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Italia, 2002 di
Carlo Verdone, con Carlo Verdone, Margherita Buy, Anita Caprioli,
Antonio Catania, Stefano Pesce
Non più film comico ma commedia, per di più venata di
situazioni amare e spunti di riflessione sullanimo umano (e soprattutto
sulle sue contraddizioni). Non più facile riso determinato dal
solo personaggio, ma sorriso generato dalle situazioni contingenti,
dallo scontro di caratteri, dalla scioltezza dei dialoghi. In questo
ultimo lavoro di Verdone la voglia di rinnovarsi e lesigenza di
proporre al pubblico un cinema più maturo appare evidente; la
storia di un gruppo di pazienti che, dopo la morte improvvisa della
terapeuta, decide di provare ad auto-gestire le proprie riunioni di
gruppo per cercare di migliorare la propria condizione, è il
classico plot narrativo che testimonia la volontà di un autore
di prendersi più sul serio. Sotto questo punto di vista Ma
che colpa abbiamo noi è senza dubbio un passo avanti rispetto
alle ultime fatiche di verdone, più improntate invece ad un ritorno
alle macchiette passate e rivolta verso un facile successo di cassetta
(ricordate Viaggi di nozze o Gallo Cedrone?). Se il film
può essere accostato a precedenti lavori del cineasta, è
senza dubbio ad opere più sentite e mature come Compagni di
scuola o Maledetto il giorno che tho incontrato che
bisogna rifarsi; già lidea di girare un film corale,
dove il protagonista non è un unico personaggio ma un insieme
di persone legate da problematiche e sentimenti simili, conferma lintenzione
di Verdone di voler spostare saggiamente lattenzione dello spettatore
dal ruolo specifico del comico alla storia, alle situazioni, al dolce-amaro
sorriso che questi poveri, frustrati pazienti allo sbando ci tirano
fuori in più di unoccasione. La consumata professionalità
degli sceneggiatori con cui il comico lavora ormai da anni ha raggiunto
una competenza in grado di sapere esattamente quando e dove collocare
momenti esilaranti ed altri più seri, in modo che tutti noi sappiamo
cosa sta per accadere ma ci lasciamo lo stesso coinvolgere dalla storia.
Quello in cui però Ma che colpa abbiamo noi pecca eccessivamente
è nella retorica dei personaggi stessi, che in troppi momenti
diventano esageratamente stereotipati, fino a rasentare pericolosamente
la macchietta (abitudine ormai radicata in Verdone); altra grossa pecca
del film sta nel voler comunque ed a tutti i costi proporre alcune situazioni
e battute grossolane che in un certo senso sono il tratto distintivo
del personaggio ormai ventennale dellautore, il ragazzetto un
po imbranato e timido che non riesce mai a crescere del tutto:
la storia tra Gegè ed il padre-padrone diventa così un
qualcosa di già visto ed eccessivamente ridondante, soprattutto
nello scioglimento finale. Rimane perciò, alfine della proiezione,
lamaro in bocca per quello che questa ultima fatica registica
del comico avrebbe potuto essere ed invece purtroppo non è (o
non del tutto): una ritrovata o meglio rinnovata - vena più
matura che si mescola coerentemente con la innata verve comica del cineasta,
capace ormai di saper dosare con eleganza serio e faceto, triste ed
allegro. Ci crediamo allora, non senza ragione: ma quandè
che Verdone diventerà finalmente autore adulto a
tutto tondo, in grado cioè di farci ridere anche del volto più
amaro che ormai non riesce più a nascondere?
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