intervista a Uma Thurman e Daryl Hannah
Il lavoro dell'attore in Kill Bill
a cura di Luca Persiani

 
 
3 ottobre 2003. Dopo una lunga attesa (dalle 15 alle 17!) nella sala 3 del Warner Village Moderno di Roma causata da disguidi organizzativi, incassata la defezione di Quentin Tarantino - raffreddato e preso dal montaggio di Kill Bill vol. 2 -, e la raccomandazione del moderatore Claudio Masenza di non fare domande sul recente divorzio Thurman-Hawke, i giornalisti si sono visti rispondere da Uma Thurman e Daryl Hannah - separatamente - con una professionalità e una semplicità per lo più sconosciute alla maggior parte dei divi.

Uma Thurman

Quanto è stato faticoso interpretare Kill Bill?
In questo film non ci è stato chiesto quello che si può definire "il lavoro medio di un attore". Sul set scherzavamo con Quentin dicendo che io ero più una stunt-man che altro. E, a differenza degli altri attori, io ero reduce da un parto, ero sovrappeso e in più stavo allattando! Per interpretare la Sposa, il mio personaggio in Kill Bill, ho dovuto spostare in avanti i miei limiti personali e fisici, e la cosa mi ha sicuramente segnato. Ho dovuto imparare a padroneggiare due modi di usare la spada: il Wushu, uno stile cinese, col maestro Yuen Woo-ping, e quello giapponese dei samurai, il Kenjutsu, insegnato da Sonny Chiba. Il mio percorso di allenamento è andato dall'iniziazione, in cui cercando di seguire le mosse del mio maestro mi sono data l'arma in testa, al momento in cui la spada era diventata per me l'estensione del braccio!
Tutti gli attori hanno dovuto sopportare per tre mesi e per cinque giorni la settimana un intenso allenamento fisico, che ha posto le basi atletiche per l'interpretazione e ci ha forgiato come gruppo: questo ha dato realismo e ricchezza alle scene di combattimento e una profondità maggiore alle motivazioni dei personaggi.

Come ha vissuto e interpretato un personaggio che è madre come lei e subisce la perdita violenta di un figlio?
Nel primitivo concept di Kill Bill, steso durante la lavorazione di Pulp Fiction, la Sposa non era incinta. E' un particolare che Quentin ha aggiunto dopo. Il tema profondo del film è la vendetta che nasce dalla perdita, una perdita che genera devastazione e un dolore tutto materno e femminile. Certo l'orrore della perdita l'ho dovuto immaginare ma, essendo madre, non sono dovuta andare tanto lontano.

Lei è una persona vendicativa?
Lo è il mio personaggio nel film. La vendetta è perfetta per un plot cinematografico. Chi mette in atto una vendetta innesca un meccanismo che tornerà indietro a colpirlo come un boomerang. Kill Bill rispecchia sicuramente il sentimento di vendetta che c'è nel mondo in questo momento, interiorizzato e rielaborato a livello inconscio da Quentin.

Definirebbe la Sposa una "femme fatale"?
Sicuramente è "femme" e "fatale", ma non col valore che le due parole hanno usate insieme. Non è interessata alla dolcezza o alla seduzione di qualsiasi tipo. Le è stato tolto tutto, è una donna ridotta all'osso, privata dell'umanità. Il suo unico scopo è la redenzione attraverso al violenza.

Mostrerebbe ai suoi figli un film così violento?
I miei figli hanno 20 mesi e 5 anni, e la più grande si impressiona vedendo il personaggio dello squalo di Finding Nemo...

La Sposa subisce un'evoluzione come personaggio in Kill Bill vol. 2?
Quentin dice che il primo volume potrebbe chiamarsi "Kill", e il secondo "Bill". La prima parte è molto potente, violenta, fisica, diretta. La seconda parte è meno lineare: la Sposa perde la direzione e ogni cosa va storta. Sarà tutto più complesso, e il personaggio dovrà soffrire ancora di più per raggiungere il cambiamento finale.

Quali sono stati i modelli a cui ha guardato per costruire il suo personaggio?
Non c'è nessun film con una figura femminile come questa: mi sono rivolta direttamente all'archetipo della donna ferita e infuriata. Parte dell'ispirazione viene anche dalla Coffy di Pam Grier, dal film giapponese Lady Snowblood, dai personaggi di Clint Eastwood, dal Mel Gibson della saga di Mad Max e naturalmente da Bruce Lee. Non ho intenzione di confrontarmi con lui su alcun livello, ma ho osservato attentamente la sua capacità espressiva di trasmettere emozioni col corpo senza usare le parole. Mentre Quentin porta avanti la sua fluviale visionarietà nella capacità di sintesi dei generi, io ho dovuto mantenere la rotta, portare avanti il cuore emotivo del film.

Anche lei, come Tarantino, è appassionata di film di Kung-fu e Spaghetti Western?
No. E' una cosa tutta di Quentin: lui è un cinefilo con una passione ossessiva e molto maschile. Arriva a saper citare a memoria ogni attore che ha lavorato al cinema o in televisione in prodotti di quel genere.

Quali generi cinematografici preferisce interpretare e con quali registi le piacerebbe lavorare?
Ho un interesse un po' schizofrenico per ogni genere. Cerco di provarli tutti: azione, dramma, commedia... Mi piace muovermi attraverso ogni tipo di storia: mi interessa soprattutto quando il film è sincero verso se stesso e verso quello che racconta, quando raggiunge un obiettivo e funziona, come si dice a Hollywood. Amo tutti i registi. Se c'è un bel copione per me, sono interessata a realizzarlo.

Vista la particolare forza che i suoi personaggi raggiungono nei film di Tarantino, pensa che questo regista riesca a valorizzarla più di altri?
Quentin è il regista più esigente e meticoloso fra quelli con cui ho lavorato. E' un autore completo: è lo sceneggiatore, il produttore e il regista dei suoi film. In più, abbiamo un rapporto speciale, tanto che la sceneggiatura di Kill Bill è stata scritta da lui nell'arco di18 mesi in cui siamo stati costantemente in contatto. E' un'alchimia che va oltre la collaborazione normale attore-regista.

Ha un opinione sul perché i personaggi femminili misteriosi e intraprendenti affascinino gli spettatori?
Il pubblico è stanco di donne-vittima che aspettano l'intervento dell'eroe: è divertente, liberatorio ed eccitante vedere donne forti, magari più forti di quanto siano nella vita reale. Gli uomini per sentirsi sicuri devono andare in giro con la pistola; le donne non ne hanno bisogno.

Sarebbe sorpresa se gli spettatori europei trovassero in Kill Bill più significati di quanti siano stati messi intenzionalmente nel film?
No. Gli europei tendono a vedere più profondità, metafore e significati politici in un film di quanto faccia il pubblico americano.

Daryl Hannah

Il suo personaggio, Elle Driver, è molto cattivo.
Non ho mai interpretato un personaggio così spietato: malvagità al 100%, marcio fino all'osso. E non c'è nulla nel suo passato che la giustifichi. Ho sempre amato/odiato ogni interpretazione di Bette Davis, e mi sono divertita tantissimo a recitare un ruolo così.

Elle Driver ha anche molti tocchi di ironia. Quanto spazio ha avuto nella definizione di questi dettagli?
Elle era così ben scritta che mi bastava calarmi nel costume di scena per essere lei. E' stata mia l'idea di aggiungere una benda sull'occhio "in tono" col resto del vestito.

Ci sono evoluzioni nel suo personaggio in Kill Bill vol. 2?
Nella seconda parte c'è più dialogo e sviluppo del personaggio. Scoprirete come ho perso l'occhio, e mi odierete ancora di più! Ci sono anche cose molto diverse dalla sceneggiatura. La scena del mio combattimento con la Sposa sarà l'esatto contraltare di quella rarefatta, coreografata come un balletto del volume 1 con Lucy Liu. Sarà una rissa, come due gatti in un sacco o Godzilla che si azzuffa con uno dei suoi nemici storici. L'idea è venuta in mente a Quentin dopo aver visto Jackass: the movie.

Come è avvenuto il contatto con Tarantino?
Nel 2001 Quentin si è presentato a sorpresa a Londra nel mio camerino, mentre recitavo the Seven year itch di George Axelord (la versione teatrale di Quando la moglie è in vacanza, ndr), dicendo che stava scrivendo qualcosa con me in mente. Sei mesi dopo ho ricevuto lo script di Kill Bill.

Qual'è il suo rapporto con Marilyn Monroe, protagonista della versione di Billy Wilder?
L'adoro. Era bellissima e divertente. Ma nello spettacolo teatrale non ho voluto imitarla o farne una copia. Non ho rivisto il film proprio per non esserne influenzata.

Come mai da qualche tempo lavora poco nel cinema?
Sono frustrata dall'assenza di ruoli femminili complessi. Amo in particolari quelli del cinema mainstream degli anni '30 e '40. In Kill Bill i personaggi femminili potrebbero anche non essere donne, nel senso che non si nascondono sotto l'apparenza di lolite seducenti per poi svelare il loro lato cattivo e duro. Sono forti e contemporaneamente donne a tutto tondo.