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Italia, 2007
di Fausto Brizzi, con Giorgio Panariello, Nicolas
Vaporidis, Carolina Crescentini, Serena Autieri
Traslando di ventanni i protagonisti della prima pellicola, e
sacrificando parte del goliardico spirito di gruppo a favore del personaggio
di un genitore Peter Pan, il seguito di uno dei più grossi successi
dello scorso anno riesce a mantenere buona parte della freschezza, ma
perde lappeal delloperazione nostalgia.
Il gruppo di amici capitanato da Luca Molinari si ritrova, grazie alla
magia del cinema, di nuovo ad affrontare lattesa degli esami di
maturità, questa volta nel 2006, con il suggestivo sfondo dei
mondiali di calcio. A complicare le cose la presenza ingombrante del
padre del protagonista interpretato da Giorgio Panariello, eterno fanciullo
titolare di un negozio di giocattoli, impegnato in una relazione extraconiugale
con la bella professoressa di Luca, a sua volta coinvolto in una relazione
con una biologa marina leggermente più grande e con un forte
spirito di indipendenza.
Il regista Fausto Brizzi è stato per anni lo sceneggiatore dei
film di Natale di De Laurentiis ed è probabilmente cresciuto
con i film di Vanzina, come Yuppies e Vacanze
in America, che il press agent Enrico Lucherini ha sempre elogiato
per essere istantanea perfetta degli anni in cui erano stati girati.
Mentre la pellicola dellanno scorso con la sua ambientazione negli
anni 80 con omogenea colonna sonora, ritraeva con la lente rosa
della nostalgia quegli anni, rendendosi facilmente apprezzabile non
solo dal pubblico adolescenziale, ma anche da chi allepoca era
in età da liceo, la nuova pellicola si tuffa nella realtà
doggi e riporta sullo schermo un presente fatto di telefonini,
video chat e mondiali. E se tra qualche anno sarà ancora piacevole
ricordarsi grazie al film della vittoria dellItalia e delle feste
che lhanno seguita, già adesso il fenomeno dei flash mob,
cioè dei raduni organizzati via internet che danno luogo ad eventi
simil-situazionisti, sembra finito nel dimenticatoio, vista la velocità
con cui al giorno doggi vengono digerite queste mode.
La cosa però regala al film la divertente sequenza di trecento
ragazzi nudi che ballano sulle note di Let the sunshine in
sul ponte di Castel SantAngelo.
Per recuperare un podi appeal verso il pubblico più adulto,
Brizzi fa entrare in scena il personaggio di Panariello, che a parte
la sindrome di Peter Pan di cui anche il regista probabilmente soffre,
gioca però sulle situazioni di tradimenti, che il regista ha
riproposto in tutte le salse nei cinepanettoni natalizi. La differenza
con questi è il tocco più leggero, mai greve della mano
dellautore, che immerge i suoi ragazzi in una sana spensieratezza,
riflessa nei colori pastello della fotografia di Marcello Montarsi.
E lo stesso tocco non volgare viene utilizzato nella girare le poche
scene di sesso, qui inserite con la motivazione dei costumi sessuali
più liberi dei ragazzi doggi.
Se questo è la via per riavvicinare il pubblico giovanile al
cinema italiano, per rimparare a creare un prodotto per le masse, che
magari riesce a sfruttare anche le possibilità del product placement,
pratica ormai consueta per le produzioni commerciali americane, non
mi sembra il caso di fare gli snob e trattarlo con troppa sufficienza.
Meglio gli spensierati ragazzi di Brizzi delle scoregge di De Sica.
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