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id., Belgio / Francia
/ Olanda, 2001
di Lieven Debrauwer, con Dora van der Groen, Ann Petersen, Rosemarie
Bergmans, Julienne De Bruyn
Pauline & Paulette è un film che tocca temi
come l'handicap e la solitudine in modo divertente e romantico. La visione
passa attraverso lo sguardo di Pauline (Dora van der Groen) anziana
donna la cui età psichica è quella di una bambina. Pauline
è accudita con dedizione dalla sorella Martha con la quale vive
in una cittadina del Belgio fiammingo, ma ciò che la manda letteralmente
in visibilio è l'altra sorella, Paulette (Ann Petersen), ed il
suo mondo, una casa-negozio caratterizzata da carta da pacchi dipinta
di rose, merletti e fiori di raso, profumi e ninnoli in un trionfo di
zuccheroso kitch.
L'oggetto del desiderio di Pauline, un mondo al quale si avvicina in
modo furtivo ed estasiato quando esce per andare a far la spesa è
un mondo che le viene precluso da Paulette per la quale la sorella ed
il suo handicap rappresentano un pericolo continuo nell'equilibrio pieno
(tanto di lavoro quanto di oggetti) ed ordinato della sua vita. Equilibrio
che viene messo in discussione nel momento in cui Martha muore e vincola
la divisione della propria eredità all'affidamento di Pauline
e la donna-bambina entra prepotentemente in quel mondo tanto desiderato,
con la stessa goffaggine e gioia con la quale i bambini tendono verso
ciò che amano, sulle note del valzer che contraddistingue la
colonna sonora del film. La scelta tra una vita comoda ordinata ma affettivamente
vuota ed una minata dall'imprevisto determinato dall'aver accanto una
persona socialmente scomoda che però dà amore è
il filo conduttore del film. A riguardo non diamo ulteriori anticipazioni,
ma sottolineiamo la riuscita di un discorso all'interno di un film che,
senza troppe pretese, attraverso una bella fotografia che predilige
il contrasto tra colori caldi e freddi, attraverso scelte registiche
che ci rendono partecipi visivamente dei mondi psicologici dei vari
personaggi siano essi fiabeschi, pratici, ridondanti, intellettualmente
minimalisti, e soprattutto attraverso l'ottima interpretazione di Dora
van der Groen, ci offre un ottimo insieme di divertimento e riflessione,
veicolata quest'ultima da un finale che, nel correre verso un epilogo
consolatorio, mette comunque in risalto i tratti poco consolatori che
una scelta "giusta" implica. In questo senso sono illuminanti
nell'ultima sequenza gli spazi scenici che caratterizzano e separano
le due sorelle, benché unite come commedia vuole.
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