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id.,
USA, 2006
di Nick Mastandrea, con Michelle Rodriguez, Oliver
Hudson, Taryn manning, cani di razze assortite
Certi film ti arrivano addosso come pistolettate, del colpo darma
da fuoco hanno brutalità e incuria, imprecisione, estraneità.
Probabilmente The Breed è il candidato migliore
della stagione ad essere impalmato da Off-Screen come (peggiore) revolverata
cinematografica. Della serie: è così brutto che vale la
pena parlarne.
In unisola deserta un pugno di teen ager, ripescati dal magazzino
dei più idioti characters di tutto lhorror, passano il
week end in uno chalet, però si ritrovano assediati da un branco
di cani marci supercattivi. Ma perché? Perché qualche
genio di ricercatore al soldo dei militari li aveva geneticamente modificati
per essere così: rognosi, spelacchiati, intelligentissimi (?)
e incazzati col mondo tutto. Utilissimi anzichenò. Ma poi i ragazzi
tirano fuori il carattere e con un po di sano spirito di squadra
hanno la meglio sui bracchi infernali, aiutati anche dalle loro abilità
sportive (tirano con larco, spesso nei polpacci delle loro amiche,
ma che centra, quello era uno sbaglio), e riescono a scappare
con una barca, via verso la libertà e verso
lultimo
cocker spaniel furbissimo, che si era nascosto sottocoperta ad aspettare
gli sventurati e i titoli di coda. Tutto qui? Sì. Questo è
il pregio delle revolverate: le riassumi completamente con una manciata
di battute.
Ennesimo prodotto del cine-discount a marchio Wes Craven, che almeno
in questo senso diventa per noi unutilissima conferma e certezza:
la cattiva qualità di ogni prodotto della scuderia Wes
Craven presenta. Unindiscrezione: pare ci sia in cantiere
un film sullinvasione di certi yogurt assassini, pieni di fermenti
lattici vivi e (c)attivi. E magari fosse cinema trash
A bruciapelo: le scene in cui una delle ragazze, morsa da uno dei botoli
della morte, comincia a manifestare
cosa? Boh. Non è chiaro.
Si innervosisce, le vengono le paturnie. Mangia nel piatto della sua
amica, forse per dispetto.
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