Prima ti sposo, poi ti rovino

New Hollywood Coen
di Adriano Ercolani


Venezia 60 - 2003
  Intolerable Cruelty, Usa, 2003
di Joel e Ethan Coen, con George Clooney, Catherine Zeta-Jones, Geoffrey Rush, Billy Bob Thornton, Cedric the Entertainer, Richard Jenkins.


A dieci anni dal tremendo tonfo economico di Mister Hula Hoop - 40 milioni di dollari di budget, 2,8 di incasso -, i fratelli terribili del cinema americano sono tornati a confrontarsi con una produzione interamente hollywoodiana. Sotto l’egida di Brian Grazer, uno dei ‘new tycoon’ più intelligenti e sagaci, e con una sceneggiatura per la prima volta firmata insieme ad altri due autori, Joel ed Ethan Coen non hanno commesso l’errore che aveva probabilmente decretato l’insuccesso della precedente esperienza nell’ambito mainstream. Tanto infatti Mister Hula Hoop conteneva in sé tutta l’autorialità intellettuale delle loro opere più estreme, sicuramente impervia per il grande pubblico, tanto Intolerable Cruelty è invece un prodotto ideato e realizzato secondo un’idea di cinema sicuramente più popolare. A risentire maggiormente di questo cambiamento apparentemente più ‘commerciale’ è sicuramente la messa in scena che, rispetto a due capolavori assoluti di regia come Fratello, dove sei? e L’ uomo che non c’era, si mostra meno presente sull’opera stessa; rispetto alla fredda, calcolata, inebriante eleganza dei due film appena citati, quest’ultima fatica ci regala una regia in apparenza meno costruita e ricercata.
Considerare Intolerable cruelty, sotto questo punto di vista, come un film ‘minore’ sarebbe però un grossolano errore: in realtà si tratta di un’operazione destinata ad un altro tipo di pubblico, soprattutto ad un altro mercato, e perciò costruita secondo diversi criteri, sia economici che estetici. In questo senso la nuova avventura dei Coen strizza molto più l’occhio alla commedia hollywoodiana del periodo classico, dove l’intervento della macchina da presa sul film era minimo, si faceva quasi invisibile (o per meglio dire, neutro) per lasciare il campo a personaggi, attori, situazioni, battute e dialoghi esilaranti.
E infatti, Prima ti sposo poi ti rovino, è un film dove a farla da padrone sono tutte queste componenti, a partire dallo straordinario cast, capitanato da un Clooney effervescente e da una Zeta-Jones al massimo della sua bellezza (impareggiabile poi il cameo di Billy Bob Thornton). Dopo tante opere intente a ri-elaborare in chiave personale e post-moderna il cinema classico hollywoodiano, soprattutto la cosiddetta ‘screwball comedy’, finalmente stavolta i Coen hanno diretto un’opera che nell’estetica e nella realizzazione sembra uscita direttamente dagli anni ’50, scanzonata come il miglior Preston Sturges – tante volte omaggiato dagli autori – ed a tratti graffiante come il miglior Wilder.
Insomma, pur cambiando in maniera consistente il proprio modo di fare cinema, i creatori di Fargo sono comunque riusciti a regalarci un altro lungometraggio pienamente riuscito, in tutto e per tutto “creatura” dei fratelli terribili.