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La Science des
Rêves, Francia / Italia, 2006 di Michel Gondry, con Gale Garcìa Bernal, Charlotte Gainsbourg, Alain Chabat Mai come in questo caso lo scarto fra il titolo inglese del film, the Science of Sleep e la sua traduzione in italiano, lArte del sogno, acquista un senso oltremodo emblematico. Se infatti, per strane alchimie logiche, la scienza potrebbe essere (il condizionale è dobbligo) unarte è anche vero il contrario: larte potrebbe essere considerata come il lato oscuro e irrazionale della scienza. La comunione fra sonno e sogno poi, è di tipo consequenziale, poiché il sogno (puro) si raggiunge solo attraverso il sonno profondo. Giochi di parole curiosi come i nomi che si (s)cambiano i due protagonisti speculari: linventivo Stephane e la creativa Stephanie. Esseri unici, probabilmente abbandonati da un mondo troppe volte connesso ad una realtà assurda. Ancora una volta Michel Gondry tira fuori dal cilindro una love story platonica e disperata, fra due personaggi estranei al dialogo dei massimi sistemi che regola luniverso, incapaci, per colpa loro o a causa del destino, a coniugare in forma armonica le proprie peculiarità. Listinto, la spregiudicatezza e la follia delle sceneggiature di Charlie Kaufman si annullano per merito di un cineasta in grado di concepire i regni della fantasia e dellillusione con un manualità da esperto artigiano. Animazioni create mesi prima delle riprese, per dare la possibilità agli interpeti di immergersi in pieno nelle architetture venute su senza il bisogno di usare effetti digitali: immagini rimandanti alla stop motion di Henry Selick o ancora alle storiche invenzioni russe e praghesi. Il desiderio di assassinare la realtà, affogando linsulsaggine di alcuni media destinati ad affondare (come accade per una vecchia televisione in una delle scene più belle del film) nasce da uno spirito intellettuale di stampo politico: morte allorganizzazione, anarchia del cellophane", suonano come slogan ideologici votati a sovvertire un ordine precostituito del tutto conforme e noioso. Il cinema contemporaneo offre al pubblico la possibilità di aderire a tali scelte grazie al talento, talvolta incompreso, di un gruppo di autori i quali potrebbero essere definiti poeti dellimmaginario. Il romanticismo fiabesco di Jeanne Pierre Jeunet con maschere e fissazioni meccaniche o piuttosto la dannata richiesta di aiuto del cupo Marc Forster. Gli amanti di Jeunet ad esempio, pur non stabilendo quasi mai un contatto, sono circondati da un gruppo di amici (altra tematica cara al cineasta francese) al contrario dei volti delle anime di Gondry isolati da ogni cosa, perduti nel cercare di decifrare un codice sentimentale, ostacolo alla loro relazione. Essi si muovono in ambienti tristi (il mare dinverno o gli alberi spogli di una foresta in una nave di stoffa) tanto da voler quasi affibbiare il termine invernale ad un regista che non riesce a scorgere la luce del sole. LArte del sogno non è Se mi lasci ti cancello e meno male, anche perché sarebbe del tutto ingiusto fare il paragone fra un pellicola di cuore rispetto a una di testa. Per certi versi, il primo aggira e normalizza la danza cervellotica di forma dickiana del secondo con un atto damore nei confronti del cinema degli albori. |