Gregory Peck
Photo gallery
a cura di Stefano Finesi

 
  ^ Un inusuale posato di inizio carriera: quasi imbarazzato dall’obiettivo, Peck è comunque consapevole di una bellezza e di un carisma che lasciano il segno.


L’ombra di un sorriso e l’immancabile pipa in mano (molto più solida e affidabile della più classica sigaretta), non nascondono quell’inquietudine che sarà la marca distintiva di molti dei suoi personaggi


Io ti salverò
(Spellbound, 1945) di Alfred Hitchcock. Vulnerabile e tormentato (e potenziale assassino), ma capace di far innamorare come una scolaretta l’algida dottoressa Peterson-Ingrid Bergman.


Duello al sole
(Duel in the Sun, 1946) di King Vidor. Per una volta cinico e cattivo, conquista le platee di tutto il mondo nel delirante duello finale con l’amata, in cui, dopo essersi feriti l’un l’altro a sangue, Peck e Jennifer Jones si ritrovano in un abbraccio prima di morire. Indimenticabile.


Il caso Paradine
(The Paradine Case, 1947) di Alfred Hitchcock. Una foto di lancio del film, con la Valli femme fatale e Peck dallo sguardo vagamente imbambolato: ancora una volta al servizio di Sir Alfred, il Nostro è un avvocato integerrimo sedotto da una cliente, che gli manderà a rotoli matrimonio e professione.


Sul set de Il caso Paradine, segue assorto (o trattiene una risata?) le contorte indicazioni di Hitch.


Vacanze romane
(Roman Holiday, 1953) di William Wyler. Favola moderna entrata di prepotenza nell’immaginario collettivo, il film lancia la Hepburn nell’olimpo hollywoodiano e la Vespa sul mercato internazionale: il Nostro, sembra impossibile, riesce a rimanere un gentiluomo anche interpretando un giornalista.


Il grande paese
(The Big Country, 1958) di William Wyler. Sguardo indomito e posa epica, Peck è un ex-capitano di marina catapultato nel selvaggio west, per sposare la figlia di un allevatore: rinuncerà al matrimonio e sbaraglierà i pregiudizi dell’Arizona


Sornione sul set de Il grande paese, di cui, insieme allo stesso Wyler, fu anche produttore


Il promontorio della paura
(Cape Fear, 1962) di Jack Lee Thompson. Un ruolo ambiguo quello dell’avvocato Sam Bowden, disposto a tutto per proteggere la propria famiglia dallo psicopatico Max Cady-Robert Mitchum. Nel remake di Scorsese, il Nostro è chiamato ironicamente a vestire i panni dell’avvocato di Cady.


Il buio oltre la siepe (To Kill a Mockingbird, 1962) di Robert Mulligan. Il punto d’arrivo di una carriera, la parte di una vita: l’avvocato progressista Atticus Finch difende un nero dall’ingiusta accusa di stupro, combattendo i pregiudizi di una cittadina del sud. Eletto da un recente sondaggio il “buono” più amato della storia del cinema, il personaggio di Finch regalerà a Peck anche l’unico Oscar della sua carriera.


Il buio oltre la siepe (To Kill a Mockingbird, 1962) di Robert Mulligan. Padre perfetto, solido e protettivo (vedere Vanilla Sky per credere), Peck non fu mai un sogno erotico nell’immaginario delle spettatrici, quanto probabilmente il marito ideale


Più disinvolto del solito, quasi sfrontato


Un posato maturo e un po’ ingessato, con pipa d’ordinanza e sopracciglio invitante


Un lieve imbarazzo, una lieve ironia, una classe sconfinata.