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Dopo anni di silenzio, Salvatore
Piscicelli torna al cinema con Il corpo dell'anima,
una personale storia d'amore tra il misticismo di Santa Teresa e l'impeto
carnale.
Ernesto (Roberto Herlitzka) è un intellettuale misantropo e rassegnato
alla vita. Rimasto vedovo e solo nella grande casa nel centro di Roma,
si occupa svogliatamente della stesura di una sceneggiatura sulla vita
di Santa Teresa d'Avila. Ma la storia della Santa è solo un pretesto
per arrivare al proprio io, per smascherare i propri desideri sessuali,
per ironizzare sulla propria condizione di vecchio avvizzito, catapultato
nell'inferno di volgarità e schiettezza di Luana.
Luana (Raffaella Ponzo) è la catarsi femminile che si offre disinvoltamente
e gratuitamente all'intellettualismo di Ernesto.
Il corpo della giovane è opulento, voglioso e generoso: la sua
nudità è quasi totale; Luana si pone come alter ego carnale
alla spiritualità di Santa Teresa, ma allo stesso tempo porta
con sé quella carica estatica propria della statua marmorea del
Bernini.
Sapiente amministratrice del suo corpo, la ragazza ha la sfrontatezza
e la disinvoltura della giovinezza, portata talvolta all'eccesso; ma
allo stesso tempo si avverte la purezza del suo animo e la semplicità
del suo affetto per Ernesto.
L'uomo compie un viaggio alla ricerca di se stesso, si degrada. Ritrova
l'equilibrio attraverso l'umiliazione e la privazione, verso un finale
lucido e misurato.
La Roma di Piscicelli si snoda tra la naturale cornice di Villa Borghese
e le chiese barocche. C'è il verticalismo drammatico del Borromini,
l'estasi carnale del Bernini e il "Barocco gelido" di Cesare
Brandi, presso il quale Piscicelli si è formato.
La ricerca del regista inizia con una citazione del saggista franco-rumeno
Cioran: "Tutto ciò che non si può tradurre in
termini di misticismo non vale la pena di essere vissuto",
fornendo una chiara chiave di lettura.
L'esperienza mistica offre la possibilità di uscire dal proprio
io, per trovare una nuova dimensione. "Per arrivare ad un rapporto
più sereno con la vita - ha affermato il regista in un incontro
a Roma, presso la libreria Bibli - bisogna trasformare l'energia
primaria, incanalarla, per una perfetta conciliazione con il mondo".
E Piscicelli trova nel sesso un'espressione primaria di vitalità
naturale, che se vissuta pienamente, può portare ad una realtà
nuova e ad una diversa visione dell'io.
Ernesto guarisce dalla sua senilità e abbraccia un nuovo rapporto
con la vita. Il film si articola su due livelli: la storia vera e propria
e il racconto interiore dell'uomo, che commenta tutto ciò che
accade tra sé e sé, in conflitto tra l'agire ed il pensare.
Il corpo dell'anima nasce da un racconto dello stesso autore che in
questi anni di assenza dal cinema ha affermato di aver scritto molto
e di aver più semplicemente vissuto. Sceneggiato con Carla Apuzzo,
fedele collaboratrice, nonché compagna sia nella vita che nel
lavoro, sin dalla realizzazione nel 1979 di Immacolata e Concetta,
il film segue il ritorno di un regista "marginale" lontano
dalle grandi produzione italiane.
Piscicelli ha affermato di aver sempre cercato di conciliare le libertà
produttive e le esigenze di mercato.
Immacolata e Concetta, dopo i problemi avuti con la
Titanus, fu distribuito nelle sale; miglior fortuna ebbe Le
occasioni di Rosa (1981) illuminato dalle grazie di Marina
Suma, e presentato al Festival di Venezia.
E' stato Baby Gang agli inizi degli anni '90 a segnare
l'arresto del percorso cinematografico del regista napoletano: il film
non fu distribuito nelle sale.
Il ritorno con Il corpo dell'anima è sicuramente frutto di anni
di letture e riflessioni sul Buddismo, sul cinema come "trasparenza
dello sguardo" lontano dalle mode digitali o dalle facili volgarità.
Francamente ci è sembrato eccessivo il divieto posto ai minori
di 18 anni per la visione del film: indubbiamente hanno un forte impatto
visivo la sessualità disinibita di Luana, le sue sguaiate richieste
e il suo sesso lesbico, ma Piscicelli purifica le immagini dalla volgarità
più bieca e popolare di certo cinema italiano, per mostrarci
l'energia e la forza di un corpo nudo.
Nella carnalità di Luana c'è il percorso di discesa e
ascesa di Ernesto che ritrova il suo equilibrio passeggiando lentamente
con il suo bastone verso l'arte del Museo Borghese.
E forse è proprio il corpo di Luana ad offrire un'anima ad Ernesto,
per ritrovare quell'energia sopita verso una vecchiaia serena.
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