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The SpongeBob
SquarePants Movie, Usa, 2004
di Stephen Hillenburg, animazione
Cos'hanno in comune Donovan Leitch, alias Donovan - il geniale cantautore
scozzese che negli anni '60 andò in India coi Beatles - e SpongeBob
SquarePants, alias SpongeBob - una spugna antropomorfa che nel 2004
venne salvata dalla disidratazione da David Hasselhoff - ?
Donovan è un gentile cantore psichedelico, che ricama intense
nenie infantili e melodie lisergiche con nonsense e grazia.
SpongeBob è un gentile impiegato di un fast-food sottomarino,
che si destreggia tra fondali infantili e narrazioni lisergiche con
nonsense e leggerezza.
Entrambi tengono bambini e adulti in uguale considerazione. Nella musica
di Donovan convivono naturalmente un visione completa e articolata di
folk, pop e rock (soprattutto nella produzione degli anni '60) e la
scoperta tensione verso un'audience che possa essere tanto matura quanto
prepuberale.
Nelle avventure di SpongeBob, convivono naturalmente l'ironia e il nonsense
dei molteplici rimandi e invenzioni nella tradizione del cartooning
più puro (ma senza l'affolamento violento di frammenti della
pop-culture che invece sono l'ossatura de "I Griffin",
uno dei piaceri de "I Simpson" e lo spunto per la feroce dissacrazione
in "Ren & Stimpy") declinati con semplicità e felice
ingenuità.
Simile è la strategia della Pixar di John Lasseter, ma la visione
del creatore di SpongeBob, Stephen Hillenburg, è meno strabiliante
e dettagliata. Ma ugualmente forte. Hillenburg aggiunge uno strato di
artigianalità nel segno e puerilità nel concept,
che si avvicina spaventosamente al disegno o al racconto che avrebbe
potuto produrre a mano un bambino. SpongeBob vibra perfettamente all'unisono
con la sua audience di riferimento (i bambini), ma strizza l'occhio
al pubblico adulto, che, nelle piccole malizie e nelle gigantesche esplosioni
nonsense della spugna gialla, ritrova il piacere di fruizione infantile.
Un piacere privato della melassa e del schematicità (anche leggitima,
a volte), che ammanta il novanta per cento dell'animazione con target
simile.
È banale, forse, ma con SpongeBob chiunque può tornare
bambino senza rinunciare a nulla di se stesso, anzi potendo godere,
inoltre, dell'esperienza di vivere leggitimamente gl i stessi piaceri
di fruizione di chi bambino lo è davvero.
La musica di Donovan ritrova nelle radici folk e psichedeliche una giocosità
calda, insieme matura e totalmente accesibile. Allo stesso modo, il
colore di SpongeBob è come "Mellow yellow" - una delle canzoni più famose di Donovan - "giallo un po' brillo", o un
po' "fatto", se vi pare, ma senza alcuna malizia e con lo
spirito di intrattenimento puro - a volte addirittura educativo - che
da sempre contraddistingue il cartooning migliore.
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