Ma non ha il diritto di chiamarmi assassino. Ha il diritto di uccidermi, ha il diritto di far questo. Ma non ha il diritto di giudicarmi. È impossibile trovare le parole per descrivere ciò che è necessario a coloro che non sanno ciò che significa l’orrore. L’orrore ha un volto, e bisogna farsi amico l’orrore. Orrore. Terrore morale e orrore sono tuoi amici, ma, se non lo sono, essi sono nemici da temere, sono dei veri nemici.
Ricordo quando ero nelle forze speciali. Sembra migliaia di secoli fa. Andammo in un campo per vaccinare dei bambini. Lasciammo il campo dopo aver vaccinato i bambini contro la polio. Più tardi venne un vecchio correndo a richiamarci. Piangeva, era cieco. Tornammo al campo. Erano venuti i vietcong e avevano tagliato ogni braccio vaccinato. Erano là in un mucchio. Un mucchio di piccole braccia. E mi ricordo che ho... ho pianto come... come una madre. Volevo strapparmi i denti di bocca, non sapevo più che volevo fare. E voglio ricordarlo, non voglio mai dimenticarlo. Non voglio mai dimenticarlo. Poi mi sono reso conto, come fossi stato colpito, colpito da un diamante, una pallottola di diamante in piena fronte. E ho pensato: “mio dio, che genio c’è in questo. Che genio. Che volontà per far questo. Perfetto, genuino, completo, cristallino. Puro”.
E così mi resi conto che loro erano più forti di noi, perché loro la sopportavano. Questi non erano mostri, erano uomini: quadri addestrati, uomini che combattevano col cuore, che hanno famiglia, che fanno figli, che sono pieni d’amore ma che avevano la forza, la forza di far questo. Se io avessi dieci divisioni di questi uomini i nostri problemi qui si risolverebbero molto rapidamente. Bisogna avere uomini con un senso morale e che allo stesso tempo siano capaci di utilizzare i loro primordiali istinti di uccidere senza emozione, senza passione, senza... discernimento, senza discernimento. Perché è il voler giudicare che ci sconfigge.
Mi preoccupa che mio figlio possa non capire ciò che ho cercato di essere, e se dovessi essere ucciso, Willard, vorrei che qualcuno andasse a casa mia e dicesse a mio figlio tutto. Tutto quello che ho fatto, tutto quello che lei ha visto. Perché non c’è nulla che io detesti di più del fetore delle menzogne. E se lei mi capisce, Willard, lei... lei farà questo per me.

Noi addestriamo dei giovani a scaricare napalm sulla gente, ma i loro comandanti non gli permettono di scrivere “cazzo” sui loro aerei perché è osceno.

L’orrore. L’orrore.