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id.,
Usa, 2005
di Frank Miller e Robert Rodriguez, special guest
director Quentin Tarantino, con Mickey Rourke, Clive Owen,
Bruce Willis, Jessica Alba, Rosario Dawson, Benicio Del Toro
Continuando il suo viaggio di sperimentazione nelle possibilità
del cinema digitale, Robert Rodriguez si allea con lautore di
fumetti Frank Miller per portare sullo schermo, in versione in carne
e pixel, le opere noir di questultimo in maniera quanto
più vicina possibile alle pagine disegnate.
Basin City è una città molto particolare, la sua zona
vecchia è sotto il controllo di combattive prostitute guidate
dalla bella Gail, il resto della città è in mano alla
malavita ai due fratelli Roark, un senatore e un cardinale. Tra i vicoli
della città, detta appunto Sin City, si muovono anche i nostri
tre antieroi: Marv, un bruto con problemi mentali alla ricerca dellassassino
di Goldie, lunica donna che gli abbia regalato attimi damore,
Dwight, che vuole impedire la guerra tra le sue amiche prostitute e
la polizia, e John Hartigan, poliziotto onesto in odore di pensionamento,
che commette il grosso errore di ridurre in fin di vita il pedofilo
figlio del senatore Roark.
Cinema e fumetto sono mezzi espressivi nati quasi contemporaneamente
e che hanno continuato in più di un secolo di vita ad influenzarsi
vicendevolmente, a scambiarsi storie, personaggi e talvolta tecniche
narrative.
Rodriguez, come Fellini e Terry Gilliam, ha un passato di autore di
fumetti e questa passione, oltre allammirazione per lopera
di Frank Miller, lo ha portato a corteggiare per anni lautore
per concedergli la possibilità di portare sullo schermo i fumetti
di Sin City. A convincere il fumettista, una piccolo corto realizzato
da Rodriguez con degli amici, una dichiarazione dintenti filmata
di totale aderenza alle vignette, e la decisione del regista di abbandonare
il sindacato di categoria pur di poter condividere con Miller il credito
di autore del film.
Rodriguez era infatti convinto che le storie di Sin City fossero già
dei film su carta e ha voluto traslarli pedissequamente sullo schermo,
utilizzandoli sia come sceneggiatura che come storyboard, senza cambiarne
una virgola o un punto di vista.
La cosa è stata possibile grazie alla tecnologia digitale che
Rodriguez utilizza da anni, che ha permesso di sostituire ai fondali
verdi su cui si sono mossi gli attori, versioni tridimensionali degli
ambienti in bianco e nero creati da Miller nei fumetti.
La serie di albi era stata creata da questa icona dei comics nel 1991,
dopo il grande successo dei personaggi di Devil e Batman; negli albi
Miller ha miscelato una ricerca grafica che estremizzava luso
del bianco e nero, facendo scuola in tutto il mondo, con la rivisitazione
grottesca delle storie e degli elementi noir di Hammett e Chandler.
Ritroviamo quindi negli albi a fumetti lantieroe, spesso destinato
a torture e sofferenze nel corso della storia, la puttana dal cuore
doro, la dark lady, il cattivo potente ed intoccabile.
Raggruppate nella stessa pellicola, le tre storie scelte dal duo, ossia
la prima omonima serie Sin City, Unabbuffata
di morte (The Big Fat Kill) e Quel bastardo
giallo (That Yellow Bastard), pubblicate in Italia
per i tipi della Magic Press, possono forse sembrare ridondanti, poiché
riprendono con piccole variazioni gli stessi temi.
Così pure è possibile che qualcuno non riesca a cogliere
lironia che attraversa tutto il lavoro e lo spirito grottesco,
leggermente esasperato nel passaggio dalla carta allo schermo, presente
soprattutto ne Labbuffata di morte, o che mal si digeriscano
i lunghi monologhi in puro stile hardboiled dei protagonisti. Ma la
bellezza delle immagini, perfette riproduzioni dei disegni di Miller,
e il fascino di questa città di puttane samurai e killer antropofagi,
in cui gli eroi possono essere colpiti decine di volte da colpi di pistola,
ma si rialzeranno sempre, riscattano qualunque tipo di remora si possa
avere nei confronti del prodotto.
Anche gli attori, scelti dai due per somiglianza fisica (e di spirito
nel caso di Marv/Mickey Rourke) si trasformano, si adeguano al tono
delle storie, usano una recitazione giustamente non naturalistica.
Magnifici da questo punto di vista sia Rourke, che la coppia Benicio
del Toro/Clive Owen che sembra a proprio agio anche in un dialogo a
due, in cui uno dei personaggi è sgozzato ed ha una canna di
pistola piantata in testa, sequenza diretta per il compenso di un dollaro
da Quentin Tarantino.
E bellissime sono le donne, come solo possono esserlo quelle di un fumetto,
perfettamente impersonificate da Rosario Dawson, Carla Gugino, Jaime
King e Jessica Alba, unico vero angelo nellinferno di Sin
City.
Qualcuno potrebbe chiedersi allora: perché andare al cinema a
vedere il film e non restare a casa a leggersi i fumetti? Beh, il prezzo
del biglietto al cinema è inferiore a quello dei tre albi e in
più non si deve fare la fatica di girare le pagine.
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