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The Draughtsman's
Contract, Inghilterra, 1982 di Peter Greenaway, con Anthony Higgins, Janet Suzman, Anne-Louise Lambert , Hugh Fraser, musica di Michael Nyman, arrangiamento ed esecuzione The Michael Nyman Band Tracklist 1. Chasing sheep is best left to shepherds 2:33 2. The disposition of the linen 4:47 3. A watery death 3:31 4. The garden is becoming a robe room 6:05 5. Queen of the night 6:09 6. An eye for optical theory 5:09 7. Bravura in the face of grief 12:06 Musicisti The Michael Nyman Band Alexander Balanescu: violino Malcolm Bennett: chitarra basso Andrew Findon: sax baritono Barry Buy: contrabbasso John Harle: sax soprano, alto, tenore Ian Mitchell: clarinetto, clarinetto basso, sax alto Michael Nyman: harpsichord, piano Elisabeth Perry: violino Steve Saunders: trombone basso, euphonium Keith Thompson: sax tenore L'originilità da sola non basta, non c'è dubbio, ma aggiunta alla consapevolezza, alla classe, al gusto, alla sapienza, all'ironia e ad un personalissimo gusto della citazione fa di sicuro la differenza. I Misteri del giardino di Compton House portò fortuna sia al regista che al compositore della colonna sonora, consacrandoli entrambi al favore del pubblico. Tant'è vero che il connubio artistico fra i due si consolidò e sarebbe durato fino al 1991. Il film è un ottimo esempio di kubrickiana ossessione per la perfezione: il gioco di incastri della trama, che nel suo dispiegarsi ci conduce subdolamente in luoghi colmi di intrighi e ambiguità; l'ingegnosità dei dialoghi, gli scenari, i quadri di Ms. Neville (che mostrano la passione di Greenaway per l'arte figurativa) e i commenti musicali, che a onor della cronoca sono stati montati dopo ogni sequenza, a volte scena per scena. Ed è proprio lecito parlare di commenti musicali, dato che Nyman con la sua musica partecipa attivamente alla vicenda, deridendo e condividendo con i personaggi il dispiegarsi delle vicende. Tuttavia la musica "ambientale" del compositore americano, responsabile tra l'altro di aver inventato il termine "minimalismo", splende di luce propria e potrebbe servire da commento anche ad altri contesti e situazioni. In Nyman vi è una visione del mondo e dell'uomo simile per certi aspetti a quella di Greenaway. E' una visione meccanica, cinica, un po' robotica, un po' derisoria, distaccata, al di sopra delle parti, e decisamente inglese per un compositore americano che lavora con un regista inglese per antonomasia. La musica ha un sapore moderno, ma la sua sostanza è barocca. Lo spirito razionale di Henry Purcell fluttua lungo un po' tutta la composizione: ricordiamo tra l'altro che la vicenda del film si svolge nel 1964, anno precedente la morte del compositore inglese; e che Nyman è uno specialista dell'opera di Purcell, del quale ha studiato gli stilemi musicali ripetitivi. Inoltre ritroviamo sapori di straniamento che ricordano un'epoca di gran lunga precedente l'invenzione del temperamento equabile in "Queen Of The Night", tracce di Johann Pachelbel in "A Watery Death", reminescenze del celebre "Adagio in Sol minore" del veneziano Tomaso Albinoni in "The Garden Is Becoming A Robe Room" con il suo principio della ripetizione e delle relazioni tonali, mentre il celebre tema di "Chasing Sheep Is Best Left To Shepherds" ricorda centi momenti del "pop-barocco sintetico" di Walter Carlos nella colonna sonora di Arancia Meccanica. Il tutto condito con l'automatismo dei compositori minimalisti e un raffinato senso del grottesco, evidenziato da un sapiente utilizzo di particolari timbriche ottenute dalla combinazione di strumenti della tradizione classica europea con chitarra basso, sax baritono, sax soprano, sax contralto e sax tenore. Ne deriva un particolarissimo stile che si potrebbe definire "barocco meccanico del '900". Ed è proprio questa naturale propensione di Nyman, studioso e critico musicale prima ancora che musicista, all'evocazione di altri stili, altri linguaggi e alla loro integrazione in contesti totalmente nuovi, creando così una profonda alchimia con Greenaway. Queste parole del regista potrebbero essere state pronunciate dallo stesso compositore senza spostare neanche una virgola: "Il presente è una fase vuota di ideali propri, ma che rielabora, con gusto eccessivo e barocco, le conquiste raggiunte nei secoli precedenti". E Michael Nyman ha saputo rielaborare le suggestioni del passato con originalità, consapevolezza, classe, gusto, sapienza ed ironia. |