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Italia, 2004
di Andrea e Antonio Frazzi, con Arturo Paglia, Rolando
Ravello, Miriam Candurro, Gianluca Di Gennaro.
Ed ecco finalmente il cinema italiano che non ti aspetti, teso ed iperbolico
nella struttura narrativa, prezioso nelle immagini e nella confezione,
recitato e diretto con freschezza di idee e impegno. Certi bambini
è un film che ha numerosi punti di forza sia nellidea di
partenza (lomonimo romanzo di Diego Silva) che nella successiva
realizzazione, e si pone come piccola perla e soprattutto come testimonianza
che anche in Italia, quando si vuole, si può fare del buon cinema
e non solo roba per prendere soldi dal Ministero per i Beni Culturali,
riuscendo a creare qualcosa di vitale e degno di essere esportato allestero.
La pellicola dei fratelli Frazzi ha infatti una fattura estetica che
ha decisamente poco a che spartire con la polverosa medietà che
accomuna troppa della nostra produzione attuale. Montato con un ritmo
ed uninventiva inusitate, il film deve sicuramente moltissimo
anche alla fotografia di Paolo Carnera, capace di disegnare le inquadrature
attraverso un uso espressivo di chiaroscuro e colore; la
bellezza delle immagini da sola potrebbe bastare a promuovere senza
riserve questo lungometraggio, ma non basta; la fattura della messa
in scena si va infatti a poggiare su una sceneggiatura ottimamente mescolata,
che lascia progredire la storia con fluida coerenza, senza eccedere
in inutili digressioni o colpi ad effetto. In un mondo in cui linnocenza
ed il male di incrociano indelebilmente, la progressione del piccolo
Rosario verso la criminalità e lomicidio ha la veridicità
di una storia vera, raccontata con dovizia di particolari che cercano
il mondo interiore dei personaggi e non la loro funzione morale (e perciò
moralistica). Tra pedofili, puttane, camorristi, ragazze sbandate, preti
e centri di accoglienza, la vita del giovane protagonista passa attraverso
una serie di prove che ne segnano lavvenuta e definitiva crescita
senza dare giudizi su quello che è bene o è male. E così
linnamoramento della bella e sfortunata Caterina ha la stessa
intensità e robustezza visiva delle scene di ordinaria violenza
e degradazione di un film che non giudica, non vuole farlo, e sceglie
giustamente di raccontare, e basta. I fratelli Frazzi hanno poi il grande
merito di dirigere con occhio tagliente e sicuro un gruppo di giovani
attori tutti in parte, e soprattutto in sintonia tra di loro.
Nota di merito dunque a Certi bambini, opera elegante
nella riuscita cinematografica quanto intensa e penetrante nello sviluppo
della storia raccontata. Al momento, uno dei migliori film italiani
di questa stagione. Di sicuro la maggiore sorpresa proveniente dalla
nostra stagione cinematografica.
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