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The Stepford Wives,
Usa, 2004
di Frank Oz, con Nicole Kidman, Matthew Broderick,
Glenn Close, Christopher Walken
Ormai da qualche anno a questa parte, esclusa lescursione nel
thriller dello scontato The score, Frank Oz ci ha abituato
alla visione/degustazione di commedie dalla precisa e coerente vena
satirica, condita di tanto in tanto da tocchi di sapida surrealtà.
Anche questultimo La donna perfetta parte con
le stesse identiche premesse: una rampante e gelida donna in carriera
si vede togliere il network di cui gestisce i palinsesti a causa di
uno spiacevole assassinio provocato dai suoi nuovi programmi. Scioccata,
nevrastenica, in completa crisi nervosa, una Nicole Kidman a dir poco
superlativa viene convinta dal marito tontolone Matthew Broderick a
trasferirsi nella ridente Stepford, una cittadina di campagna dove tutto
sembra uscito da un musical perbenista anni 50. Ebbene, finché
il film deve costruire queste premesse e giocare sullo sfasamento in
cui si trova la corvina ed esaurita protagonista, spaesata di fronte
al conformismo degenerato della provincia, ecco che la storia funziona
alla perfezione, e le scene sono zeppe di battute al fulmicotone, sparate
a raffica anche da comprimari di lusso come le inesauribili Bette Midler
e Glenn Close. Per almeno quaranta minuti dunque La donna perfetta
è un lungometraggio assolutamente riuscito e godibile, pieno
di inventiva e dal ritmo spumeggiante. Quando poi inizia a delinearsi
la trama della seconda parte dellopera allincirca
quando compare il personaggio dello stralunato Christopher Walken
tutto perde di credibilità, di ritmo, e si trascina stancamente
fino ad un finale impacciato in cui tutti i personaggi in scena devono
spiegare allo spettatore cosa sta succedendo, sintomo evidente che la
sceneggiatura è già naufragata da un pezzo e non si sa
come chiudere il lavoro. Peccato davvero, perché le premesse
per un altro piccolo gioiellino di acida comicità made
in Usa cerano tutte, nello stile sbarazzino e civettuolo
di un piccolo cult come In & Out. Evidentemente
Oz questa volta non ha saputo padroneggiare fino alla fine la pregnanza
dellincipit e soprattutto non ha saputo valorizzare le doti comiche
della Kidman, strepitosa allinizio e poi sempre più relegata
ad uninterpretazione forzatamente placida.
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