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Il livello di civiltà di
una società è misurato dallo spazio e importanza dati
ai bambini. Devo amaramente constatare che tutte le nostre modernissime
e civilissime società sono ancora troppo lontane dalla meta:
troppi bambini maltrattati, sfruttati o semplicemente ignorati anche
tra le nostre accoglienti mura domestiche, nelle nostre belle città
Lo spazio e la qualità delle scuole e dei servizi per linfanzia
ne è un tangibile segno. E a questo non sfugge neanche lorganizzata
Francia.
I bambini al cinema non sono certo un tema nuovo: come dimenticare il
dramma esistenziale di Antoine Doinel de I quttrocento colpi
in scontro con famiglia e scuola, indesiderato e incompreso da tutto
il mondo degli adulti o Julien de Largent de poche
Truffaut è certo un poeta dellinfanzia-adolescenza di cui
sa cogliere sfumature, drammi, profondità con leggerezza ed espressività
uniche. Il regista sottolinea la lotta per la sopravvivenza dei più
piccoli a cui dimostra sempre fiducia e affetto.
A ventitré anni di distanza dal film di Truffaut, è un
altro regista francese, molto diverso dal primo, a tessere un canto
damore per i più piccoli: Bertrand Tavernier nel suo ultimo
film si cala nella realtà di una scuola materna di un piccolo
centro depresso. Cambia il punto di vista rispetto ai film di Truffaut:
non è più quello dei bambini-ragazzi, ma quello di un
adulto, il maestro - direttore della scuola. Daniel è testardo,
coraggioso ed idealista: si scontra quasi quotidianamente da una parte
con situazioni familiari difficili a volte veramente drammatiche ed
estreme e dallaltra con lindifferenza delle istituzioni.
Ma Daniel non molla mai, lotta con tutta la passione, il senso civile
e gli ideali da cui è dominato e alla fine, a seguito della tragedia
che colpisce una famiglia della cittadina, la comunità finalmente
reagisce e si stringe attorno a lui e alla scuola. I bambini, la vere
vittime, con il loro entusiasmo, il loro affetto e forza sostengono
gli adulti dando la possibilità di ricominciare a vivere e lottare.
Nel racconto di Tavernier non cè retorica o ingenuo ottimismo
perché tutto è reale e vero, i personaggi, il villaggio
grigio e deprimente, la situazioni familiari
Il racconto, che procede compatto e lineare, orchestra perfettamente
i momenti drammatici con quelli lirici e con quelli divertenti. Alla
desolazione e ai luoghi chiusi e tristi della città si contrappone
la campagna, in cui vive Daniel, con le sue esplosioni di luce, le bellissime
aurore, gli orizzonti vertiginosi. La narrazione evolve secondo i ritmi
delle stagioni: è nella natura e nella carne che simprimono
i segni di sentimenti ed esperienze; e sasso dopo sasso si sedimenta
la storia di un luogo e di una persona.
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