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Il
conto alla rovescia si è concluso lo scorso 13 giugno.
Le gemelle Mary-Kate e Ashley Olsen hanno compiuto diciotto
anni.
Raramente c’era stata tanta attesa di festeggiare un
compleanno nell’universo teen americano, che coincide
notoriamente con la fetta più arruffianata e redditizia
del mercato e non solo quello relativo al cinema tenendo conto
della versatilità delle due gocce d’acqua californiane.
Ma qualcosa è andato storto. Perché mentre le
sirene pruriginose già caldeggiavano un approdo delle
due sorelle (insieme o separate, è secondario) sulle
pagine di qualche ‘men’s magazine’ (che
hanno sbavato per anni in attesa di vederle “blowing
the candles” e avere il nulla osta legale per dichiarare
finalmente la diffusa ammirazione nei confronti della loro
hotness), la più giovane delle due, Mary Kate
– venuta alla luce due minuti dopo Ashley - si vedeva
costretta al ricovero in un centro di riabilitazione per ragazze
anoressiche. E così, proprio in previsione del momento
di massimo fulgore, l’impero Olsen comincia a scricchiolare,
con querele e minacce di cause nei confronti dei giornali
che osano negare disordini legati all’alimentazione,
insinuando altresì una dipendenza di MK dalla cocaina
.
Anche la “Got Milk?” che ha legato il proprio
marchio al viso acqua, (latte) e sapone delle sorelle comincia
a nicchiare e a nutrire dubbi sulla possibilità di
continuare a puntare sulle Olsen Twins nell’atto di
leccarsi le labbra macchiate di bianco negli spot promozionali.
Per non parlare del record negativo battuto da New
York Minute, il film che le vede protagoniste di
un giorno avventuroso nella Grande Mela: solamente 6 milioni
di dollari di incasso nel primo weekend di programmazione,
il ricavo più basso della storia per un film uscito
in ben 3000 (tremila) sale.
Ma facciamo un passo indietro di 18 anni, quando la madre
si fa convincere a portare Mk e Ash ad un’audizione
per una sitcom televisiva. A soli nove mesi e grazie ad un
provino senza né lacrime né capricci, le due
sorelle vengono scritturate per “Full House” nel
ruolo della piccola Michelle. La sitcom sfonda e conferma
il suo successo fino al 1995, con le Olsen ad interpretare
alternativamente la baby protagonista (tanto che nei credits,
per non svelare il semplice accorgimento tecnico, appariva
una piccola attrice, inesistente all’anagrafe, dal nome
di Mary Kate Ashley Olsen).
In quegli anni le gemelle raggiungono un livello di popolarità
inferiore solamente a quello di Bill Cosby e del suo fortunatissimo
show. E nel 1996 sono pronte già per il primo lungometraggio,
It Takes Two che non saccheggia di certo
il box office ma crea un precedente che si riconfermerà
negli anni a venire: le due sorelle non attirano al cinema,
per cui la produzione (una quarantina di film) si limita al
mondo dell’home video e gli scaffali che accolgono le
loro cassette vengono perentoriamente spazzolati.
Stessa sorte per i libri e gli album dal target ovviamente
circoscritto e studiatissimo a tavolino: ventinove milioni
di libri venduti e sei album musicali sempre sull’orlo
del sold-out. Le Olsen diventano una miniera d’oro e
nella cassaforte dell’impero vanno a finire anche i
ricavi per una linea di abbigliamento personalizzata e per
una di prodotti cosmetici che seduce tutte le teens ammiratrici
delle due bionde, nonché gli introiti per una rivista
bimestrale che porta i loro nomi e il loro cognome.
Nessun’altra star bambina vanta una longevità
paragonabile a quella delle Olsen e nessun altro è
diventato miliardario e produttore prima di compiere dieci
anni grazie anche all’occhio lungo dei genitori che
ai tempi d’oro di “Full House” decisero
di fondare la Dualstar Entertainment, una compagnia con il
compito di far fruttare il prezioso copyright, con un fatturato
annuo superiore ai 500 milioni di dollari.
Ancora oggi, anoressia a parte e senza l’ausilio di
apparizioni osé, Mary Kate e Ashley valgono 38 milioni
di dollari ciascuna.
E anche se la popolarità di dieci anni fa può
ufficialmente dirsi diminuita, ‘Two of a Kind’,
come le due ragazze vengono soprannominate negli Stati Uniti,
vantano un invidiabile presenzialismo televisivo con la bellezza
di 35 apparizioni di media ogni settimana tra le stazioni
tv d’oltreoceano.
Mai una semplice coppia aveva sbancato così il tavolo
di poker più ambito d’America.
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