Alì: il trailer americano

From darkness to the light
di Adriano Ercolani

 
 
Con questo mio pezzo sull’ultimo film di Michael Mann spero di pagare il debito intellettuale che sento di avere nei confronti della pellicola: nella prima visione in sala il film mi aveva lasciato piuttosto indifferente, per non dire perplesso. Nonostante la solita maestria dell’autore a livello di pura messa in scena, Alì non mi aveva pienamente convinto per quanto riguarda lo sviluppo della sceneggiatura e l’impostazione scelta dal regista nel tono da dare alla vicenda (per saperne di più, meglio rileggersi la recensione scritta all’epoca...). Dopo una seconda visione estiva, devo ammettere di aver cambiato completamente opinione su questo lungometraggio: mi sono accorto, anche grazie allo studio de “Il viaggio dell’eroe” di Chris Vogler* (una sorta di “Bibbia” per lo studio delle strutture della sceneggiatura cinematografica), che nell’approccio alla biografia di Cassius Clay lo script ideato da Mann & co. ha applicato quasi alla lettera le varie tappe – dodici, per l’esattezza - che compongono il suddetto viaggio, trasformando così quella che poteva diventare una semplice ed anonima cine-biografia in una vera e propria rivisitazione moderna del mito dell’eroe. Dopo aver comprato e rivisto varie volte il DVD, sono rimasto folgorato dalla costruzione del trailer ideato per le sale americane, in cui tutto il percorso prima brevemente analizzato viene riproposto in un minuto e mezzo di programmazione; in questo senso il trailer si presenta non soltanto come perfetta ed efficacissima sintesi di quello che il film sarà, ma addirittura folgorante esemplificazione della struttura narrativa che regge un lungometraggio, soprattutto per quanto riguarda la classica divisione in tre atti.
Tenteremo ora di esaminare, in maniera sommaria e tutto sommato “viscerale”, quanto è contenuto nel trailer di Alì; tenendo presente quanto detto in precedenza, cercheremo di alternare una sintesi delle teorie sui tre atti e sul “viaggio dell’Eroe” con quello che di queste teorie è a nostro avviso contenuto nei novanta secondi della sua durata.

Atto I
Di solito nel primo atto di un film, che dura circa un quarto dell’intera pellicola, viene presentato l’eroe e il mondo in cui vive, e poi viene introdotto il cosiddetto “richiamo all’avventura”, il nodo narrativo che da inizio alla vicenda e che spinge l’eroe ad agire, fino a giungere ad un primo turning-point che conclude l’inizio-presentazione della storia. In questo trailer l’inizio è appunto la presentazione dell’eroe: Muhammad Alì si batte sul ring, il suo balletto sul quadrato ne inquadra subito lo stile e la bravura; il suo mondo viene introdotto da una canzone gospel che ne specifica l’appartenenza etnica oltre che culturale. Anche i personaggi di contorno, i cosiddetti “alleati” o compagni d’avventura, vengono introdotti brevemente nella vicenda, a partire dal suo amico Boundini. Il richiamo all’avventura è ovviamente il quadrato dove il protagonista combatte, dove l’eroe trova la piena affermazione di sé stesso. “Sono il re del mondo!” urla infatti Will Smith alla folla. Le prime tappe proposte da Vogler vengono dunque contenute nell’incipit sia esplicitamente che a livello sotterraneo; la fine del “primo atto” del trailer avviene quando il pugno di un avversario stende l’eroe: la musica si raffredda, l’atmosfera da glorificatrice diventa drammatica, e viene introdotto il conflitto principale con cui il protagonista deve confrontarsi. Alla fine del primo atto infatti l’eroe deve varcare la prima soglia (in questo caso la sconfitta con Frazier) da cui non potrà più tornare indietro.

Atto II
Nel secondo atto l’eroe inizia il suo cammino, affronta le varie prove nell’avvicinarsi alla sfida centrale, trova nel suo percorso nemici, alleati e soprattutto un mentore. La parte principale del secondo atto, che dura circa metà del film intero, è però la prova centrale, il confronto con l’antagonista da cui l’eroe deve uscire ri-generato. Subito nel trailer vengono presentati due “mentori” di Alì: prima il suo amico-cronista, Howard Kosell, che introduce l’antagonista: “Ti ostacolano perché sei importante”. Immediatamente dopo, l’altro mentore, l’avvocato impersonato da Joe Morton, esplicita il dilemma: “Vogliono impedirti di combattere!”. Ed ecco arrivare l’antagonista, cioè il sistema di legge americano, personificato dall’algente dell’F.B.I. che arresta Alì per renitenza al servizio di leva. La scansione del secondo atto arriva fino alla prova centrale, che è una sfida che l’eroe deve affrontare sia fuori che dentro sé stesso. Lo schermo si fa nero, la musica cessa, e si ode la voce del protagonista: “E allora? E allora? Io non devo essere quello che gli altri vogliono che sia, e non ho paura di essere quello che voglio essere…”. Ecco, la prova centrale è stata superata, adesso deve arrivare la ricompensa, ed infatti inizia nuovamente la fase ascendente del personaggio. Parte “Bodyrock” di Moby, che avvolge tutto con melodie vigorose ed elettrizzanti. “Vola come una farfalla, punge come un’ape. Battiti, uomo, battiti!” urlano Will Smith e Jamie Foxx, ed ecco che il ritmo del trailer ricomincia a sparare colpi. Il momento emotivo della “rinascita” è Boundini che pronuncia parole profetiche e definitive: “Noi passeremo dalle tenebre alla luce!

Atto III
Il terzo atto conclude il film, ed in esso sono fondamentalmente contenuti due elementi: la resurrezione dell’eroe, rigenerato e più forte rispetto all’inizio del suo cammino all’interno della storia, ed il ritorno al mondo (l’equilibrio) presente all’inizio della vicenda; questa seconda opzione non è sempre necessaria, ma descrive spesso la nuova condizione dell’eroe, capace di ritornare all’equilibrio iniziale con una maggiore consapevolezza della propria forza o addirittura con delle capacità aggiunte.La parte finale del trailer di Alì è dunque un vortice di immagini e suoni che riesce a coinvolgere lo spettatore nell’apoteosi del suo protagonista. Il momento culminante di questa parte è un insieme di quattro inquadrature che, montate in rapidissima successione, riescono a dare vita ad una danza frenetica sulle note della canzone di Moby: la prima è un colpo sferrato dal pugile, seguita immediatamente da una donna che, vestita con abiti eleganti, danza in un locale alla moda; la terza immagine è lo stesso pugile che schiva un colpo di un avversario con una sorta di balletto; infine, alcune danzatrici di professione che provano una parte a Kinshasa. In questi pochi attimi è contenuto il cuore pulsante di tutto il trailer, il momento in cui l’eroe e ciò che lo circonda si fondono in un rito pagano e potente, che riavvicina lo stesso alla sua gente ed al suo posto nel mondo. Alla fine del trailer, ecco perciò il ritorno all’ordine iniziale, con Alì che, circondato dalla propria gente, scherza con un bambino.
Il percorso si è compiuto, la storia è giunta al termine: in un minuto e trenta si è riusciti a raccontare la parabola di un personaggio, con tanto di ascesa, decadenza e resurrezione, mostrandoci la struttura della pellicola ma non rovinandoci l’emozione né tanto meno la sorpresa. Questo è (o meglio, dovrebbe essere) un esempio di trailer cinematografico.

* Il libro di Vogler è in realtà una riproposizione aggiornata de “L’Eroe dai Mille Volti” di Campbell, opera che ha studiato le forme e gli stilemi secondo cui il mito si è riproposto nei secoli e nelle varie forme settarie. Trasformando molti dei principi trovati da Campbell in una metodologia per la corretta scrittura cinematografica, Vogler ha puntualizzato dodici tappe del viaggio che l’eroe deve intraprendere perché la sua vicenda arrivi alla fine ed abbia un senso compiuto ed il più possibile esaustivo. Attenzione, lo stesso Vogler esorta i lettori a non interpretare lo schema che lui propone in maniera troppo rigida; le dodici tappe sono:

1 - Mondo Ordinario
2 – Richiamo all’Avventura
3 – Rifiuto del Richiamo
4 – Incontro col Mentore
5 – Varco della Soglia
6 - Prove, Alleati, Nemici
7 – Avvicinamento
8 – Prova Centrale
9 – Ricompensa
10 – La Via del Ritorno
11 – Risurrezione
12 – Ritorno con l’Elisir.