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A simple plan,
Usa, 1998
di Sam Raimi, con Bill Paxton, Bridget Fonda, Billy
Bob Thornton
L'avvio è quasi banale: un aereo precipitato misteriosamente
in un bosco innevato, una valigia piena di soldi, tre uomini che vi
s'imbattono per caso. Raimi stempera nel freddo di una ghiacciata provincia
americana il suo cinema ridondante e pirotecnico, che dell'eccesso aveva
fatto una cifra stilistica apprezzabile; è come se anche lui
si accodasse ai pentiti fratelli "di sangue" americani sulla
strada della redenzione dalla violenza più esplicita e della
ricerca di un'impronta più riflessiva e allusiva: Lynch, Tarantino,
in parte gli stessi Coen, che di Sam Raimi sono amici e collaboratori.
Soldi sporchi è calibrato perfettamente su una
sceneggiatura serrata che scrolla di dosso dal film ogni possibile orpello
visivo, ogni sottolineatura, ogni citazionismo ammiccante e penetra
netta e affilata nel cuore del sogno americano. Tre uomini e una valigia
piena di soldi, dicevamo: due sono fratelli, Hank, un buon borghese
sano e pulito e Jacob, straccione e emarginato; il terzo è il
migliore amico di quest'ultimo, con cui divide la vita ai margini e
la disoccupazione. Appena rinvenuta la valigia, la reazione del buon
padre di famiglia è quella dettata dalle convinzioni borghesi
e legata essenzialmente alla paura della polizia e della punizione per
un atto illecito. Prendere i soldi per lui è impensabile, ma
lentamente si avvia la conversione, sollecitata dai due compari apparentemente
senza scrupoli e dall'irrefrenabile potere d'attrazione del denaro;
inizia così l'associazione che dovrebbe mettere in atto il "simple
plan" del titolo originale, la semplice spartizione, dopo un periodo
di attesa, del denaro fantasma di cui nessuno sembra essere a conoscenza.
Ma Hank su una cosa ha ragione: trovare per caso dei soldi non è
il "sogno americano", come sostiene ingenuamente il fratello,
poiché per il sogno americano bisogna lavorare, bisogna guadagnarselo.
I soldi infatti innescano, per una cinica applicazione di questa regola,
una catena di violenza che toccherà sostenere fino all'ultimo
pur di conservarli e il sogno si rovescia (o si mostra per quello che
realmente è?) nell'incubo della violenza, della sopraffazione
e del tradimento. Hank arriva a uccidere, senza rimorso, sostenuto fino
allo stremo dalla moglie, novella Lady Macbeth con le fattezze di Bridget
Fonda, anche lei sempre più morbosamente ossessionata dal denaro
e capace tuttavia di mantenere una spaventosa freddezza nel guidare
il marito nel suo progressivo abbrutimento morale. Un'opposizione si
delinea in maniera netta: da una parte la violenta cupidigia che si
impossessa della coppia borghese dopo l'ipocrita riluttanza iniziale,
dall'altra la disperazione e lo scetticismo sempre crescenti nel povero
Jacob, che lentamente rivela un'inaspettata dignità personale.
Due monologhi straordinari di Bridget Fonda e di Billy Bob Thornton
(splendido nei panni cenciosi del fratello emarginato) chiariscono le
rispettive prese di posizione. Per la prima, come confessa durante uno
sfogo di livido rancore, i soldi significano la possibilità di
non far indossare vestiti smessi da altri alla propria figlia, di non
guardare i prezzi delle portate quando si va al ristorante, di non rimanere
per forza inchiodata al quotidiano grigiore di provincia: queste sono
le paradossali ragioni che la mandano avanti nella violenta crociata.
Il primo impiego che Jacob vuole fare del denaro è invece quello
di ricostruire la vecchia casa di famiglia, distrutta da un'ipoteca
e dalla morte precoce del padre; il suo sogno poi sarebbe, con tutti
quei soldi, di riuscire finalmente a trovare una donna che possa amarlo,
come mai nessuna ha fatto. Alla base delle sue aspirazioni c'è
un senso profondo del radicamento e della famiglia, vero fine ultimo
per il quale i soldi "sporchi" rappresentano il solo drammatico
mezzo permesso dalla società che lo tiene ai margini. Non a caso,
nel corso del film, è Jacob a rivelare al fratello apparentemente
più smaliziato alcune brucianti verità sul passato della
loro famiglia, di cui mostra una più alta consapevolezza, come
la causa dell'ipoteca sulla casa, messa per poter mandare Hank al college,
come il fatto che il padre è in realtà morto suicida.
Jacob non esita, tra il migliore amico e il fratello, a difendere quest'ultimo
facendo fuoco sul primo che gli puntava un fucile contro. Jacob rischia
in nome del recupero a tutti i costi dei valori familiari perduti, Hank
e la moglie sono mossi dall'ossessione per il denaro in quanto tale,
frutto del riflesso condizionato dalla più ampia educazione sociale
ricevuta. Alla fine Jacob sceglie comunque il suicidio, perché
il rimorso per la scia di morte che la valigia ha lasciato dietro di
sé è ormai insostenibile e compromette qualsiasi possibile
felicità futura; Hank continuerà nell'illusione di poter
tenere il denaro finché la polizia federale, all'oscuro di gran
parte della storia, gli farà presente che le banconote sono registrate
e quindi difficilmente spendibili. Malgrado la resistenza della moglie,
egli si decide infine a gettarle nel fuoco; per lui non ci saranno punizioni
esterne né personale rimorso per le nefandezze compiute, solo
il semplice ritorno alla routine giornaliera.
Con la sua chiusa dimessa e priva di moralismi, Soldi sporchi
è più profondamente amaro dei non pochi film che hanno
esplorato il tema dell'avidità (tra i suoi contemporanei, U-turn
di Oliver Stone, con il suo finale nel deserto che richiama ovviamente
l'archetipico Greed di Stroheim; ma la neve di Raimi
capovolge, come per Fargo, i luoghi tipici della giungla
d'asfalto e del deserto assolato e scarnificante): a differenza degli
altri, Raimi non punisce il suo protagonista ma ne mostra più
cinicamente il ritorno alla normalità come se il terribile passato
venga razionalizzato e in qualche modo giustificato. Come dice Bridget
Fonda al marito, non bisogna preoccuparsi: la neve coprirà tutto,
anche le orme compromettenti delle sue sortite criminali. Quella neve
ormai sembra aver ricoperto l'intera coscienza della provincia americana.
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