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Introduzione ai Mondo Movie

Il Mondo Cinema come "supergenere"
Saggio di Luca Persiani



English version here

Mondo Cane e il cinema Mondo
"Tutte le scene che vedrete in questo film sono vere e sempre riprese dal vero. Se spesso saranno scene amare è perché molte cose sono amare su questa terra. D'altronde il dovere del cronista non è quello di addolcire la verità, ma di riferirla obbiettivamente." (Mondo cane, 1962)

Il cinema Mondo nasce ufficialmente nel 1962 con il film Mondo Cane, di Paolo Cavara, Gualtiero Jacopetti e Franco Prosperi.
Concepito a partire dalla forma documentario, Mondo Cane è un carosello di immagini e situazioni inusuali e shockanti volte a sconvolgere lo spettatore dell'epoca, che difficilmente si poteva imbattere in quelle immagini altrimenti. Una descrizione grafica e cruda della realtà, nella maggior parte dei casi ricostruita e contrabbandata come reale.

"È una serie di sequenze di sadismo evidente o sottointeso, che dà origine ad un nuovo filone, quello della pseudoinchiesta horror-esotica praticata prima da Roberto Montero e, negli anni '70 e '80, dai fratelli Castiglioni, da Climati e Morra."
(Stefano Della Casa, Gualtiero Jacopetti, in Dizionario Universale del Cinema, Editori Riuniti, 1985)

"...Mondo Cane: crudeltà di varia natura e inserti documentaristici su costumi esotici e religiosi di varie religioni del mondo vengono montati nel solco di una ostentata spettacolarizzazione e sul filo di un commento off di raro qualunquismo e ipocrisia."
(Gualtiero Jacopetti, in L'Universale Cinema, a cura di Gianni Canova, Garzanti Libri, 2005)

In realtà, Mondo Cane non era che la definitiva consacrazione di un tipo di cinema che esisteva, più o meno con le stesse caratteristiche, da molto tempo. Il cinema pseudodocumentario e pseudoscentifico dei sideshows americani era già ampiamente diffuso nei primi decenni del '900. Senza contare che, quelli che ora possiamo inquadrare nei sottofiloni "Mondo Sexy" o "Mondo Magic" (come Europa di notte, 1958, di Alessandro Blasetti, o Il mondo di notte, 1959, di Luigi Vanzi, entrambi sceneggiati da Jacopetti - il primo con Ennio De Concini), sono precedenti all'operazione di Jacopetti, Prosperi e Cavara.

"Shock e scandalo furono all'origine di un successo internazionale (800 milioni di lire soltanto in Italia), e di un filone".
(Mondo Cane, in Dizionario dei Film 2002, a cura di Paolo Mereghetti, Baldini & Castoldi, 2001)

L'affermazione mondiale di Mondo Cane (anche nell'ambito del cinema d'autore, come tesimonia la sua presenza a Cannes, in cui il film rappresenta l'Italia durante l'edizione del 1962) segna dunque la consacrazione di quello che possiamo considerare un vero e proprio supergenere: il Mondo Movie (o Mondo Cinema). Identificando il cinema Mondo come supergenere, lo si può inquadrare più come un'attitudine generale che un insieme definito di caratteristiche. L'attitudine Mondo è quella della spettacolarizzazione estrema dell'ambiguità fondamentale del cinema. Il proporsi da una parte come specchio fedele della realtà, e dall'altra come strumento voyeuristico che non coinvolge in questa realtà, ma ne permette l'osservazione morbosa e intensa.


Lo Shockumentario
"- Qual'era la sua intenzione, oltre l'accostamento di una serie di immagini in contrasto fra loro, nel tagliare da un'immagine di violenza estrema ad un'altra di tenerezza o felicità?
- Lo shock, sin dall'inizio. L'ho sempre ricercato. È dentro di me. È la vita.
"
(Gualtiero Jacopetti, intervista del 1988 di Nico Panigutti, in Amok Journal - Sensurround edition, Amok, 1995, traduzione di Luca Persiani)

Il documentario diventa "shockumetario", il genere fondante del Mondo cinema. Quando un film che si può classificare come appartenente al genere documentario sfrutta le caratteristiche di base del genere stesso con lo scopo principale di colpire, titillare, offendere, shockare, disgustare lo spettatore, nasce lo "shockumetario". In pratica, la versione exploitation del documentario.
Da Mondo Cane alla serie di Faces of Death (il cui prototipo è del 1979, di Conan Le Cilaire), scopo principale dei filmaker è quello di utilizzare i lati exploitation della realtà per intrattenere lo spettatore-voyeur, perso nel gorgo inestricabile dell'attrazione/repulsione per il morboso. In questo genere si possono comprendere anche i filmati amatoriali di catastrofi o morte, quelli professionali di autopsie, sopralluoghi di incidenti e suicidi, ma anche le compilation di spogliarelli e sexy-act.


L'abuso del Mondo
Dopo l'uscita di Mondo Cane si moltiplicano i film con la parola "Mondo" nel titolo. Di solito sono direttamente ispirati al capostipite ma in qualche caso s'impadroniscono dell'appellativo senza avere in realtà nulla a che fare con il genere. "Mondo" diventa quasi sinonimo di termini come "kitch", "weird", "sleazy", "exploitation", o altro (vedi Mondo Trasho, 1969, di John Waters). La definizione "mondo" diventa così popolare che il critico americano Pauline Kael definisce il Satyricon (1969) "il Mondo Trasho di Fellini".
Nascono anche parodie dei generi Mondo: da Totò di notte n°1 (1962, di Mario Amendola) a Mr. Mike's Mondo Video (1979, di Michael O'Donaghue).


Cannibal Movies
Dall'inizio degli anni '70 l'estetica Mondo si trasferisce direttamente dal documentario alla fiction attraverso il filone dei Cannibal Movies. Meta preferita dello shockumentario è l'esposizione della morte reale, non ricostruita finzionalmente (o almeno contrabbandata come tale): dall'uccisione di animali, alla descrizione di sevizie, torture, mutilazioni. Il cinema dei cannibali racconta storie incentrate su uno dei più radicali e quindi interessanti tabù, l'antropofagia. Il Cannibal Movie porta dunque l'esposizione della "morte reale" all'interno del cinema più esplicitamente di finzione. Il film che stiamo vedendo non è un documentario, ma la temperatura emotiva generata dalla messa in scena della finzione è aumentata dall'inserto di immagini di violenza reale (o presunte tali). Nello spettatore si insinua immediatamente il sospetto che anche ciò che è mostrato come finzione non sia stato inscenato, ma che sia accaduto davvero. Qui siamo nella zona-limite che separa il cinema dei cannibali dal mito dello Snuff. L'apice viene raggiunto dal vertiginoso Cannibal Holocaust (1979), di Ruggero Deodato, film Mondo a tutti gli effetti e insieme potente riflessione metacinematografica sul supergenere stesso.
Dal Cannibal Movie deriva un ulteriore sottogenere che potremmo chiamare "Avventura Violenta", che porta ancora alcune lievi tracce della sua origine Mondo.


Lo Snuff
"[...] l'idea che esista da qualche parte un qualche tipo di industria dello Snuff, con tecnici di produzione e post-produzione, e attori sacrificali; che queste persone filmino loro stessi mentre commettono crimini capitali e vendano il risultato ad estranei; e che per 30 anni siano riusciti a nascondere ogni traccia del loro lavoro, questo mi sembra una cosa assurda."
(Cecil Adams, Is there such a thing as a snuff film?, in www.straightdope.com, traduzione di Luca Persiani)

Parallelamente al Cannibal Movie si diffonde il mito dello Snuff, cinema pornografico che prevede torture reali agli attori-schiavi, arrivando a mostrarne la morte appositamente provocata.
Esiste realmente un mercato di tali produzioni? Si hanno notizie di riprese di morti accidentali durante performance pornografiche, documenti di esecuzioni pubbliche e rituali, home video di killer psicopatici. Ma nulla di inteso con lo scopo di essere distribuito come pornografia commerciale. Il debutto popolare della leggenda Snuff avviene con Snuff (1976), di Michael Findlay e Carter Stevens. Snuff è un film di fiction che, in puro stile Mondo, viene contrabbandato come contenente reali documenti di omicidi perpetrati solo per essere ripresi.


L'evoluzione dell'estetica Mondo

"Immorale perché falsifica la realtà, la corregge a scopi spettacolari. La scoperta dell'insolito e la rappresentazione della crudeltà non possono presecindere dal rispetto per l'uomo."
(Mondo Cane, in Dizionario dei Film 2005, a cura di Laura, Luisa e Morando Morandini, Zanichelli, 2004)

"D'altro canto i mondo non fanno altro che spettacolarizzare quel che viene mostrato e raccontato, senz'altro con maggiore e cinico realismo, su tutti i telegiornali e programmi televisivi: la morte in diretta, gli orrori della guerra e del crimine ripresi sempre e comunque in primo piano, con l'alibi dell'informazione e del diritto di cronaca."
(Antonio Bruschini e Antonio Tentori, Nudi e crudeli - I mondo movies italiani, Editrice PuntoZero, 2000)

Con l'avvento massiccio del video e delle handycam, filmare la morte, l'orrore e l'inconsueto diventa sempre più semplice. Quasi consueto. Il film di Abraham Zapruder che mostra l'assassinio di Kennedy era un documento unico. Mentre cose come l'esplosione dello Shuttle in partenza o il suicidio di R. Budd Dwyer in diretta televisiva testimoniano come, a partire dagli anni '80, la cultura e l'attitudine Mondo sono passate stabilmente nella quotidianetà del flusso delle informazioni. I reality show e la docu-fiction più spinta hanno provveduto poi alla definitiva fusione del Mondo cinema con gli standard dell'intrattenimento televisivo.

Ma il cinema Mondo classico non è morto. Blair Witch Project (1999, di Daniel Myrick ed Eduardo Sánchez) ha raggiunto il successo giocando su un'ambiguità prettamente Mondo. È stato presentato cioè come fillmato autentico che documenta la scomparsa misteriosa e con sfumature paranormali di un gruppo di videomakers. In realtà il film è una completa messa in scena senza alcuna base di verità. Non a caso viene da molti considerato un remake spurio di Cannibal Holocaust.

Inoltre, film insospettabili come Il Postino (1994, di Michael Radford) sfruttano sottilmente l'estetica della morbosità Mondo (una sorta di Mondo Fiction): quanta parte ha nella riuscita drammatica del film con Massimo Toisi la consapevolezza dello spettatore che l'attore, al momento delle riprese, stava soffrendo per un male incurabile e che da lì a poco, come il suo personaggio nella finzione, sarebbe davvero morto?

Il Mondo Movie è diventato anche oggetto di racconto da parte del cinema non exploitation. Film come 8mm (1999) di Joel Schumacher o Il coraggioso (1997) di Johnny Depp, raccolgono la leggenda dello Snuff e la mettono in scena seguendone attentamente le fascinazioni decadenti stabilite dalla tradizione.