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Fred Claus - un fratello
sotto lalbero
Fred Claus, USA, 2007
di David Dobkin, con Vince Vaughn, Paul Giamatti, Kevin
Spacey, Kathy Bates, Miranda Richardson
Sbobba Natale
recensione di Emanuele Boccianti
(di
neve) |
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Gradevole e improvviso come una
pallata di neve che scivola giù per il colletto, arriva sugli
schermi Fred Claus, la commedia di Natale per grandi
e piccini che finalmente colma una grande lacuna: come sarà la
famiglia di Santa Claus? Saranno tutti squilibrati come lui? Un quesito
di tale portata non merita di essere rovinato più di tanto da
anticipazioni. È giusto che la sorpresa rimanga tale, come lo
è stata per il sottoscritto, attirato in sala dal binomio Dobkin
(regista) / Vaughn (attore), che poco tempo addietro ci aveva strappato
qualche risata con the Wedding crashers - due single a nozze,
team rinforzato stavolta anche dal buon(issimo) Giamatti. E la sorpresa
cè stata: in un periodo in cui la commedia americana sta
tentando nuove strade, mischiando i registri e inserendo qua e là
le note acide del politically uncorrect, la pallata di neve me la sono
sorbita tutta, per le quasi due ore di durata della proiezione, quando
man mano che la trama si srotolava sullo schermo, mi rendevo conto che
di scorretto non cera assolutamente nulla. A quanto pare, il Natale
è sempre il Natale, e certe cose sono sempre sacre. Daccordo,
non bisogna sempre cercare la scorrettezza a tutti i costi, ci sono
altri modi per rendere divertenti una commedia natalizia. Però
il film in questione non sembra indicare alcuna direzione in tal senso.
Il soggetto di per sé, daltronde, non aiutava.
Cè questo poveraccio di Fred, fratello maggiore di Nick
(il vero nome di Santa), che vive una vita allombra del fratello
santo - affetto da una generosità da invasati sin da quando era
bambino - e che naturalmente cova un rancore inestinguibile nei confronti
di tutte le simbologie del Natale, e che per campare fa lesatto
opposto, e cioè pignora la roba alla gente morosa. Un bel giorno
però, trovandosi disperatamente in bolletta, si vede costretto
ad andare a lavorare nellazienda proprio di Babbo Natale, lodiato
fratello, e la convivenza lavorativa forzata sarà, manco a dirlo,
loccasione per far collidere due personalità opposte in
un contesto già reso delicato dalla presenza di unispettore
(Kevin Spacey, a cui va tutto il nostro cordoglio) incaricato di verificare
lefficienza dellindustria dei regali, col segreto obiettivo
di chiudere la premiata ditta perché, si scoprirà, è
solo un bambino cresciuto nel livore verso Santa Claus, che lo aveva
giudicato cattivo e non gli aveva portato anni addietro il mantello
da Superman. Cose che segnano, indelebilmente.
Naturalmente tutti i cattivi diventeranno buoni, e tutti i buoni diventeranno
ancora più buoni. Un elfo scemo riuscirà a far innamorare
di sé una ragazza supersexy (che non è ben chiaro cosa
ci faccia al polo nord in mezzo ad una comunità di gnomi) e scopriremo
che non esistono bambini cattivi, solo bambini sfortunati (conclusione
terribilmente anticinematografica). Il resto è piattume vario,
vera e propria fiera del luogo comune dicembrino, stucchevole e annoiante.
Lunica nota positiva? Fred Claus alla riunione dellAnonima
Fratelli, dove il vero Frank Stallone, il vero fratello di Bill Clinton
e - soprattutto - il vero Stephen Baldwin si sfogano nei confronti dei
loro magnificenti fratelli. Durante quella scena mi sono accorto che
le labbra tiravano un pochino allinsù. Poi sono tornato
a sonnecchiare, sepolto sotto tonnellate di buonismo eunuco e prodotto
in serie come i regali fatti al polo nord, e sono uscito dal cinema
col fermo proposito di bilanciare il mood della serata deliziandomi
a casa con la visione di un porno con le galline. Che, stranamente,
non ho trovato nella mia collezione. Serataccia.
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